La Santa Sede chiede al governo del Venezuela che “si evitino o si sospendano le iniziative in corso come la nuova Costituente” ed è direttamente Papa Francesco, come si legge in una nota diffusa dalla Segreteria di Stato vaticana, a seguire da vicino la situazione e “i suoi risvolti umanitari, sociali, politici, economici ed anche spirituali”. Per il Vaticano si deve arrivare a una “soluzione negoziata” e chiede “che venga assicurato il pieno rispetto dei diritti umani e delle libertà fondamentali”, dopo gli scontri che hanno segnato il Paese nei giorni successivi all’elezione dell’Assemblea Costituente voluta dal presidente Nicolàs Maduro. Tensioni che hanno portato anche all’arresto del leader di opposizione Leopoldo Lopez e del sindaco di Caracas, Antonio Ledezma, ora ai domiciliari. Mentre nella stessa giornata di oggi è avvenuto l’insediamento della Costituente, con il rischio di nuovi scontri e nuove vittime.
La Santa Sede esprime “profonda preoccupazione per la radicalizzazione e l’aggravamento della crisi in Venezuela, con l’aumento dei morti, dei feriti e dei detenuti”, si legge nella nota. Per questo auspica la sospensione delle iniziative come la formazione di una nuova Costituente, “che, anziché favorire la riconciliazione e la pace, fomentano un clima di tensione e di scontro e ipotecano il futuro”. “Si creino le condizioni per una soluzione negoziata in linea con le indicazioni espresse nella lettera della Segreteria di Stato del primo dicembre 2016 – continua il Vaticano – tenendo presenti le gravi sofferenze del popolo per le difficoltà a procurarsi il cibo e le medicine, e per la mancanza di sicurezza”. La Santa Sede rivolge, infine, “un accorato appello all’intera società affinché venga scongiurata ogni forma di violenza, invitando, in particolare, le forze di sicurezza ad astenersi dall’uso eccessivo e sproporzionato della forza”.
La proposta di sospensione della Costituente avanzata dal Vaticano coincide con l’iniziativa del Procuratore generale del Venezuela, Luisa Ortega Diaz, che ha chiesto a un tribunale di Caracas di annullare l’insediamento dell’Assemblea, in base alle presunte manipolazioni dei dati elettorali, denunciati dalla società informatica Smartmatic, secondo la quale l’affluenza alle urne di domenica scorsa è stata gonfiata di oltre un milione di voti. Un tribunale venezuelano ha però respinto la richiesta del Ministero pubblico, come si legge in una nota della Corte suprema.
L’insediamento dell’assemblea costituente nella sede a Caracas del parlamento è quindi avvenuta. Un organismo fortemente contestato dall’opposizione con manifestazioni e scontri di piazza che hanno causato circa 120 morti, e non riconosciuto dalla maggioranza dei Paesi della Comunità internazionale. A dare il via alla cerimonia è stato Fernando Soto Rojas, ex parlamentare ‘chavista’, il più anziano tra i 545 membri della nuova assemblea. Delcy Rodriguez è la presidente, incarico nel quale ha già giurato dopo essere stata proposta dal numero due del ‘chavismo’, Diosdado Cabello.
Nei dintorni del Palazzo e in altri punti di Caracas gruppi di simpatizzanti del presidente Maduro hanno seguito la cerimonia. La giornata però potrebbe portare a nuove tensioni, dal momento che anche l’opposizione ha posticipato di un giorno le manifestazioni di protesta, in modo da farle coincidere proprio con l’insediamento dell’Assemblea. Intanto Ledezma, uno degli oppositori di Maduro, si trova ora agli arresti domiciliari dopo il fermo di martedì. Lo ha confermato Mitzy Capriles, moglie del sindaco di Caracas, via twitter: “Agenti del Sebin lo hanno riportato a casa – si legge – Antonio è tornato con l’angoscia per il fatto che Leopoldo e più di 600 prigionieri politici rimangono in cella”. Il riferimento è a Leopoldo Lopez, leader dell’opposizione portato via dalla sua casa lo stesso martedì scorso.