L’attesa era tutta per lui, Usain Bolt, e per i suoi 100 metri. E invece all’ultima gara il re della velocità ha abdicato: ai Mondiali di Londra vince l’americano 35enne Justin Gatlin, con cui Bolt non perdeva un testa a testa dal Golden Gala di Roma del 2013: una striscia di 45 gare. Secondo un altro velocista a stelle e strisce: quel Christian Coleman che con la freschezza dei suoi 21 anni sembrava il rivale più accreditato. Il velocista più vincente di tutti i tempi si deve così accontentare di un terzo posto, in un finale al fotofinish in cui il margine tra vittoria e sconfitta è stato questione di centimetri. In 9″92 però ha vinto Gatlin, tra i fischi del pubblico per il suo passato: due volte squalificato per doping. Bolt però lo ha abbracciato e ha zittito il pubblico: la sua fiaba termina senza lieto fine, ma comunque con un gesto da campione, tra i sorrisi e il tripudio di tutto lo stadio, dopo lo sconforto iniziale.
A Usain resta ora la staffetta 4×100 con la sua favoritissima Giamaica. L’ultima chance per lasciare il mondo dell’atletica con una vittoria. Sempre che, dopo l’inaspettata sconfitta, non decida di resettare tutto e rinviare ancora di qualche anno il suo addio. Ma, a 31 anni da compiere il prossimo mese, la sensazione è che per il più grande velocista di tutti i tempi sia arrivato il momento di lasciare spazio al nuovo che avanza.
La sua stella comincia a brillare già ai Mondiali juniores di Kingston nel 2002, quando vince l’oro nei 200 metri. Ma l’uomo più veloce al mondo palesa la sua grandezza alle Olimpiadi di Pechino 2008, con le vittorie nei 100 e 200 metri, insieme ai rispettivi record: 9″69 e 19″30, tempi fino a quel momento impensabili per il genere umano. L’anno dopo ai Mondiali di Berlino le gare che portano ancora più in là l’asticella dei limiti fisici: 9″58 nei 100, 19″19 nei 200. Numeri destinati a rimanere a lungo scolpiti nella storia dell’atletica.
Bolt vince sempre quando conta: tre ori alle Olimpiadi di Londra nel 2012, quelle della consacrazione definitiva, altri tre a Rio de Janeiro quattro anni più tardi. Nel frattempo altre 12 medaglie d’oro raccolte nei vari Mondiali, dove praticamente vince tutto. Infine il ritorno a Londra, per l’ultima impresa, incredibilmente mancata, ma senza intaccare la sua incredibile carriera. Ora l’ultimo show, la staffetta 4×100, prima di dire addio al più grande velocista della storia.