Lasci l’auto a Marina di Bibbona, scorgi in lontananza l’isola d’Elba, superi la villa di Beppe Grillo. Prosegui verso sud fino a Fossa Camilla: da qui fino alla foce del Seggio, a due passi da Donoratico, si stende per cinque chilometri la “spiaggia dei nobili”. Renaione, ma anche Palone o Oasi di Bolgheri, voluta da Mario Incisa della Rocchetta, l’ideatore del Sassicaia, nobile di vedute avanzate, soprattutto in agricoltura. E’ una delle spiagge più belle e blindate d’Italia. Il carnaio che contraddistingue Marina di Bibbona non c’è più: c’è silenzio, pochissimi eletti a ripararsi dal sole sotto le tettoie e altri a mangiare nei capanni.
I proprietari della spiaggia blindata sono infatti gli Incisa della Rocchetta, gli Antinori, i Della Gherardesca, discendenti di Ugolino di dantesca memoria e, per una quota modesta, della baronessa Maria Luisia Mosterts de Banfield. Così su questa battigia nobiliare hanno preso il sole e fatto il bagno cantanti, attori, scrittori e politici ospiti nelle ville dei nobili acquattate nella splendida oasi e pineta che per circa tre chilometri si distende dalla vecchia Aurelia alla spiaggia. Da Harrison Ford a Johnny Depp. Da Sting a Gianna Nannini. Da Gad Lerner a Oliviero Toscani. Da Peter Zwack, il fondatore dell’amaro Unicum, alla famiglia farmaceutica Menarini. Dall’ex presidente del Senato Marcello Pera al professore universitario ed ex senatore Pd Massimo Livi Bacci.
Ma gli anni del privilegio per i nobili di Bolgheri e Castagneto Carducci sta per finire. Dopo dieci anni di sentenze. Prima l’ordinanza del comune di Castagneto Carducci che nel 2002 ordinò la demolizione di capanni e tettoie in quanto – disse il sindaco – la spiaggia appartiene al demanio. Ricorso dei nobili al Tar: respinto (2005). Ricorso al Consiglio di Stato: respinto (2012). Fine? Ruspe in azione? No, perché in soccorso delle ragioni dei nobili proprietari della spiaggia intervenne la Sovrintendenza dei beni paesaggisti e architettonici di Pisa. Che bloccò tutto. Motivo? “Le capanne sono un patrimonio ambientale e paesaggistico da tutelare”.
Cin cin dei nobili. Durato poco, però. Perché sempre più turisti non si limitano a passare dalla battigia del Renaione, vanno oltre, si inoltrano nell’area del privilegio e c’è chi si ferma sotto le tettoie e si siede nei capanni. A giugno è scoppiata l’ennesima lite tra il proprietario di un capanno e una famiglia di turisti di Bolzano. Al grido: il capanno è mio. E la risposta: no, caro nobile, la spiaggia è del demanio. La sindaca di Castagneto Carducci Sandra Scarpellini, Pd di fede renziana, conferma e non potrebbe fare altrimenti: la spiaggia è del demanio. Si riaccendono le gru? Questo no, c’è quella sentenza della Sovrintendenza che parla chiaro: i capanni vanno salvati. Così la sindaca e l’assessore all’urbanistica Giorgio Badalassi hanno deciso di approvare entro la fine dell’anno un regolamento comunale che disciplini la spiaggia. In breve, il regolamento ribadirà l’ovvio e che solo per i nobili non è stato ovvio in tutti questi anni: la spiaggia è demaniale. Quindi niente può essere privato: neppure i capanni e le tettoie. Chiunque le potrà utilizzare. Senza essere respinto in malo modo come è successo finora.
Finirà così un’epoca. Mentre la Versilia era dei ricchi e dei straricchi un po’ cafonal, Capalbio dei radical chic e il resto dei turisti normali, il Renaione era “la crema della crema”, spiega Adele Chisci, una vecchia frequentatrice di queste zone tra Bolgheri e Castagneto. “La crema – aggiunge – di color che disprezzano e meleggiano i nuovi ricchi e le loro macchine costose quando qui, nel regno dei nobili, la polvere sulle vecchie station wagon (magari targate svizzera) equivale a ettari di selvaggia e incontaminata proprietà privata. Qui nell’oasi le ville sono chiuse non si usano i deprimenti catering ma ancora le vecchie e fedeli tate e cuoche di famiglia che ti facevano trovare l’ovino caldo al mattino e che sono affettuosamente chiamate per nome o con vezzeggiativi”.
Ma non tutti sono d’accordo. In molti difendono i nobili. “Questa spiaggia è l’unico pezzo di litorale non assediato dal cemento. Abbiamo la più grande oasi di Italia. Alle famiglie nobili bisognerebbe essere grati”, osserva Luciano Zazzeri, noto ristoratore di Marina di Bibbona. E così, almeno per questa estate, il tormentone da spiaggia è assicurato tra chi difende i nobili e chi invece ritiene arcaici i loro privilegi.