Teheran – Come se l’Iran non avesse altro a cui pensare. La maggior parte dei giornali iraniani oggi ha in prima pagina quello che è stato definito il “selfie della discordia“. Lo scorso 5 agosto, ben 80 delegazioni straniere sono giunte in Iran per assistere alla cerimonia di inaugurazione del presidente iraniano Hassan Rohani, che inizia il suo secondo mandato dopo le elezioni presidenziali dello scorso maggio. Alla fine della cerimonia, alcuni parlamentari hanno scattano alcune foto all’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini invitata per l’occasione.
Una decina di parlamentari sono stati a loro volta immortalati in peripezie pur di ottenere una foto o un selfie con la stessa. Le foto hanno iniziato a fare il giro del web e i social hanno definito questo gesto come un’umiliazione per il paese. Molti parlamentari sono stati criticati per il loro eccessivo entusiasmo e, secondo altri media, il loro comportamento avrebbe umiliato e imbarazzato il Parlamento. Insomma, si è cercato il pretesto di voler vedere qualcosa di negativo in una semplice foto. Federica Mogherini è molto amata in Iran, in particolare per il ruolo avuto durante il periodo dell’accordo nucleare. È un personaggio molto noto e rispettato da tutta la popolazione iraniana.
In molti hanno voluto leggere un retropensiero in quest’immagine. Qualcuno ci ha visto appunto un genuflettersi all’Occidente, un asservimento alle politiche occidentali; altri hanno visto una donna al centro di attenzioni eccessive poiché straniera. Le associazioni femminili si scateneranno presto per difendere il ruolo della donna, vedendo nella foto un atteggiamento sessista. Non sapendo forse, che probabilmente se fosse stato un uomo l’entusiasmo sarebbe stato più o meno lo stesso.
Che la Mogherini sia una bella donna nessuno lo mette in dubbio, ma basta fare un giro per la città di Teheran e si noteranno donne bellissime con veli che scoprono quasi del tutto il capo, curatissime e sempre sorridenti. L’Iran, è sempre bene ricordarlo, è un paese in cui circa il 70% della popolazione ha un’età inferiore ai 35 anni. L’immagine iraniana del dopo-rivoluzione è ormai lontano. I turisti, molti italiani in visita in Iran in questi giorni, non potranno che confermare di aver trovato un Paese completamente diverso dagli stereotipi.
Che i parlamentari iraniani siano attratti da un personaggio straniero, per di più donna, piacevole alla vista, a mio avviso è del tutto normale. Nessuno, credo, ha mai pensato di guardare al politico straniero come un fenomeno da zoo, come invece ha scritto qualcuno. Fa pensare che i giornali iraniani di entrambe le fazioni (conservatori e riformisti) abbiano criticato aspramente l’eccessivo entusiasmo dei parlamenti nel fare i selfie.
Oggi, il giornale riformista Shargh ha dedicato metà della prima pagina proprio alla foto della Mogherini, con i parlamentari alle spalle, in una sorta di vignetta. Anche i giornali conservatori, come Keyhan e Javan, hanno dedicato la prima pagina alla foto in Parlamento. Credo che l’Iran abbia altri problemi a cui pensare e spendere pagine di giornale per criticare una foto toglie tempo e spazio a notizie più importanti.
L’Italia anch’essa, sta rispondendo al caso mediatico iraniano, aggiungendo poi un altro lato dolente di questo viaggio dell’alto rappresentante Ue. In molti si sono cimentati sui social e sui media a criticare l’utilizzo del velo da parte della Mogherini. Gente poco informata sull’Iran che forse non sa che le donne in Iran hanno l’obbligo di coprire il capo. Non è facoltativo e vale per le iraniane così come per le straniere. Esiste una vasta letteratura sul tema e su quanto sia ingiusta questa regola.
Ogni donna dev’essere libera di scegliere come vestirsi. Campagne di sensibilizzazione sono state fatte con questo intento come My stealthy freedom, un movimento online nato nel 2014 dall’attivista e esule iraniana Masih Alinejad. Da me intervistata nel 2014, proprio all’inizio della sua campagna, in questi anni Masih ha continuato nel suo intento diffondendo sul suo sito foto di iraniane senza velo. Campagna però che fino a oggi non ha ottenuto il risultato sperato, in quanto, purtroppo, il velo in Iran rimane obbligatorio.
Che l’Alto commissario Federica Mogherini abbia indossato l’hijab è del tutto conforme alle regole. Non indossarlo significherebbe trasgredire la legge di un paese. Chi darebbe credito a un politico che trasgredisce le leggi del paese che la ospita? Tutte le donne con un ruolo istituzionale hanno l’obbligo di indossare l’hijab esattamente come il resto della popolazione femminile, iraniana e non. Lasciare che una donna non lo indossi perché svolge un ruolo politico sarebbe, paradossalmente, un’ulteriore discriminazione. Possiamo solo augurarci che proprio durante questo secondo mandato di Hassan Rohani si possano eliminare le imposizioni a una popolazione ormai stanca di non poter scegliere cosa dire, come vestirsi, chi frequentare, chi amare e in quale fede credere. Sono davvero tanti i temi di cui l’Iran si dovrebbe occupare e anche con una estrema urgenza. Di sicuro, l’ultimo di questi è l’entusiasmo utilizzato nello scattare un foto a un politico donna.
Tiziana Ciavardini
Giornalista e antropologa
Mondo
Federica Mogherini in Iran, polemiche inutili per il ‘selfie della discordia’
Teheran – Come se l’Iran non avesse altro a cui pensare. La maggior parte dei giornali iraniani oggi ha in prima pagina quello che è stato definito il “selfie della discordia“. Lo scorso 5 agosto, ben 80 delegazioni straniere sono giunte in Iran per assistere alla cerimonia di inaugurazione del presidente iraniano Hassan Rohani, che inizia il suo secondo mandato dopo le elezioni presidenziali dello scorso maggio. Alla fine della cerimonia, alcuni parlamentari hanno scattano alcune foto all’alto rappresentante per gli Affari esteri dell’Unione europea, Federica Mogherini invitata per l’occasione.
Una decina di parlamentari sono stati a loro volta immortalati in peripezie pur di ottenere una foto o un selfie con la stessa. Le foto hanno iniziato a fare il giro del web e i social hanno definito questo gesto come un’umiliazione per il paese. Molti parlamentari sono stati criticati per il loro eccessivo entusiasmo e, secondo altri media, il loro comportamento avrebbe umiliato e imbarazzato il Parlamento. Insomma, si è cercato il pretesto di voler vedere qualcosa di negativo in una semplice foto. Federica Mogherini è molto amata in Iran, in particolare per il ruolo avuto durante il periodo dell’accordo nucleare. È un personaggio molto noto e rispettato da tutta la popolazione iraniana.
In molti hanno voluto leggere un retropensiero in quest’immagine. Qualcuno ci ha visto appunto un genuflettersi all’Occidente, un asservimento alle politiche occidentali; altri hanno visto una donna al centro di attenzioni eccessive poiché straniera. Le associazioni femminili si scateneranno presto per difendere il ruolo della donna, vedendo nella foto un atteggiamento sessista. Non sapendo forse, che probabilmente se fosse stato un uomo l’entusiasmo sarebbe stato più o meno lo stesso.
Che la Mogherini sia una bella donna nessuno lo mette in dubbio, ma basta fare un giro per la città di Teheran e si noteranno donne bellissime con veli che scoprono quasi del tutto il capo, curatissime e sempre sorridenti. L’Iran, è sempre bene ricordarlo, è un paese in cui circa il 70% della popolazione ha un’età inferiore ai 35 anni. L’immagine iraniana del dopo-rivoluzione è ormai lontano. I turisti, molti italiani in visita in Iran in questi giorni, non potranno che confermare di aver trovato un Paese completamente diverso dagli stereotipi.
Che i parlamentari iraniani siano attratti da un personaggio straniero, per di più donna, piacevole alla vista, a mio avviso è del tutto normale. Nessuno, credo, ha mai pensato di guardare al politico straniero come un fenomeno da zoo, come invece ha scritto qualcuno. Fa pensare che i giornali iraniani di entrambe le fazioni (conservatori e riformisti) abbiano criticato aspramente l’eccessivo entusiasmo dei parlamenti nel fare i selfie.
Oggi, il giornale riformista Shargh ha dedicato metà della prima pagina proprio alla foto della Mogherini, con i parlamentari alle spalle, in una sorta di vignetta. Anche i giornali conservatori, come Keyhan e Javan, hanno dedicato la prima pagina alla foto in Parlamento. Credo che l’Iran abbia altri problemi a cui pensare e spendere pagine di giornale per criticare una foto toglie tempo e spazio a notizie più importanti.
L’Italia anch’essa, sta rispondendo al caso mediatico iraniano, aggiungendo poi un altro lato dolente di questo viaggio dell’alto rappresentante Ue. In molti si sono cimentati sui social e sui media a criticare l’utilizzo del velo da parte della Mogherini. Gente poco informata sull’Iran che forse non sa che le donne in Iran hanno l’obbligo di coprire il capo. Non è facoltativo e vale per le iraniane così come per le straniere. Esiste una vasta letteratura sul tema e su quanto sia ingiusta questa regola.
Ogni donna dev’essere libera di scegliere come vestirsi. Campagne di sensibilizzazione sono state fatte con questo intento come My stealthy freedom, un movimento online nato nel 2014 dall’attivista e esule iraniana Masih Alinejad. Da me intervistata nel 2014, proprio all’inizio della sua campagna, in questi anni Masih ha continuato nel suo intento diffondendo sul suo sito foto di iraniane senza velo. Campagna però che fino a oggi non ha ottenuto il risultato sperato, in quanto, purtroppo, il velo in Iran rimane obbligatorio.
Che l’Alto commissario Federica Mogherini abbia indossato l’hijab è del tutto conforme alle regole. Non indossarlo significherebbe trasgredire la legge di un paese. Chi darebbe credito a un politico che trasgredisce le leggi del paese che la ospita? Tutte le donne con un ruolo istituzionale hanno l’obbligo di indossare l’hijab esattamente come il resto della popolazione femminile, iraniana e non. Lasciare che una donna non lo indossi perché svolge un ruolo politico sarebbe, paradossalmente, un’ulteriore discriminazione. Possiamo solo augurarci che proprio durante questo secondo mandato di Hassan Rohani si possano eliminare le imposizioni a una popolazione ormai stanca di non poter scegliere cosa dire, come vestirsi, chi frequentare, chi amare e in quale fede credere. Sono davvero tanti i temi di cui l’Iran si dovrebbe occupare e anche con una estrema urgenza. Di sicuro, l’ultimo di questi è l’entusiasmo utilizzato nello scattare un foto a un politico donna.
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Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Il Segretario di Stato Marco Rubio ha dichiarato alla Cbs che ci sarà un aumento dei casi di detenzione simili a quello del manifestante filo-palestinese Mahmoud Khalil. "Ogni giorno, ormai - ha aggiunto - approviamo revoche di visti e anche di Green Card".
"Devi fare certe dichiarazioni", ha spiegato a proposito dei non cittadini che arrivano negli Stati Uniti. "Se ci dici, quando fai domanda per un visto, che stai arrivando negli Stati Uniti per partecipare a eventi pro-Hamas che vanno contro gli interessi della politica estera... Se ci avessi detto che lo avresti fatto, non ti avremmo mai dato il visto".
Beirut, 16 mar. (Adnkronos) - Hezbollah ha condannato in una dichiarazione gli attacchi americani contro obiettivi Houthi nello Yemen. "Affermiamo la nostra piena solidarietà nei confronti del coraggioso Yemen e chiediamo a tutti i popoli liberi del mondo e a tutte le forze di resistenza nella nostra regione e nel mondo di unirsi per contrastare il progetto sionista americano contro i popoli della nostra nazione", ha scritto in una nota il Partito di Dio.
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Gli attacchi americani in Yemen sono "un avvertimento per gli Houthi e per tutti i terroristi". Lo ha detto a Fox News il vice inviato degli Stati Uniti per il Medio Oriente, Morgan Ortagus, sottolineando che "questa non è l'amministrazione Biden. Se colpisci gli Stati Uniti, il presidente Trump risponderà. Il presidente Trump sta ripristinando la leadership e la deterrenza americana in Medio Oriente".
Washington, 16 mar. (Adnkronos) - Steve Witkoff, ha definito "inaccettabili" le ultime richieste di Hamas in merito al cessate il fuoco a Gaza. Riferendosi alla conferenza del Cairo di inizio mese, l'inviato statunitense per il Medio Oriente ha detto alla Cnn di aver "trascorso quasi sette ore e mezza al summit arabo, dove abbiamo avuto conversazioni davvero positive, che descriverei come un punto di svolta, se non fosse stato per la risposta di Hamas".
Hamas avrebbe insistito affinché i negoziati per un cessate il fuoco permanente iniziassero lo stesso giorno del prossimo rilascio di ostaggi e prigionieri palestinesi. Secondo Al Jazeera, Hamas ha anche chiesto che, una volta approvato l'accordo, i valichi di frontiera verso Gaza venissero aperti, consentendo l'ingresso degli aiuti umanitari prima del rilascio di Edan Alexander e dei corpi di quattro ostaggi. Inoltre, il gruppo ha chiesto la rimozione dei posti di blocco lungo il corridoio di Netzarim e l'ingresso senza restrizioni per i residenti di Gaza che tornano dall'estero attraverso il valico di Rafah.
"Abbiamo trascorso parecchio tempo a parlare di una proposta di ponte che avrebbe visto il rilascio di cinque ostaggi vivi, tra cui Edan Alexander, e anche, tra l'altro, il rilascio di un numero considerevole di prigionieri palestinesi detenuti nelle carceri israeliane", ha detto Witkoff. "Pensavo che la proposta fosse convincente: gli israeliani ne erano stati informati e avvisati in anticipo". "C'è un'opportunità per Hamas, ma si sta esaurendo rapidamente", ha continuato Witkoff. " Con quello che è successo ieri con gli Houthi, ciò che è successo con il nostro ordine di attacco, incoraggerei Hamas a diventare molto più ragionevole di quanto non sia stato finora".
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - L'esercito israeliano ha scoperto un nascondiglio di armi nel campo profughi di Nur Shams, fuori Tulkarem, nella Cisgiordania settentrionale. Lo ha reso noto l'Idf, precisando che sono state rinvenute diverse borse contenenti armi, una delle quali conteneva anche un giubbotto con la scritta 'Unrwa'. Le armi confiscate sono state consegnate alle forze di sicurezza per ulteriori indagini.
Tel Aviv, 16 mar. (Adnkronos) - Un missile lanciato dagli Houthi è caduto a Sharm el-Sheikh, nella penisola egiziana del Sinai. Lo ha riferito la radio dell'esercito israeliano, aggiungendo che l'Idf sta indagando per stabilire se il missile fosse diretto contro Israele.
Passo del Tonale, 15 mar.(Adnkronos) - Che l’aspetto competitivo fosse tornato ad essere il cuore pulsante di questa quinta edizione della Coppa delle Alpi era cosa già nota. Ai piloti il merito di aver offerto una gara esaltante, che nella tappa di oggi ha visto Alberto Aliverti e Francesco Polini, sulla loro 508 C del 1937, prendersi il primo posto in classifica scalzando i rivali Matteo Belotti e Ingrid Plebani, secondi al traguardo sulla Bugatti T 37 A del 1927. Terzi classificati Francesco e Giuseppe Di Pietra, sempre su Fiat 508 C, ma del 1938. La neve, del resto, è stata una compagna apprezzatissima di questa edizione della Coppa delle Alpi, contribuendo forse a rendere ancor più sfidante e autentica la rievocazione della gara di velocità che nel 1921 vide un gruppo di audaci piloti percorrere 2300 chilometri fra le insidie del territorio alpino, spingendo i piloti a sfoderare lo spirito audace che rappresenta la vera essenza della Freccia Rossa.
Nel pomeriggio di oggi, dalla ripartenza dopo la sosta per il pranzo a Baselga di Piné, una pioggia battente ha continuato a scendere fino all’arrivo sul Passo del Tonale, dove si è trasformata in neve. Neve che è scesa copiosa anche in occasione del primo arrivo di tappa a St. Moritz e ieri mattina, sul Passo del Fuorn. Al termine di circa 880 chilometri attraverso i confini di Italia, Svizzera e Austria, i 40 equipaggi in gara hanno finalmente tagliato il traguardo alle 17:30 di oggi pomeriggio all’ingresso della Pista Ghiaccio Val di Sole, dove hanno effettuato il tredicesimo ed ultimo Controllo Orario della manifestazione.
L’ultimo atto sportivo dell’evento è stato il giro nel circuito, all’interno del quale le vetture si sono misurate in una serie di tre Prove Cronometrate sulla neve fresca valide per il Trofeo Ponte di Legno, vinto da Francesco e Giuseppe Di Pietra. L’altro trofeo speciale, il Trofeo Città di Brescia, ovvero la sfida 1 vs 1 ad eliminazione diretta di mercoledì sera in Piazza Vittoria, era stato anch’esso vinto da Aliverti-Polini.