“Cento minori” sono stati uccisi in un campo di addestramento Isis in Siria, a seguito di un raid della coalizione a guida Usa. A riferirlo è la tv saudita al Arabiya. Secondo l’emittente il raid della coalizione americana sarebbe avvenuto nell’area di Dayr az Zor, città sull’Eufrate al confine con l’Iraq. La notizia data dalla tv panaraba non è stata confermata ufficialmente.
Del fatto, però, hanno riferito anche alcuni attivisti anti-Isis che lavorano nell’area in maniera clandestina. Il gruppo ha affermato che il raid è avvenuto nella notte tra sabato e domenica scorsi. La località da loro indicata è quella di Kashkiya, a sud di Dayr az Zor, a circa 50 km dal confine iracheno. Sono stati colpiti “cento membri dei Leoncini del Califfato”, la milizia dei giovani jihadisti dell’Isis. Gli attivisti riferiscono che i miliziani hanno circondato la zona dell’attacco e vietano l’accesso ai civili.
Proseguono, intanto, i colloqui sulla Siria a Teheran. Martedì e mercoledì le delegazioni di Iran, Russia e Turchia si incontreranno nel quadro del processo di Astana. Come riferisce il portavoce del ministero iraniano degli Esteri, Bahram Qassemi si tratta di un incontro a livello di “esperti” tra “diplomatici” dei tre Paesi garanti del cessate il fuoco. A fine mese ne seguirà un altro ad Astana e sarà il sesto colloquio sul paese arabo. L’ultimo sempre ad Astana risale al 6 luglio.
Sul conflitto che si trascina dal 2011 e sui crimini commessi nel Paese si è espressa nelle ultime ore Carla Del Ponte. L’ex procuratrice dell’Aja ha annunciato le sue dimissioni dalla Commissione indipendente di inchiesta Onu sulla Siria. Dimissioni che ha già scritto e “presenterà al Consiglio dei diritti umani dell’Onu con un mese di anticipo rispetto alla prossima sessione di settembre”.
Carla Del Ponte dalle colonne di Repubblica punta il dito sia sull’Organizzazione che su Russia e Usa: si dice delusa, denuncia l’inazione del Consiglio di Sicurezza e dopo 5 anni di permanenza nella commissione lancia il suo attacco contro l’Onu che “non fa l’unica mossa necessaria: istituire un tribunale internazionale che individui e condanni i colpevoli degli orrendi crimini compiuti in quel paese da tutte le parti belligeranti”.
Del Ponte, collaboratrice di Giovanni Falcone, ne ha per tutti. Per la Russia che arma il governo di Bashar Al Assad ed è parte del conflitto. Per gli Usa che inizialmente hanno appoggiato le opposizioni contro il regime di Damasco, e adesso lo tollerano puntando sulla coalizione anti-Isis ma facendo crescere il numero dei morti. “Se restassi – continua Del Ponte – illuderei le vittime di una sporca guerra in cui le lacrime per i bambini trucidati dalle bombe sono soltanto fittizie”.