È in un'intercettazione che emerge, secondo gli inquirenti di Torre Annunziata, il prezzo della corruzione. I due indagati - è il 23 gennaio 2016 - fanno i conti dei soldi: "Ma perché dovrei darti questi 20mila euro". Per il gip "appare indubbio" che il riferimento sia a Borriello "il quale è l'unico soggetto con cui i Balsamo intrattengono rapporti illeciti..." ed è l'unico che li chiama per sollecitare lo spazzamento delle strade e la raccolta dei rifiuti
Sempre di sera, su una strada provinciale lontano dal centro cittadino e da possibili sguardi indiscreti, e dove i telefonini agganciavano le celle telefoniche di un altro comune: quello di Massa Lubrense a quasi 40 chilometri da Torre del Greco. Agli “incontri carbonari” l’allora sindaco della cittadina ai piedi del Vesuvio, Ciro Borriello, e l’imprenditore Massimo Balsamo – arrestati dalla Guardia di Finanza per una storia di corruzione e rifiuti – ci arrivavano anche con auto di altri. E stando all’intercettazione di due indagati, Massimo e Antonio Balsamo, la bustarella per il primo cittadino ogni volta conteneva 20mila euro.
I due indagati – è il 23 gennaio 2016 – fanno i conti dei soldi che versano a Borriello che li chiama continuamente, rivolgendosi sempre con tanta gentilezza e non con il piglio da comandante che usa normalmente con altre persone, per segnalare cumuli di rifiuti in alcune strade. I due uomini si lamentano: “… Ma perché t’essa rà sti 20mila euro… io me chiav io rint a sacca sti 20mila euro (Ma perché dovrei darti questi 20mila euro, io me li metto in tasca questi 20mila euro, ndr) dice Massimo all’altro che sottolinea “…. rint a un anno so 240mila euro (in un anno sono 240mila euro, ndr)”. Per il gip di Torre Annunziata Emma Aufieri, che ha firmato l’ordinanza di custodia cautelare, “appare indubbio” che il riferimento sia a Borriello “il quale è l’unico soggetto con cui i Balsamo intrattengono rapporti illeciti…” ed è l’unico che li chiama per sollecitare lo spazzamento delle strade e la raccolta dei rifiuti.
Gli investigatori, nonostante le cautele degli indagati che per gli incontri dicevano “si va in palestra“, hanno fotografato quattordici appuntamenti lì al buio della via Panoramica. In uno di questi hanno registrato anche “lo strofinìo” di carta come se si stesse contando il denaro e la chiusura del portaoggetti. È il 2 dicembre 2015, il primo degli incontri interrotti dall’arresto di Balsamo per un’altra vicenda, Borriello sale sull’auto e l’altro, alzando il volume della radio, gli dice che ha messo “quella cosa nel cruscotto”. Pochi giorni dopo viene formalizzato lo spostamento di una dirigente da un ufficio all’altro: l’imprenditore si era lamentato del “comportamento zelante” della dirigente del settore Ambiente. Il primo cittadino gli comunica anche l’indizione di alcune gare. E poi c’è da risolvere il caso di un uomo che ha perso il figlio nel giugno del 2012 nell’incidente stradale avvenuto al varco d’uscita degli automezzi dei Balsamo. Una controversia che il sindaco – in campagna elettorale per il secondo mandato – tenta di risolvere annunciando la costruzione di una rotatoria dedicata al giovane a nome del Comune. Il padre del ragazzo – contattato personalmente da Borriello in periodo preelettorale – però si oppone alla costruzione della rotatoria quando capisce che sarebbe stata la ditta a eseguire i lavori. Un’impresa – come hanno verificato gli investigatori – che tra le altre cose non eseguiva la pulizia dei camion come avrebbe dovuto oltre a lasciare per giorni la “munnezza” in strada.
Ma Borriello, con simpatie per la Lega di Matteo Salvini con cui si era fatto fotografare, aveva fatto questo e altro, secondo la procura di Torre Annunziata, per favorire la ditta di raccolta rifiuti dei Balsamo. Aveva perseguitato un’altra ditta con controlli e richieste continui. Per estromettere la ditta Buttol e far decadere l’appalto erano stati redatti nel 31 verbali in 15 giorni da parte degli ispettori comunali. Per portare a termine il suo piano aveva anche con la complicità di un dirigente Asl 3, che risulta indagato, emesso un’ordinanza per emergenza sanitaria il 24 gennaio 2015. Così da istituire “un servizio sostitutivo di raccolta rifiuti svolto da dipendenti comunali”. E anche per un’altra ditta la Ego Eco c’era stato lo stesso trattamento: la ditta si era aggiudicata il servizio per il periodo 21 maggio 2012-20 gennaio 2016 per oltre 30 milioni di euro: era addirittura il primo cittadino, secondo l’accusa, a eseguire “rigidi controlli in prima persona e in tempo di notte”.