“Se ci saranno gli estremi, a partire dalla denuncia del ragazzo che ha subito l’aggressione, il Comune di Mantova si costituirà parte civile nel giudizio che seguirà. Come sindaco di una città che condanna ogni forma di violenza sento il dovere che l’istituzione Comune, che rappresenta tutti i cittadini, dica chiaramente che Mantova non sarà mai la città dove violenza ed estremismi possono agire indisturbati”. Le parole del sindaco di Mantova, Mattia Palazzi, seguono quanto successo sabato sera in un pub del centro cittadino, dove un ragazzo di 30 anni è stato aggredito e picchiato da un gruppo di naziskin per contrasti di natura politica.
Lunedì 7 agosto il ragazzo aggredito ha sporto denuncia. Intanto le indagini da parte della Digos di Mantova stanno proseguendo a ritmo serrato per identificare gli autori del raid punitivo. Si tratta di militanti riconducibili agli ambienti di estrema destra di stampo neo fascista. In un primo momento sembrava che la maggior parte di loro provenisse da fuori provincia, soprattutto dal veronese, ma nella tarda serata di martedì 8 agosto l’Ansa ha riportato che sono sette, e tutti mantovani, i neofascisti denunciati dalla Digos per l’aggressione di sabato sera nel pub di Mantova. “L’indagine, però – specifica l’agenzia- è solo all’inizio e potrebbe riservare sviluppi mettendo a nudo collegamenti con altri gruppi fuori regione, in particolare veneti. Sabato sera, infatti, il gruppo che ha aggredito il giovane poco prima aveva distribuito adesivi del Veneto Fronte Skin-Progetto nazionale”.
L’episodio incriminato si è verificato intorno alle 23 di sabato 5 agosto in un pub molto frequentato del centro cittadino. Un gruppetto di ragazzi e ragazze con teste rasate e tutto l‘armamentario simbolico dei gruppi neofascisti – magliette con croci celtiche e altri segni riconducibili agli ambienti naziskin – entra nel locale: le ragazze si fermano al bancone del bar per una birra, mentre i ragazzi sembrano muoversi alla ricerca di qualcuno. Le loro attenzioni si fermano su un 30enne seduto a un tavolino con alcuni amici. Sta sorseggiando una birra, ma indossa una t-shirt del gruppo punk anni ’70 dei Cock Sparrer. Una t-shirt che ai neofascisti non va a genio perché troppo di sinistra. Iniziano a provocare il ragazzo, a insultarlo. In un attimo si passa dalle parole ai fatti, prima qualche spintone e poi un pugno dritto in faccia al 30enne che crolla a terra. I suoi amici intervengono, il gruppetto di naziskin si disperde per le vie del centro e quando arrivano le volanti di loro non c’è più traccia. Il ragazzo viene portato al Pronto soccorso dell’ospedale di Mantova, da dove viene dimesso con una prognosi di sette giorni. Nel frattempo i poliziotti raccolgono molte testimonianze e descrizioni, tanto che quasi tutti gli autori dell’aggressione starebbero per essere identificati. “Stiamo lavorando senza sosta e i risultati non mancheranno. Si tratta di violenze intollerabili”, ha dichiarato alla Gazzetta di Mantova il Questore Salvatore Pagliazzo Bonanno. Intanto per lunedì il Prefetto di Mantova, in seguito al questo grave episodio, ha convocato una riunione del Comitato Provinciale per l’Ordine e la Sicurezza al quale parteciperanno i rappresentanti delle forze dell’ordine e delle istituzioni.
L’associazione eQual, che si occupa di questioni sociali e di conservazione della memoria, da tempo denuncia crescenti provocazioni e vandalismi da parte dei nostalgici del fascismo sul territorio mantovano, anche se ancora non si era verificato un fatto di tale gravità: “Dopo questo fatto gravissimo – spiega il portavoce dell’associazione – ci appelliamo alla società civile perché sia attenta e si esprima nel rifiutare il ritorno del fascismo a tutti i livelli; alle istituzioni locali chiediamo, come già deliberato in altre città, di non permettere più la presenza su suolo pubblico di movimenti che propagandano idee contrarie ai valori della Costituzione e inneggianti all’odio e al fascismo”.