“I sopravvissuti ci hanno detto di essere stati costretti a buttarsi in acqua, alcuni spinti fisicamente in mare dallo scafista che poi è ripartito per tornare in Somalia e prendere un altro carico di persone”. A parlare è Laurent de Boeck, capo della missione dell’Oim (agenzia dell’Onu per le migrazioni), che denuncia una nuova strage, “inumana e scioccante”. Almeno 50 migranti sono morti affogati, lasciati deliberatamente annegare dallo scafista che li stava trasportando. L’Oim definisce “scioccante” l’accaduto e parla di 120 migranti che erano partiti dalla Somalia e dall’Eritrea ma non sono riusciti ad arrivare oltre lo Yemen. Erano tutti giovanissimi (l’età media a bordo era di 16 anni) e sono stati costretti a gettarsi in acqua quando lo scafista ha visto arrivare una motovedetta. “Troppi giovani purtroppo – commenta l’Oim – pagano gli scafisti nella speranza di un futuro migliore“.
Delle 120 persone a bordo, almeno 50 sono affogate, 22 sono disperse e 27 sono state soccorse, mentre gli altri sopravvissuti sono fuggiti appena hanno raggiunto la riva. Molti di loro, invece, sono rimasti per seppellire i compagni morti. Il personale dell’Oim ha trovato su una spiaggia della provincia di Shabwa le sepolture improvvisate di 29 migranti affogati.
Lo stretto braccio di mare tra il corno d’Africa e lo Yemen e da tempo una rotta di migrazione, nonostante la guerra che da anni imperversa nel paese. Secondo i dati dell’agenzia Onu, sono circa 55mila i migranti che hanno lasciato i paesi del corno d’Africa per passare in Yemen da gennaio, provenienti in gran parte da Somalia ed Etiopia. Un terzo di loro sono donne.
Nonostante la guerra in Yemen i migranti africani continuano infatti a passare di lì perché non c’è un’autorità centrale che possa impedire loro di sbarcare e proseguire poi il loro viaggio. Ma proprio a causa della guerra il tragitto diventa sempre più pericoloso e i migranti finiscono spesso nelle mani dei guerriglieri o di banditi senza scrupoli.