Manca poco all’avvio del Polo unico per le visite fiscali. Il primo settembre scatta la competenza esclusiva dell’Inps sui medici che verificano la malattia di chi si assenta dal lavoro. L’istituto, come disposto dalla riforma Madia, eredita anche le ispezioni sui dipendenti pubblici finora gestite dalle Asl. A dettare le linee guida per la prima fase sperimentale è l’Inps in una nota della direttrice generale, Gabriella Di Michele. Le visite mediche di controllo potranno scattare “sia su richiesta delle pubbliche amministrazioni, in qualità di datori di lavoro, sia d’ufficio“, da parte dell’Istituto stesso. Che non evita di sottolineare alcune criticità sul nuovo regime, previsto dalla riforma Madia.
L’Inps evidenzia in particolare il rischio non avere abbastanza personale medico sul territorio e anche mal distribuito. Da una prima verifica sull’elenco dei medici a disposizione – riporta la nota – “è stato possibile riscontrare alcune criticità riferite a specifiche aree territoriali dove la carenza di medici disponibili appare particolarmente rilevante”. Al contrario “vi sono aree caratterizzate da un numero di medici iscritti nelle liste speciali decisamente elevato rispetto ai fabbisogni”.
Le liste, infatti, sono definite a livello provinciale e” il medico può essere iscritto solo nella provincia presso la quale è risultato idoneo all’iscrizione”. Non solo. Un decreto del 2013 “cristallizza” queste liste. Ma ci sarebbe una soluzione. Nel testo si legge che “a beneficio delle sole strutture territoriali che già non riescono a soddisfare le richieste datoriali”, e quelle che hanno “potenzialità appena sufficienti ai fabbisogni attuali”, c’è la possibilità di “incarichi temporanei o la reintegrazione delle liste. In base alla necessità si potrà, dunque “procedere con l’assegnazione di incarichi temporanei che possono essere occasionali o continuativi” ma “per la durata massima di quattro mesi”. Le sedi potranno anche utilizzare i “medici dipendenti e o convenzionati dell’Istituto”.
Gli accertamenti sulle assenze per malattia dell’Inps riguarderanno “tutte le amministrazioni dello Stato”, comprese le scuole di ogni ordine e grado, le Regioni, le Province, i Comuni, le università, le Camere di commercio, le aziende e gli enti del Servizio sanitario nazionale, le agenzie. Nel controllo ricadono “tutte le Regioni e Province a statuto speciale, non esclusa la Regione siciliana”. E ancora. Il polo unico verificherà le Autorità indipendenti, comprese “la Consob e la Banca d’Italia, nonché il personale delle Università non statali legalmente riconosciute”. Non rientrano, invece, per “esplicita previsione legislativa”, il personale delle Forze armate e dei corpi armati dello Stato e del corpo nazionale dei vigili del fuoco”.
Sulle fasce di reperibilità, ovvero gli orari in cui bisogna essere a disposizione del medico fiscale per la visita, in questa prima fase non dovrebbe cambiare nulla: sette ore per la pubblica amministrazione (dalle 9 alle 13 e dalle 15 alle 18) e quattro per i privati (dalle 10 alle 12 e dalle 17 alle 19). Il presidente dell’Inps Tito Boeri, però, di recente ha avanzato l’ipotesi di portare tutti a sette ore. Tra le novità in vista c’è la possibilità di “visite reiterate“. Se il lavoratore malato non si fa trovare a casa, poi, “si procederà con l’invito a visita ambulatoriale“, anche per gli statali.
Resta però il nodo dei costi. Che non è secondario: il budget complessivo per il Polo Unico è di 17 milioni di euro per il 2017, a partire dal primo settembre. Il tetto di spesa è “valido complessivamente per le visite datoriali e d’ufficio”. Al momento della richiesta, il sistema informatico dell’Inps “effettuerà automaticamente un controllo sulla disponibilità del budget, in fase di inserimento della richiesta”. Ciò anche per “evitare un eventuale superamento delle risorse stanziate“. Cosa succede se i soldi non bastano? Semplice: il sistema “restituirà l’informazione alla P.A richiedente, bloccandone la richiesta”. Insomma, niente accertamenti se si dovesse andare in rosso.