Il voto di sfiducia nei suoi confronti? “Tra quelli che mi hanno cacciato ci sono anche alcuni consiglieri comunali coinvolti in vicende di abusivismo edilizio“. L’ex ministro dell’Interno, Angelino Alfano? “Un anno fa ha detto che avrebbe invitato le forze politiche locali a stringersi attorno a me. E infatti oggi anche i suoi consiglieri hanno votato per cacciarmi“. Il governatore Rosario Crocetta? “È venuto qui a dire: il sindaco ha scelto di demolire. Una dichiarazione un po’ ignorante: demolire non è una scelta politica. È un obbligo di legge“. Nel day after del voto del consiglio comunale che lo ha fatto decadere da sindaco di Licata, Angelo Cambiano è tutt’altro che arrabbiato. “No, al massimo direi deluso: non posso pensare che questa sia la fine prevista per tutti gli onesti servitori dello Stato“, racconta l’ormai ex primo cittadino, diventato famoso perché ha fatto eseguire le ordinanze di demolizione per le costruzioni abusive nel comune agrigentino.
Una vicenda che dovrebbe rappresentare solo un fatto di ordinaria amministrazione. In terra di Sicilia, invece, è diventata una storia fatta di minacce, attentati incendiari e polemiche al veleno. E con un epilogo che lo stesso Cambiano aveva profetizzato. “Sto vivendo una situazione paradossale, ho svenduto la mia vita e so anche come andrà a finire: mi isoleranno sempre di più, dicendo che cerco solo pubblicità. Se non mi arriveranno risposte chiare da parte del governo nelle prossime ore, mi dimetto”, diceva il sindaco al fattoquotidiano.it nell’ottobre del 2016. E infatti a due anni dall’elezione, primo termine utile previsto dalla legge per presentare una mozione di sfiducia contro il primo cittadino, ecco che Cambiano è stato messo alla porta. Proprio alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre.
Signor sindaco, perché non si è dimesso un anno fa?
Ex sindaco, ormai. Non mi sono dimesso perché l’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, mi chiese di andare avanti. Mi volle incontrare a Taormina per darmi fiducia e dirmi che sarebbe stata una sconfitta dimettersi. Poi dichiarò persino che avrebbe invitato le forze politiche locali a stringersi attorno a me.
E invece?
E invece tra i consiglieri comunali che hanno votato la mia sfiducia ci sono anche quelli del suo partito.
Non ha sentito Alfano dopo il voto di sfiducia?
No, non l’ho sentito.
Chi si è fatto sentire?
Questa volta quasi nessuno. Devo riconoscere solo la vicinanza del ministro dell’Interno, Marco Minniti, e della sua segreteria. E poi ho ricevuto molte telefonate da parte di persone normali. Non sono convinto che la volontà del consiglio comunale corrisponda a quella della città. Almeno dalle parole che mi hanno dedicato gran parte dei miei concittadini.
Un anno fa anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, venne a Licata a sostenerla.
Sì, con lui ho avuto uno scontro perché venne qui e disse: Il sindaco ha scelto di demolire. Un modo un po’ ignorante di sostenermi, se mi permette.
Perché?
Perché demolire non è una scelta politica ma un obbligo di legge. Quelli demoliti sono manufatti abusivi dove c’è un vincolo totale, gravati da sentenza passata in giudicato. È questo il passaggio che mette in pericolo la mia incolumità: è stato fatto passare il messaggio che il sindaco ha scelto di demolire, che a Licata c’era il sindaco demolitore. E invece il sindaco rispetta semplicemente le sentenze della magistratura. Certo capisco che è facile additare il sindaco di Licata come un demolitore in un contesto regionale dove sul fronte della lotta all’abusivismo non avviene nulla o quasi.
Quante demolizioni avete fatto a Licata in due anni?
Settantadue, tutte seconde case entro i 150 metri dalla battigia, laddove c’è un vincolo di inedificabilità assoluta.
Non si tratta dunque del cosiddetto abusivismo di necessità?
Assolutamente no. Esisterà anche l’abusivismo di necessità ma per adesso le sentenze riguardano immobili entro i 150 metri dalla battigia. Ho letto che il candidato governatore del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, ha parlato di abusivismo di necessità. Qualche mese fa lo incontrai per caso all’Assemblea regionale siciliana e mi disse di andare avanti e che mi sostenevano.
A parte i consiglieri di Alfano, chi sono gli altri che l’hanno sfiduciata?
Alcuni ex esponenti del Movimento per l’Autonomia che fanno capo a Carmelo Pullara, candidato alle prossime elezioni regionali. Uno che già aveva detto: faremo di tutto per fermare le ruspe. Ora potrà strizzare l’occhio agli abusivi dicendo: abbiamo mandato a casa chi voleva demolirvi le case.
Tra i 21 consiglieri che l’hanno sfiduciata c’è qualcuno che ha ricevuto un ordine di demolizione?
Sì o direttamente o tramite qualche familiare: un cognato, un fratello, un suocero, un papà.
Quanti sono?
Io credo che siano almeno 5 o 6. Se non addirittura 7.
È vero che ha fatto un esposto alla magistratura sul tema?
Sì è vero. È una vicenda nata da una mia dichiarazione all’Arena di Massimo Giletti. In tv mi hanno chiesto: ci sono consiglieri comunali coinvolti in vicende di abusivismo edilizio? Risposi: Sicuramente sì, ci sono. Al mio rientro in città mi volevano querelare per avere offeso l’onorabilità del consiglio comunale, quindi ho dato disposizioni agli uffici per cercare gli eventuali coinvolgimenti familiari di consiglieri in vicende di abusivismo edilizio.
E quale è stato il risultato di questa indagine interna?
Nessuno. La procedura si impantanò o fu fatta impantanare appositamente perché mi venne detto che la privacy non lo permetteva. A luglio, però, a Licata sono stati notificati 19 avvisi di garanzia per concessioni edilizie false. A quel punto con un nota riservata ho chiesto all’ufficio competente di comunicarmi eventuali coinvolgimenti di appartenenti al consiglio. Mi è stato fornito un elenco e l’ho trasmesso alla procura della Repubblica di Agrigento.
Solo che dopo pochi giorni lei è stato mandato a casa dagli stessi abusivi.
Sì, sono stato cacciato anche da alcuni consiglieri comunali che sono coinvolti in vicende di abusivismo edilizio. Mi lasci dire una cosa però.
Dica.
Licata è fatta di gente perbene e onesta. Anche chi ha costruito abusivamente lo ha fatto a volte inconsapevolmente o perché la classe politica di allora lo ha permesso. Io non penso che l’abusivo sia un delinquente. Semplicemente se si sbaglia bisogna cercare di sanare l’errore. E invece il messaggio che passa è: il sindaco vuole abbattere le case? Cacciamo il sindaco, ammazziamo il sindaco.
E infatti l’hanno cacciata. Adesso che fa? Torna a fare l’insegnante?
Torno alla mia vita di sempre anche se in questi due anni la mia vita è cambiata.
In che modo?
Mi hanno incendiato due immobili in meno di un anno. Solo per uno di questi attentati sono stati individuati gli esecutori materiali ma non i mandanti. Dell’altro caso non si sa nulla. Sono diventato sindaco da normalissimo cittadino e ora sono sotto tutela: mio figlio è nato nove mesi fa praticamente sotto scorta. Ritornerò alla mia vita di ogni giorno, ma vivendo sotto scorta solo perché ho cercato di fare rispettare la legge.
Secondo lei è un caso che la sfiducia sia arrivata proprio alla vigilia delle elezioni regionali?
Era il primo termine utile. Certo se questi mi hanno sfiduciato per farsi la campagna elettorale per le elezioni regionali sto davvero pensando di non fargli questa cortesia.
Pensa di candidarsi?
Se la legge me lo consente potrei farlo sì ma non so davvero con quale partito non avendo mai avuto un padrino o protettore politico. Vedremo.
Senta Cambiano, ma se a lei è successo praticamente di tutto in appena due anni non è che i suoi colleghi sindaci ignorano le sentenze di demolizione?
Credo che la situazione sia sotto gli occhi di tutti. La mia viene definita una scelta politica. Qualcuno mi dice: ma tu delle demolizioni non avevi scritto nulla nel programma elettorale. Cosa avrei dovuto scrivere? Che questa giunta non intendeva violare la legge? La verità è che io vivo in una terra in cui da sempre la politica ha sfruttato il territorio. E in cui la gente ha chiuso gli occhi in cambio di qualche piccolo favore personale.
Politica
Licata, il sindaco decaduto: “Contro di me consiglieri con problemi di case abusive. Alfano? Promise sostegno, e invece…”
Intervista ad Angelo Cambiano, ex primo cittadino di Licata sfiduciato dal consiglio comunale per le sue battaglie contro gli abusi edilizi. "Hanno detto che ero un sindaco demolitore. Ma demolire non è una scelta politica: è un obbligo di legge. È questo il messaggio che mette in pericolo la mia incolumità. Vivo sotto scorta per aver fatto rispettare la legge"
Il voto di sfiducia nei suoi confronti? “Tra quelli che mi hanno cacciato ci sono anche alcuni consiglieri comunali coinvolti in vicende di abusivismo edilizio“. L’ex ministro dell’Interno, Angelino Alfano? “Un anno fa ha detto che avrebbe invitato le forze politiche locali a stringersi attorno a me. E infatti oggi anche i suoi consiglieri hanno votato per cacciarmi“. Il governatore Rosario Crocetta? “È venuto qui a dire: il sindaco ha scelto di demolire. Una dichiarazione un po’ ignorante: demolire non è una scelta politica. È un obbligo di legge“. Nel day after del voto del consiglio comunale che lo ha fatto decadere da sindaco di Licata, Angelo Cambiano è tutt’altro che arrabbiato. “No, al massimo direi deluso: non posso pensare che questa sia la fine prevista per tutti gli onesti servitori dello Stato“, racconta l’ormai ex primo cittadino, diventato famoso perché ha fatto eseguire le ordinanze di demolizione per le costruzioni abusive nel comune agrigentino.
Una vicenda che dovrebbe rappresentare solo un fatto di ordinaria amministrazione. In terra di Sicilia, invece, è diventata una storia fatta di minacce, attentati incendiari e polemiche al veleno. E con un epilogo che lo stesso Cambiano aveva profetizzato. “Sto vivendo una situazione paradossale, ho svenduto la mia vita e so anche come andrà a finire: mi isoleranno sempre di più, dicendo che cerco solo pubblicità. Se non mi arriveranno risposte chiare da parte del governo nelle prossime ore, mi dimetto”, diceva il sindaco al fattoquotidiano.it nell’ottobre del 2016. E infatti a due anni dall’elezione, primo termine utile previsto dalla legge per presentare una mozione di sfiducia contro il primo cittadino, ecco che Cambiano è stato messo alla porta. Proprio alla vigilia della campagna elettorale per le elezioni regionali siciliane del prossimo 5 novembre.
Signor sindaco, perché non si è dimesso un anno fa?
Ex sindaco, ormai. Non mi sono dimesso perché l’allora ministro dell’Interno, Angelino Alfano, mi chiese di andare avanti. Mi volle incontrare a Taormina per darmi fiducia e dirmi che sarebbe stata una sconfitta dimettersi. Poi dichiarò persino che avrebbe invitato le forze politiche locali a stringersi attorno a me.
E invece?
E invece tra i consiglieri comunali che hanno votato la mia sfiducia ci sono anche quelli del suo partito.
Non ha sentito Alfano dopo il voto di sfiducia?
No, non l’ho sentito.
Chi si è fatto sentire?
Questa volta quasi nessuno. Devo riconoscere solo la vicinanza del ministro dell’Interno, Marco Minniti, e della sua segreteria. E poi ho ricevuto molte telefonate da parte di persone normali. Non sono convinto che la volontà del consiglio comunale corrisponda a quella della città. Almeno dalle parole che mi hanno dedicato gran parte dei miei concittadini.
Un anno fa anche il presidente della Regione, Rosario Crocetta, venne a Licata a sostenerla.
Sì, con lui ho avuto uno scontro perché venne qui e disse: Il sindaco ha scelto di demolire. Un modo un po’ ignorante di sostenermi, se mi permette.
Perché?
Perché demolire non è una scelta politica ma un obbligo di legge. Quelli demoliti sono manufatti abusivi dove c’è un vincolo totale, gravati da sentenza passata in giudicato. È questo il passaggio che mette in pericolo la mia incolumità: è stato fatto passare il messaggio che il sindaco ha scelto di demolire, che a Licata c’era il sindaco demolitore. E invece il sindaco rispetta semplicemente le sentenze della magistratura. Certo capisco che è facile additare il sindaco di Licata come un demolitore in un contesto regionale dove sul fronte della lotta all’abusivismo non avviene nulla o quasi.
Quante demolizioni avete fatto a Licata in due anni?
Settantadue, tutte seconde case entro i 150 metri dalla battigia, laddove c’è un vincolo di inedificabilità assoluta.
Non si tratta dunque del cosiddetto abusivismo di necessità?
Assolutamente no. Esisterà anche l’abusivismo di necessità ma per adesso le sentenze riguardano immobili entro i 150 metri dalla battigia. Ho letto che il candidato governatore del Movimento 5 Stelle, Giancarlo Cancelleri, ha parlato di abusivismo di necessità. Qualche mese fa lo incontrai per caso all’Assemblea regionale siciliana e mi disse di andare avanti e che mi sostenevano.
A parte i consiglieri di Alfano, chi sono gli altri che l’hanno sfiduciata?
Alcuni ex esponenti del Movimento per l’Autonomia che fanno capo a Carmelo Pullara, candidato alle prossime elezioni regionali. Uno che già aveva detto: faremo di tutto per fermare le ruspe. Ora potrà strizzare l’occhio agli abusivi dicendo: abbiamo mandato a casa chi voleva demolirvi le case.
Tra i 21 consiglieri che l’hanno sfiduciata c’è qualcuno che ha ricevuto un ordine di demolizione?
Sì o direttamente o tramite qualche familiare: un cognato, un fratello, un suocero, un papà.
Quanti sono?
Io credo che siano almeno 5 o 6. Se non addirittura 7.
È vero che ha fatto un esposto alla magistratura sul tema?
Sì è vero. È una vicenda nata da una mia dichiarazione all’Arena di Massimo Giletti. In tv mi hanno chiesto: ci sono consiglieri comunali coinvolti in vicende di abusivismo edilizio? Risposi: Sicuramente sì, ci sono. Al mio rientro in città mi volevano querelare per avere offeso l’onorabilità del consiglio comunale, quindi ho dato disposizioni agli uffici per cercare gli eventuali coinvolgimenti familiari di consiglieri in vicende di abusivismo edilizio.
E quale è stato il risultato di questa indagine interna?
Nessuno. La procedura si impantanò o fu fatta impantanare appositamente perché mi venne detto che la privacy non lo permetteva. A luglio, però, a Licata sono stati notificati 19 avvisi di garanzia per concessioni edilizie false. A quel punto con un nota riservata ho chiesto all’ufficio competente di comunicarmi eventuali coinvolgimenti di appartenenti al consiglio. Mi è stato fornito un elenco e l’ho trasmesso alla procura della Repubblica di Agrigento.
Solo che dopo pochi giorni lei è stato mandato a casa dagli stessi abusivi.
Sì, sono stato cacciato anche da alcuni consiglieri comunali che sono coinvolti in vicende di abusivismo edilizio. Mi lasci dire una cosa però.
Dica.
Licata è fatta di gente perbene e onesta. Anche chi ha costruito abusivamente lo ha fatto a volte inconsapevolmente o perché la classe politica di allora lo ha permesso. Io non penso che l’abusivo sia un delinquente. Semplicemente se si sbaglia bisogna cercare di sanare l’errore. E invece il messaggio che passa è: il sindaco vuole abbattere le case? Cacciamo il sindaco, ammazziamo il sindaco.
E infatti l’hanno cacciata. Adesso che fa? Torna a fare l’insegnante?
Torno alla mia vita di sempre anche se in questi due anni la mia vita è cambiata.
In che modo?
Mi hanno incendiato due immobili in meno di un anno. Solo per uno di questi attentati sono stati individuati gli esecutori materiali ma non i mandanti. Dell’altro caso non si sa nulla. Sono diventato sindaco da normalissimo cittadino e ora sono sotto tutela: mio figlio è nato nove mesi fa praticamente sotto scorta. Ritornerò alla mia vita di ogni giorno, ma vivendo sotto scorta solo perché ho cercato di fare rispettare la legge.
Secondo lei è un caso che la sfiducia sia arrivata proprio alla vigilia delle elezioni regionali?
Era il primo termine utile. Certo se questi mi hanno sfiduciato per farsi la campagna elettorale per le elezioni regionali sto davvero pensando di non fargli questa cortesia.
Pensa di candidarsi?
Se la legge me lo consente potrei farlo sì ma non so davvero con quale partito non avendo mai avuto un padrino o protettore politico. Vedremo.
Senta Cambiano, ma se a lei è successo praticamente di tutto in appena due anni non è che i suoi colleghi sindaci ignorano le sentenze di demolizione?
Credo che la situazione sia sotto gli occhi di tutti. La mia viene definita una scelta politica. Qualcuno mi dice: ma tu delle demolizioni non avevi scritto nulla nel programma elettorale. Cosa avrei dovuto scrivere? Che questa giunta non intendeva violare la legge? La verità è che io vivo in una terra in cui da sempre la politica ha sfruttato il territorio. E in cui la gente ha chiuso gli occhi in cambio di qualche piccolo favore personale.
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Catania, 13 mar. (Adnkronos) - "Oltre il 20 per cento dei comuni del catanese sono coinvolti in fatti di infiltrazioni, è un dato di fatto. Comuni sciolti per mafia, o per cui è stato deciso l'accesso. O per il quale verrà chiesto ei prossimi giorni, come a Ramacca". E' il grido d'allarme lanciato dal Presidente della Commissione regionale antimafia all'Ars, Antonello Cracolici, a margine delle audizioni a Catania. "E' evidente che c'è una condizione sulla quale bisogna guardare con molta preoccupazione quello che sta avvenendo nei territori - dice parlando con i giornalisti-Anche perché la mafia ha cambiato pelle, ha cambiato persino anagrafe".
Il Cairo, 13 mar. (Adnkronos/Afp) - Egitto, Hamas e l’Organizzazione per la Liberazione della Palestina (Olp) hanno accolto con favore le dichiarazioni di Donald Trump secondo cui “nessuno espellerà i palestinesi” dalla Striscia di Gaza, come il presidente americano ha dichiarato ieri alla Casa Bianca, in risposta a un giornalista che gli chiedeva se il piano di “espellere i palestinesi da Gaza” fosse stato menzionato durante le sue discussioni con il primo ministro irlandese, Michael Martin, in visita a Washington.
L'Egitto "afferma che questa posizione riconosce l'importanza di evitare il peggioramento delle condizioni umanitarie nella regione e la necessità di lavorare per soluzioni giuste e durature per la causa palestinese", ha affermato in una nota il Ministero degli Esteri egiziano.
Da parte sua, il portavoce di Hamas Hazem Qassem ha affermato che "le dichiarazioni di Trump sulla mancata espulsione dei residenti di Gaza sono state ben accolte". E apprezzamento è stato dichiarato anche dall'Olp: "Apprezziamo le dichiarazioni del presidente americano che conferma che gli abitanti della Striscia di Gaza non sono obbligati a lasciare la loro patria", ha scritto su X il segretario generale Hussein al-Sheikh.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "L’anno scorso la Commissione scientifica ed economia del Farmaco dell'Aifa ha riclassificato, dalla diretta alla convenzionata, le gliptine, farmaci antidiabetici di largo utilizzo. È stata fatta questa riclassificazione sulla base di criteri scientifici. È una classe omogenea di farmaci, ci sono evidenze scientifiche, si è fatta un’analisi dell’impatto e a distanza di un anno possiamo dire che l’esperimento comunque ha funzionato. Effettivamente questi farmaci sono farmaci antidiabetici oggi molto utilizzati, sono di largo impiego, hanno un profilo rischio-beneficio estremamente favorevole, ma il fatto che si siano riclassificati ha portato anche a una maggiore aderenza terapeutica". Lo ha detto il presidente dell'Agenzia italiana del farmaco Robert Giovanni Nisticò nel suo intervento da remoto oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Il diabete - ha proseguito Nisitcò - è una patologia comunque cronica, che può portare a molte complicanze, quindi favorire l’aderenza, attraverso appunto canali distributivi che vadano verso la prossimità del paziente, è sicuramente una cosa importante. Quindi anche la rivalutazione della farmacia, della farmacia territoriale per raggiungere meglio il paziente, quindi della medicina di prossimità, della sanità di prossimità è sicuramente una cosa importante. Certamente il fatto di aver riclassificato farmaci, da un contenitore già molto sotto pressione a un altro, ci deve dire che sicuramente da un lato possiamo alleggerire quello che è il peso, la pressione del payback farmaceutico, dall’altro però ci sono nuove criticità che dobbiamo tutti insieme affrontare, ad esempio l’impatto sulle Regioni".
L'Aifa "rimane disponibile in tutto questo scenario e noi siamo chiaramente un’istituzione pronta a dialogare con tutti, per far sì che queste disposizioni della Legge di Bilancio abbiano poi la loro finalità, da un lato verso la salute dei pazienti, dall’altro anche verso la sostenibilità del Ssn" ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "I numeri parlano chiaro: 9 ,7 milioni di risparmi per il Ssn, e da maggio a novembre 2024 le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa". Lo ha detto il sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' .
"L'impatto economico del provvedimento è altrettanto significativo -sottolinea Gemmato - La spesa a carico del nostro Ssn è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro". Gemmato sottolinea l'importanza di quella che lui stesso definisce "una riforma gentile" che "consente al cittadino un migliore accesso alle cure e, di conseguenza, una migliore aderenza terapeutica", oltre "ad un risparmio per le casse dello Stato, mi sembra un ottimo risultato".
Sulla possibilità che altre classi di farmaci vengano riclassificate, come è successo per gli antidiabetici, Gemmato non ha dubbi: "Noi contiamo di spostare pezzo per pezzo - spiega - anno per anno, così come la legge prevede, con un monitoraggio di spesa, la maggior quantità possibile di farmaci, ma proprio per andare incontro al cittadino, ridurre il disagio, migliorare la compliance, l'adenza terapeutica". Ci sono alcuni farmaci che "ovviamente richiedono una dispensazione in ambiente protetto e controllato, quale è quell'ospedaliero, e quelli evidentemente non vengono toccati. Per tutta un'altra serie di farmaci, invece, si apre la possibilità dello spostamento e quindi anno per anno, con una logica di medio e di lungo periodo, sposteremo compatibilmente con il bilancio dello Stato, quindi tenendo sempre sotto controllo i conti dello Stato, sposteremo quante più categorie possibili".
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - "Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario. Siamo quindi di fronte a un cambiamento atteso e, per molti aspetti, radicale, che richiede un monitoraggio costante. Dai dati il bilancio è positivo. La spesa per il Servizio sanitario nazionale risulta ridotta, offrendo margini concreti per proseguire su questa strada, con benefici tangibili per i pazienti". Lo ha detto il ministro della Salute Orazio Schillaci nel suo intervento oggi, al ministero, per l'evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma' promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato.
"Proprio un anno fa ci siamo incontrati qui insieme a rappresentanti di istituzioni, società scientifiche, associazioni di pazienti e rappresentanti della filiera farmaceutica, per discutere questo significativo cambiamento: la possibilità per le farmacie convenzionate di dispensare farmaci precedentemente disponibili solo presso le strutture ospedaliere. Un passo in avanti che ha posto al centro le esigenze dei pazienti, semplificando il loro accesso alle cure - ha ricordato il ministro - Questo percorso ha radici lontane. Già nella precedente legislatura, grazie a un’indagine parlamentare promossa proprio dal sottosegretario Gemmato, era emersa la necessità di superare regole ormai datate, nate principalmente per contenere la spesa farmaceutica. Su queste basi è stata costruita la cornice normativa della Legge di bilancio 2024, con il coinvolgimento dell’Aifa e l’istituzione di un tavolo tecnico presso il ministero della Salute per monitorare gli effetti finanziari della misura e garantirne la sostenibilità".
"Le prestazioni farmaceutiche rappresentano un pilastro fondamentale dei Livelli Essenziali di Assistenza. Per questo, oltre all’analisi dell’impatto economico del provvedimento, è essenziale valutarne i benefici in termini di maggiore aderenza terapeutica, resa possibile da condizioni di accesso più semplice - ha aggiunto Schillaci - Le nuove disposizioni costituiscono un banco di prova della capacità del nostro servizio sanitario di innovarsi e rispondere con tempestività ai bisogni di salute cambiati dei cittadini. Abbiamo rafforzato il diritto dei cittadini ad accedere più facilmente ai farmaci; abbiamo risposto in particolare alle esigenze dei pazienti cronici e degli anziani che sono i principali fruitori della distribuzione diretta, e di chi vive nelle aree interne e più lontane dalle farmacie ospedaliere che osservano orari di lavoro limitati".
"Rivedere il processo di distribuzione dei farmaci significa, poi, valorizzare il ruolo del farmacista nella promozione dell’aderenza terapeutica, contribuendo a una maggiore appropriatezza e costanza nelle terapie che nel caso dei tanti pazienti cronici, con più di una patologia, è molto significativo. Questo non solo migliora gli esiti clinici e riduce le complicanze, ma apporta benefici anche alla sostenibilità del servizio sanitario", ha concluso.
Roma, 13 mar. (Adnkronos Salute) - Davvero positivo il bilancio della nuova modalità di distribuzione dei farmaci che ha trasferito la dispensazione di alcuni antidiabetici dall’ospedale alle farmacie territoriali. L'impatto della misura è stato tracciato oggi, al ministero della Salute, nel corso dell’evento 'Farmaco accessibile: bilanci e prospettive. Un anno dalla norma'. Promosso dal sottosegretario alla Salute Marcello Gemmato, l'incontro è stato aperto dai saluti istituzionali del ministro della Salute Orazio Schillaci e del sottosegretario al ministero dell’Economia e delle Finanze, Lucia Albano.
"Lo scorso anno avevamo definito questa misura epocale e oggi possiamo dire con certezza che lo è stata davvero", afferma Gemmato, sottolineando l’importanza della riforma. "Abbiamo aggiornato un sistema fermo da oltre vent’anni, garantendo ai cittadini un accesso più rapido e semplice ai farmaci e migliorando l’efficienza della spesa sanitaria. I numeri parlano chiaro - evidenzia il sottosegretario - da maggio a novembre 2024, le farmacie territoriali hanno dispensato oltre 2 milioni di confezioni di farmaci antidiabetici a base di gliptine. Tradotto in termini concreti, significa milioni di accessi in più a farmaci essenziali, senza file in ospedale, senza doppi passaggi in farmacia per la distribuzione per conto, senza barriere burocratiche. Abbiamo semplificato la vita a centinaia di migliaia di pazienti diabetici, soprattutto anziani, che oggi possono ritirare le loro cure direttamente nella farmacia sotto casa".
L’impatto economico del provvedimento - riporta una nota - è altrettanto significativo. La spesa a carico del Servizio sanitario nazionale è risultata inferiore rispetto a quanto si sarebbe verificato con la precedente modalità di distribuzione diretta e per conto, con un risparmio per il Ssn di 9,7 milioni di euro. "Abbiamo dimostrato - sottolinea Gemmato - che innovare non significa solo migliorare i servizi, ma anche ottimizzare le risorse pubbliche. Con questa misura abbiamo reso il sistema più sostenibile, senza costi aggiuntivi per i cittadini e con vantaggi concreti per tutti gli attori coinvolti. Questo risultato è stato possibile grazie a un nuovo modello di remunerazione delle farmacie e a un sistema di scontistica - chiarisce - che ha visto il coinvolgimento sinergico di industria, farmacie e istituzioni, su impulso della politica. Senza entrare in tecnicismi, possiamo dire, con il supporto delle rilevazioni del Tavolo di monitoraggio della spesa, che i numeri ci danno ragione e confermano la validità della strada intrapresa".
Guardando al futuro, il percorso di riforma proseguirà con ulteriori passi concreti. "Abbiamo dato mandato ad Aifa di individuare nuove categorie di farmaci da riclassificare, così da ampliare ulteriormente i benefici per i pazienti e per il sistema sanitario - annuncia Gemmato - In particolare, in continuità con quanto deciso anche in seno al Tavolo per il monitoraggio della spesa, proporremo di includere altre classi di farmaci con caratteristiche simili a quelle già riclassificate, a partire da quelli senza brevetto scaduto". L’Agenzia del farmaco, come previsto dalla norma, avrà tempo fino al 30 marzo 2025 per rivedere il prontuario della distribuzione dei farmaci e proporre nuove transizioni dalla distribuzione diretta e per conto a quella convenzionata. Il tutto sarà poi sottoposto alla Commissione scientifica ed economica del farmaco (Cse) e al Consiglio di amministrazione dell’Agenzia.
Nel corso dell’evento sono state ascoltate anche le testimonianze dei pazienti, che hanno evidenziato i benefici tangibili della riforma, in particolare per chi vive in zone remote o con difficoltà di accesso alle strutture ospedaliere. "Questa misura è nata da un’intuizione politica, ma si è realizzata grazie al lavoro congiunto del Governo, delle Regioni, della rete delle farmacie e dell’industria - conclude Gemmato - Abbiamo dimostrato che, con il giusto approccio, è possibile innovare la sanità pubblica rendendola più moderna, efficiente e vicina alle reali esigenze dei cittadini".
Verona, 13 mar. (Adnkronos) - "Grazie alla delega del presidente Orsini alla Blue Economy e all’opportunità che il governo ha offerto con la nomina di un Ministro del Mare, in Confindustria abbiamo avviato un percorso sinergico che mira a un nuovo approccio di politica industriale strutturato su tre driver strategici: vettori e flotte, persone e competenze, infrastrutture e portualità. Serve un piano di investimenti per l’ammodernamento delle flotte, favorire l’adozione di tecnologie sostenibili e semplificazioni mirate per rendere la nostra bandiera competitiva, nonché sostenere il sea modal shift, spostando traffico su gomma dalla strada al mare". Così il presidente della Confederazione italiana armatori (Confitarma), Mario Zanetti, intervenendo a Verona, alla quarta edizione di LetExpo, la fiera di riferimento per trasporto, logistica sostenibile e servizi alle imprese promossa da Alis, in collaborazione con Veronafiere.
"Occorrono specifiche politiche sulla formazione - sottolinea - per soddisfare la nostra domanda di competenze e professionalità e così incidere sull’aumento di occupazione nella blue economy. Inoltre, penso che la riforma della governance portuale sia una grande opportunità per rilanciare il ruolo dell’Italia come hub logistico del Mediterraneo, migliorando la competitività e l’attrattività dei nostri porti e di conseguenza, del nostro Paese". Il presidente di Confitarma ha aperto il talk “Le prospettive per lo shipping e la portualità italiana” con uno speech che evidenzia la necessità, per l’Italia e l’Europa di adottare “un approccio proattivo e integrato per affrontare le sfide del settore marittimo”.
“Solo attraverso una collaborazione stretta tra industria, governo e istituzioni europee - puntualizza Zanetti - possiamo garantire la competitività e la sostenibilità della nostra flotta. Il futuro dello shipping e della portualità italiana dipende dalla nostra capacità di innovare, investire e adattarci ai cambiamenti globali”. Un settore composito, quello dello shipping, che “crea e porta valore". Un settore importante per l’economia italiana, lo confermano i numeri: “Parliamo di un ecosistema che vale quasi 180 miliardi di euro di valore complessivo e rappresenta quasi il 10% del Pil nazionale, oltre 230 mila imprese e più di un milione di occupati, che valgono circa 4 punti percentuali dell’occupazione nazionale - enumera Zanetti - Oltre il 60% dell’interscambio commerciale italiano avviene via mare, dimostrando la strategicità del settore marittimo”, sottolinea.
Zanetti si focalizza anche sulla necessità di “semplificare l’ordinamento marittimo nazionale e intervenire concretamente sulle politiche europee, come Ets e Fuel Eu Maritime, bilanciando sostenibilità e competitività” nell’ottica di “affrontare le sfide future ed evitare il flagging out verso registri navali più attrattivi e sostenuti a livello europeo”, dice.
Poi un passaggio sullo scenario globale: “Restrizioni imposte dalla guerra nel Mar Nero, crisi migratorie e conflitti nel Mediterraneo, attacchi Houthi nel Mar Rosso, conflitto Russo-Ucraino, e le recenti barriere commerciali imposte dagli Stati Uniti - ricorda - In questi scenari geopolitici, considerando che il 95% delle navi mercantili mondiali viene costruito ormai da tempo fuori dall’Europa, è urgente un ripensamento delle politiche industriali europee di sostegno alla competitività delle imprese marittime anche dal punto di vista della costruzioni di navi, che includa anche un nuovo Green Deal - avverte - L’Europa e l’Italia possono svolgere un ruolo di leadership, favorendo politiche che consentano alle imprese di accompagnare la transizione energetica, ambientale e digitale in maniera efficace, così da sostenere anche la flotta esistente”, le sue parole.