Un tutore legale per ogni minore straniero che arrivi in Italia senza famiglia. E’ quanto prevede la legge 47 entrata in vigore lo scorso 6 maggio, la cosiddetta legge Zampa, per la tutela dei minori stranieri non accompagnati. L’obiettivo, ha sottolineato la Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza Filomena Albano, è creare “un modello di cittadinanza attiva e di genitorialità sociale”. Entro il 6 agosto ogni regione avrebbe dovuto istituire un albo di tutori volontari, da reclutare nella società civile e formare con percorsi ad hoc, ma non tutte hanno rispettato i tempi previsti. Il Friuli Venezia Giulia, ad esempio, non ha ancora pubblicato il bando per individuare i tutori legali volontari (assicura che lo farà “a brevissimo”). Le altre regioni che non hanno ancora presentato l’avviso – Basilicata, Puglia, Sicilia, Emilia Romagna, Veneto – hanno però già albi di tutori volontari e dovranno solo implementare le liste siglando nuovi protocolli con i tribunali per i minorenni. Le altre regioni sono invece in regola. L’Emilia Romagna del resto ha avviato i primi corsi di formazione nel 2014 e in Sicilia dal 2013 sono stati messi a disposizione del tribunale dei minori oltre 150 tutori volontari.

Per prassi, fino ad oggi il tutore era una figura istituzionale: il sindaco, un assessore o l’ente locale di residenza del minore. Con il risultato che in alcuni Comuni una sola persona si ritrovava a essere responsabile legale di centinaia di minori senza riuscire, inevitabilmente, a seguire l’iter di regolarizzazione di ciascuno. E finendo per delegare il lavoro agli assistenti sociali dei ragazzi, spesso già sovraccarichi.

Con questo progetto invece, si ricerca il tutore all’interno della società civile. L’idea è che a ogni tutore venga affidato un solo minore, in modo da creare percorsi personalizzati. Garanti regionali e tribunali dei minorenni dovranno fare riferimento a linee guida nazionali e operare in sinergia, con la supervisione dell’Autorità Garante. “Per i ragazzi cambia tutto”, ha spiegato la responsabile dei programmi Italia-Europa di Save the Children, Raffaela Milano, subito dopo l’approvazione della legge. “Finalmente avranno una figura adulta di riferimento che li accompagnerà in tutte quelle scelte che solitamente si fanno con i genitori”. Ben più di un rappresentate legale dunque: compito del tutore sarà seguire il minore nel suo percorso educativo e di integrazione, interpretarne i bisogni, preoccuparsi del suo benessere psico-fisico ed eventualmente amministrarne il patrimonio. Un vice-genitore, insomma, che non accoglie in casa ma è presente nei momenti cruciali della crescita.
Per candidarsi non servono requisiti particolari, se non una fedina penale immacolata. Nella selezione verrà però data priorità a coloro che vantano precedenti esperienze di volontariato o lavorano in ambiti attinenti l’educazione, l’adolescenza e l’infanzia .

Progetti pilota per l’istituzione di albi di tutori volontari erano già stati avviati in diversi Comuni e Regioni ben prima dell’approvazione della legge. L’Emilia Romagna, ai primi posti in Italia per servizi innovativi, aveva finanziato corsi di formazione a Ferrara, Bologna e Reggio Emilia già dal 2014. Agli aspiranti tutori veniva insegnato a muoversi con scioltezza nei servizi territoriali e ad ascoltare i minori. Il progetto prevedeva un percorso di affiancamento e conoscenza con i minori accolti nello Sprar (Sistema di protezione per richiedenti asilo e rifugiati), in modo che al momento dell’abbinamento si fosse già instaurato un rapporto di fiducia. “Nel nostro caso la risposta della società civile è andata oltre ogni aspettativa”, assicura Elena Buccoliero, responsabile dell’ufficio Diritti dei minori del Comune di Ferrara. “Si sono presentati il doppio dei candidati. Ne è nato un gruppo molto qualificato che in seguito ha costituito l’associazione Tutori nel Tempo, per continuare a incoraggiare i cittadini a candidarsi”.

In Sicilia, tra le Regioni più sensibili al tema visto l’elevato numero di arrivi via mare, l’associazione Accoglierete di Siracusa dal 2013 a oggi ha formato e messo a disposizione del tribunale dei minori oltre 150 tutori volontari. Insegnanti, liberi professionisti, pensionati che negli anni sono diventati e sono rimasti punto di riferimento per quasi 1.500 minori, riuscendo ad assistere tutti gli Msna della provincia di Siracusa. “Quello del tutore è un compito gravoso – spiega la presidente dell’associazione Carla Trommino – . Specie per chi, come noi, segue sino a 10 ragazzi alla volta. La forza della nuova legge sta proprio nell’abbinare un solo minore a ciascun tutore”. Con la maggiore età la tutela decade. Ma tra i tutori e i ragazzi, assicura chi ha vissuto questa esperienza, si crea una relazione di fiducia e affetto che difficilmente si perde. “E’ proprio con la maggiore età, quando ai ragazzi viene mancare il sostegno delle istituzioni, che c’è maggiore bisogno di un adulto di riferimento”, aggiunge Trommino.

Nel 2016 sono arrivati in Italia 25.846 minori stranieri non accompagnati. Di moltissimi – oltre la metà – si sono perse le tracce. Secondo un recente rapporto di Oxfam, una parte finisce in mano a reti criminali e in giri di prostituzione, spaccio o lavoro nero. Un’altra parte sfugge alle identificazioni o rifiuta l’accoglienza nella speranza di varcare i confini italiani e raggiungere altri Paesi europei. Lo scorso dicembre i minori presenti sul territorio erano poco più di 17mila. Significa che serviranno 17mila tutori volontari. L’auspicio è che con i nuovi albi regionali si accorcino i tempi per l’assegnazione dei tutori. Sinora i minori stranieri non accompagnati hanno dovuto scontrasi con le lungaggini della burocrazia: anche 8 mesi di attesa per avere un rappresentante legale.

La domanda per candidarsi come tutori si può scaricare sul sito dell’Autorità Garante per l’infanzia e l’adolescenza (www.garanteinfanzia.org) e va inviata all’indirizzo: tutorivolontari@garanteinfanzia.org.

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