Dopo cinque anni di assenza (la precedente amministrazione l’aveva sospesa) a Civitanova Marche (Macerata) uno dei primi atti del nuovo governo locale di centrodestra è stato quello di ripristinare la tappa delle selezioni di Miss Italia in città. Le motivazioni sono che, secondo le dichiarazioni del sindaco Fabrizio Ciarapica e dell’assessora alla crescita culturale Maika Gabellieri alla stampa locale ”l’iniziativa ha una prestigiosa storia e porta lustro. Basti pensare a tutte le personalità interessanti che sono uscite da questo concorso: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Valle, solo per citarne alcune. La bellezza è cultura – ha sottolineato Ciarapica – Miss Italia è una manifestazione che ha valenza sociale, turistica ed economica. Per noi rappresenta anche un‘ulteriore occasione per far conoscere la città”. E ancora: ”Nella vita si concorre per tutto e perché no anche un concorso di bellezza. Viva la bellezza e chi la possiede”, ha concluso Gabellieri.
Fa da controaltare a queste affermazioni il comunicato di oltre 30 associazioni cittadine e regionali di donne e della società civile che hanno lanciato gli hastag #missitalia #civitanovamarche #iovadoaltrove. “Quale idea di cultura si vuole promuovere? – si legge nell’appello – Da una parte si istituisce l’assessorato alla Famiglia, dall’altra si promuove Miss Italia. L’immagine di donna madre e moglie da una parte e dall’altra una donna valutata e premiata come oggetto. Questa città aveva iniziato un percorso culturale sia contro gli stereotipi sessisti e omofobici che continuano a propagare un’immagine della donna come corpo vuoto, sia per promuovere una cultura delle donne. Miss Italia è una manifestazione obsoleta, oltre che dannosa culturalmente, una sfilata di corpi identificati da numeri. Che cosa insegna a chi cresce? A raggiungere obiettivi di carriera a partire da un canone di bellezza oggettivato da una cultura maschilista. È fondamentale, in un momento storico caratterizzato da tante uccisioni di donne, educare al rispetto della differenza e a gestire i sentimenti e l’affettività. Le donne non hanno bisogno di passerelle di bellezza, ma di autonomia economica e libertà di scelta”.
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Non penso che sia una polemica estiva e risibile, visto che si parla di cultura e che la questione culturale viene evocata da donne e uomini delle istituzioni. Ho firmato l’appello perché lo condivido e anche perché sono totalmente d’accordo con le parole del sindaco, che sostiene che la bellezza è cultura.
Sì, la bellezza è cultura: da quando nell’Idiota di Fedor Dostoevskij si scrisse che la bellezza avrebbe salvato il mondo questa affermazione è stata una delle motivazioni che ha ispirato molti movimenti per il cambiamento: dal femminismo all’ecologismo passando per il pacifismo e l’animalismo la convinzione che la trasmissione del valore della bellezza alle giovani generazioni, attraverso l’educazione, abbia in sé i caratteri intrinseci per opporsi alla violenza è sempre stata fortissima.
Insegnare ad amare e rispettare la bellezza in tutte le sue forme e laddove essa si manifesta, negli esseri viventi, nelle loro creazioni e nella natura è un potente antidoto alla velenosa mancanza di empatia che affligge il pianeta, e questo insegnamento è un cardine nelle pratiche politiche quotidiane per migliorare le relazioni umane nel pianeta.
Basta cercare su Wikipedia per apprendere che l’antesignano di Miss Italia fu 5000 lire per un sorriso: siamo nel 1939 e l’idea di un concorso fotografico venne al pubblicitario Dino Villani e al regista Cesare Zavattini per sponsorizzare una marca di dentifricio. Nessuna passerella in costume, solo foto del volto e del relativo sorriso. Il premio per la vincitrice consisteva in 5000 lire in titoli di Stato; successivamente, oltre al denaro, si aggiunsero anche altri premi: un corredo, una pelliccia, una cucina a gas, un soggiorno di due settimane per due persone presso il Grande albergo di Cattolica, un lampadario di Murano, un impermeabile di lusso e 6 paia di calze di seta. L’aggiunta di tali premi comportò anche la modifica del nome del concorso che diventò: 5000 lire e un corredo per un sorriso. Dopo l’interruzione della guerra nel 1946 ecco l’esordio con relative passerelle fino ad oggi. I sorrisi, e i volti spariti, e vai con le misure.
Il corpo umano, ogni corpo umano, in ogni età e latitudine, costituisce una delle manifestazioni della bellezza del mondo, e la sua forza evocativa libera è temuta da ogni regime totalitario: le arti figurative come quelle letterarie hanno celebrato il corpo nella sua nudità sovversiva da quando gli esseri umani hanno iniziato a comunicare e a desiderare di evolvere e lasciate una traccia.
A chi governa e ha a cuore la diffusione della cultura e della bellezza, locale e globale vorrei dire: non confondete la bellezza con il mercato. Promuovete le belle intelligenze di corpo e di cervello di ragazze e ragazzi per le manifestazioni sportive, le tenzoni di matematica, di spelling, le disfide retoriche e tematiche come nel bellissimo film The Great Debaters. Tutto il resto è noia.
Monica Lanfranco
Giornalista femminista, formatrice sui temi della differenza di genere
Società - 12 Agosto 2017
Miss Italia torna nelle Marche, ma la cittadinanza risponde: ‘#iovadoaltrove’
Dopo cinque anni di assenza (la precedente amministrazione l’aveva sospesa) a Civitanova Marche (Macerata) uno dei primi atti del nuovo governo locale di centrodestra è stato quello di ripristinare la tappa delle selezioni di Miss Italia in città. Le motivazioni sono che, secondo le dichiarazioni del sindaco Fabrizio Ciarapica e dell’assessora alla crescita culturale Maika Gabellieri alla stampa locale ”l’iniziativa ha una prestigiosa storia e porta lustro. Basti pensare a tutte le personalità interessanti che sono uscite da questo concorso: Sophia Loren, Gina Lollobrigida, Anna Valle, solo per citarne alcune. La bellezza è cultura – ha sottolineato Ciarapica – Miss Italia è una manifestazione che ha valenza sociale, turistica ed economica. Per noi rappresenta anche un‘ulteriore occasione per far conoscere la città”. E ancora: ”Nella vita si concorre per tutto e perché no anche un concorso di bellezza. Viva la bellezza e chi la possiede”, ha concluso Gabellieri.
Fa da controaltare a queste affermazioni il comunicato di oltre 30 associazioni cittadine e regionali di donne e della società civile che hanno lanciato gli hastag #missitalia #civitanovamarche #iovadoaltrove. “Quale idea di cultura si vuole promuovere? – si legge nell’appello – Da una parte si istituisce l’assessorato alla Famiglia, dall’altra si promuove Miss Italia. L’immagine di donna madre e moglie da una parte e dall’altra una donna valutata e premiata come oggetto. Questa città aveva iniziato un percorso culturale sia contro gli stereotipi sessisti e omofobici che continuano a propagare un’immagine della donna come corpo vuoto, sia per promuovere una cultura delle donne. Miss Italia è una manifestazione obsoleta, oltre che dannosa culturalmente, una sfilata di corpi identificati da numeri. Che cosa insegna a chi cresce? A raggiungere obiettivi di carriera a partire da un canone di bellezza oggettivato da una cultura maschilista. È fondamentale, in un momento storico caratterizzato da tante uccisioni di donne, educare al rispetto della differenza e a gestire i sentimenti e l’affettività. Le donne non hanno bisogno di passerelle di bellezza, ma di autonomia economica e libertà di scelta”.
Non penso che sia una polemica estiva e risibile, visto che si parla di cultura e che la questione culturale viene evocata da donne e uomini delle istituzioni. Ho firmato l’appello perché lo condivido e anche perché sono totalmente d’accordo con le parole del sindaco, che sostiene che la bellezza è cultura.
Sì, la bellezza è cultura: da quando nell’Idiota di Fedor Dostoevskij si scrisse che la bellezza avrebbe salvato il mondo questa affermazione è stata una delle motivazioni che ha ispirato molti movimenti per il cambiamento: dal femminismo all’ecologismo passando per il pacifismo e l’animalismo la convinzione che la trasmissione del valore della bellezza alle giovani generazioni, attraverso l’educazione, abbia in sé i caratteri intrinseci per opporsi alla violenza è sempre stata fortissima.
Insegnare ad amare e rispettare la bellezza in tutte le sue forme e laddove essa si manifesta, negli esseri viventi, nelle loro creazioni e nella natura è un potente antidoto alla velenosa mancanza di empatia che affligge il pianeta, e questo insegnamento è un cardine nelle pratiche politiche quotidiane per migliorare le relazioni umane nel pianeta.
Basta cercare su Wikipedia per apprendere che l’antesignano di Miss Italia fu 5000 lire per un sorriso: siamo nel 1939 e l’idea di un concorso fotografico venne al pubblicitario Dino Villani e al regista Cesare Zavattini per sponsorizzare una marca di dentifricio. Nessuna passerella in costume, solo foto del volto e del relativo sorriso. Il premio per la vincitrice consisteva in 5000 lire in titoli di Stato; successivamente, oltre al denaro, si aggiunsero anche altri premi: un corredo, una pelliccia, una cucina a gas, un soggiorno di due settimane per due persone presso il Grande albergo di Cattolica, un lampadario di Murano, un impermeabile di lusso e 6 paia di calze di seta. L’aggiunta di tali premi comportò anche la modifica del nome del concorso che diventò: 5000 lire e un corredo per un sorriso. Dopo l’interruzione della guerra nel 1946 ecco l’esordio con relative passerelle fino ad oggi. I sorrisi, e i volti spariti, e vai con le misure.
Il corpo umano, ogni corpo umano, in ogni età e latitudine, costituisce una delle manifestazioni della bellezza del mondo, e la sua forza evocativa libera è temuta da ogni regime totalitario: le arti figurative come quelle letterarie hanno celebrato il corpo nella sua nudità sovversiva da quando gli esseri umani hanno iniziato a comunicare e a desiderare di evolvere e lasciate una traccia.
A chi governa e ha a cuore la diffusione della cultura e della bellezza, locale e globale vorrei dire: non confondete la bellezza con il mercato. Promuovete le belle intelligenze di corpo e di cervello di ragazze e ragazzi per le manifestazioni sportive, le tenzoni di matematica, di spelling, le disfide retoriche e tematiche come nel bellissimo film The Great Debaters. Tutto il resto è noia.
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Le condizioni di Papa Francesco si sono aggravate: “Crisi respiratoria e anemia, sono state necessarie trasfusioni e ossigeno”. I medici: “Prognosi riservata”
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(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
(Adnkronos) - Papa Francesco "è in prognosi riservata". Lo fa sapere oggi, 22 febbraio, il Vaticano, con un aggiornamento sulle condizioni del Pontefice 88enne,ricoverato dal 14 febbraio al Gemelli per una polmonite bilaterale. "Le condizioni del Santo Padre continuano a essere critiche, pertanto, come spiegato ieri, il Papa non è fuori pericolo". "Questa mattina Papa Francesco ha presentato una crisi respiratoria asmatiforme di entità prolungata nel tempo, che ha richiesto anche l'applicazione di ossigeno ad alti flussi".
"Gli esami del sangue odierni hanno, inoltre, evidenziato una piastrinopenia associata a un'anemia, che ha richiesto la somministrazione di emotrasfusioni. Il Santo Padre continua a essere vigile e ha trascorso la giornata in poltrona anche se più sofferente rispetto a ieri", aggiunge il Vaticano.
Nel bollettino, diramato dal Vaticano, vengono evidenziate delle criticità della salute di Bergoglio che ancora non erano mai apparse in quelli precedenti.
Il bollettino medico di questa sera di Papa Francesco, dice all'Adnkronos Salute, del virologo Fabrizio Pregliasco, "mette in luce un percorso non piacevole che evidenzia le difficoltà di reazione del paziente alla terapia. E ci preoccupa un po', soprattutto perché non c'è solo la polmonite, da quello che ci viene riferito, ma anche questi problemi di bronchite asmatica di cui già soffriva e che in questo momento non aiutano a migliorare le condizioni del polmone".
"È chiaro che in una persona dell'età del Pontefice, con le sue problematiche di salute di base, gli elementi riferiti oggi - la lunga crisi respiratoria di questa mattina e la piastrinopenia, associata ad un'anemia - non evidenziano un percorso di stabilizzazione e guarigione. Per questo motivo i medici hanno parlato di prognosi riservata. Ci auguriamo che Pontefice superi presto questo delicato momento" conclude Pregliasco.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Meloni viene da una storia politica, a differenza di quella liberale e radicale, che non ha considerato nei decenni gli Usa e l’atlantismo come imprescindibili per l’Italia e l’Europa". Lo scrive Benedetto Della Vedova sui social.
"Oggi la troviamo nel suo intervento alla Cpac, come zelante difensore dell’indifendibile, cioè di Trump. Trump ha sempre sostenuto anche nel suo primo mandato, falsando la realtà, che l’Unione europea fosse stata creata per approfittare degli Usa. Con lui bisognerà fare i conti, naturalmente, ma Trump non è stato e non sarà amico della Ue e men che meno dell’Ucraina che è pronto a sacrificare per l’amicizia con Putin: Meloni se ne faccia una ragione, non può essere contemporaneamente amica di Trump e della Ue, deve scegliere".
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Un trionfo di vittimismo su scala planetaria. A servizio dei potenti, altro che popolo! Meloni con il suo intervento alla Cpac in corso a Washington ha fatto una scelta di campo, contro l’Europa. Forse persegue il suo interesse politico, ma non è l’interesse nazionale". Lo scrive sui social Peppe Provenzano, responsabile Esteri del Pd.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Sorprende che nessuno di La 7 prenda le distanze dall’orribile auspicio che Salvini venga colpito da un ictus. L’alibi della trasmissione satirica non assolve autori, ospiti, dirigenti ed editori. Purtroppo, troppe trasmissioni di La 7 e di Rai 3 istigano all’odio e avvelenano il clima del Paese. Editori, dirigenti, odiatori chiederanno scusa pubblicamente?”. Lo dichiarano i Capigruppo di Forza Italia alla Camera e al Senato, Paolo Barelli e Maurizio Gasparri.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - "Neanche un accenno al saluto nazista di Bannon. Nessuna presa di distanze. Evidentemente non può farlo. Meglio la retorica melensa e consueta dell’approccio Maga. Sposa su tutta la linea ideologica la retorica di JD Vance a Monaco, e chiude la porta ad una reale soggettività europea. Un discorso furbesco e ambiguo, di chi ha scelto di galleggiare e che posiziona il governo italiano sulla linea Orban con buona pace di tutte le chiacchiere a vuoto sull’ambasciatrice dei due mondi". Lo scrive sui social il senatore Enrico Borghi, capogruppo al Senato di Italia Viva, a proposito dell'intervento di Giorgia Meloni alla Cpac di Washington.
Roma, 22 feb. (Adnkronos) - “Tante bugie, in linea con la propaganda di Meloni. Il suo è il governo delle insicurezze. Sicurezza energetica? Falso. Ha fatto aumentare le bollette, rendendo le famiglie italiane meno sicure e più povere. Sicurezza alimentare? Falso". Così in una nota Angelo Bonelli, deputato di AVS e co-portavoce di Europa Verde.
"Con il suo negazionismo climatico favorisce la crisi dell’agricoltura e il dominio delle grandi multinazionali. Libertà di parola? Falso. Difende il vice di Trump, Vance, che vuole la libertà di diffondere bugie attraverso i social, strumenti nelle mani dei potenti miliardari americani. Difende la democrazia? Falso. È lei che vuole demolire gli organi costituzionali per diventare una e trina: Dio, Patria e Legge. I conservatori del mondo vogliono costruire il nuovo totalitarismo mondiale grazie al potere economico, tecnologico e militare di cui dispongono per trasformare la democrazia in un sottoprodotto commerciale della loro attività”.