Immagini del terribile inferno nei centri di detenzione libici, in cui sono trattenuti i migranti perché considerati clandestini. E’ uno stralcio del reportage girato nel febbraio scorso dalla giornalista Francesca Mannocchi per l’Unicef. Ospite di In Onda Estate (La7), la reporter ha illustrato l’orrore delle gabbie libiche (altri spezzoni dell’inchiesta sono visibili a questo link e a quest’altro link)). “Queste immagini provengono da centri di detenzione ufficiali riconosciuti dal governo libico, che è nostro interlocutore” – precisa Francesca Mannocchi – “Ma ci sono decine di centri di detenzione non ufficiali, gestiti dalle milizie e inaccessibili anche al ministero dell’Interno libico. E lì le condizioni sono ancora peggiori. Solo a Tripoli ci sono 13 centri di detenzione non ufficiali”. E spiega: “Nel centro ufficiale di Garian ci sono circa 15 contenitori di lamiera e 1400 persone, di cui 250 minori, che sono in questi hangar 24 ore su 24, 7 giorni su 7. In ogni hangar ci sono circa 100 persone e spesso in questi contenitori è così tanta la gente stipata, che fa a turno per dormire perché non tutti riescono a sdraiarsi. Non c’è acqua, non c’è cibo a sufficienza. I funzionari del ministro libico” – continua – “cioè gli ufficiali che hanno il dovere di controllare la gestione, mi hanno detto apertamente che, quando non arriva il cibo e non hanno più soldi per acquistarlo, aprono queste gabbie e fanno uscire le persone detenute. Ho avuto anche la possibilità di parlare con un trafficante che, in riferimento ai migranti, ha parlato di ‘stoccaggio merci’. In questi centri di detenzione i medici non possono entrare. Chi è malato è destinato a morire. A un ragazzo nigeriano malato di tubercolosi il console del Niger ha chiesto 1000 dinari libici per i documenti di rimpatrio volontario. Si è intascato i soldi e non si è fatto più vedere”
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