PENTIRSI DI ESSERE MADRI – Orna Donath (Bollati Boringhieri)
Sotto l’ombrellone, magari in mezzo a decine di bimbi vocianti e ingovernabili, Pentirsi di essere madri potrebbe diventare l’illuminazione dell’estate. Un saggio sociologico serissimo, scritto dalla 43enne sociologa israeliana Orna Donath, che mette in bella mostra le storie di donne che tornerebbero volentieri indietro dopo aver procreato. La Donath definisce l’intero corpus concettuale del suo libro un tabù, oltretutto proprio all’interno di una società irrimediabilmente maschilista e prepotentemente religiosa come quella israeliana, da dove parte l’indagine. Tra le decine di donne che ripensano a quella scelta (“automatica”, “naturale”) l’aspetto che stupisce di più dalle loro testimonianze virgolettate è proprio lo stupore per “non averci pensato prima”. Una ricerca antropologica a sua volta altrettanto sorprendente svoltasi dal 2008 al 2013, iniziata in Israele poi allargatasi agli Stati Uniti e a diversi Stati europei (Austria, Svezia, Estonia). Con una tesi di fondo davvero travolgente e radicale: non considerare questo rimpianto una “incapacità individuale”, perché così facendo continuiamo a “non renderci conto di come siano trattate le donne in molte società occidentali (…) poiché le società non vogliono ammettere che sono loro a spingere con veemenza tutte le donne sane di mente e di corpo tra le braccia della maternità”.