IL RAGAZZO SELVATICO – Paolo Cognetti (Terre di Mezzo Editore)
Ancora Cognetti. Sì, ancora Cognetti. Togliamoci il dente subito, distribuendo sorprese e provocazioni tra i consigli letterari per Ferragosto, rilanciando il vincitore dello Strega 2017. Se Le otto montagne ci ha incantato, rapito, e ci è rimasto stampato nell’anima, ora tocca sfogliare Il ragazzo selvatico (Terre di mezzo editore), prequel del romanzo vincitore di un mesetto fa dal titolo non proprio accattivante, ma lapalissiano prodromo esistenziale e poetico del capolavoro che verrà. Troviamo qui un Cognetti più grezzo e frammentario, ma sempre con lo stesso centro gravitazionale permanente: la montagna. E una fuga in avanti, anzi verso l’alto, che sembra un incanto. All’orizzonte il dirupo, la roccia, l’over 2000 che diventa agnizione nel rispecchiamento di sé stessi. E ancora: l’assenza di una figura paterna forte, quel bisogno di “maestri”, quella ricerca di equilibrio nell’isolamento. L’ossessione cognettiana è servita ancora fredda, ancora non metabolizzata del tutto. Eppure a leggere questo libro dopo Le otto montagne sembra di essere sì in mezzo ad una qualche variazione di una sinfonia principale, ma sempre alla corte creativa di uno dei più grandi scrittori contemporanei.