Si chiama “Bullshit Detector” (rivelatore di cavolate) ed è un software messo a punto in Gran Bretagna dalla società Full Fact per eseguire un fact-checking istantaneo delle notizie e delle dichiarazioni pronunciate dai politici, avvalendosi di un database. Si tratta di una specie di sistema automatizzato di controllo delle news, pensato e creato per i giornalisti: secondo il quotidiano inglese The Guardian, che ha sperimentato il programma, a partire da ottobre sarà diffusa una prima versione del sistema non solo nel Regno Unito, ma anche in Sud America e in Africa. A spiegare il funzionamento del software è il giornalista Paolo Attivissimo, consulente informatico ed esperto della disinformazione dei media, che, ospite di “Ma cos’è questa estate” (Radio24), precisa: “Il primo ostacolo è che questo software è solo in lingua inglese. Questo programma non fa altro che analizzare le frasi dette da un politico e poi, cercando e utilizzando delle parole chiave, controlla se è stata già eseguita una indagine di verifica a riguardo da parte di un giornalista o di un esperto del settore. E questo per appurare se il contenuto di quella dichiarazione è vero o falso. In realtà, si tratta di un ausilio, non di un sostituto del giornalista, perché si basa su indagini di veridicità già fatte. Ma già così sarebbe uno strumento utilissimo. Ad esempio” – continua – “quante volte vediamo circolare foto false, soprattutto quando avvengono attentati o altri drammi che fanno notizia? Sarebbe sufficiente avere un filtro che dimostra che quella foto già vista è un falso e si fermerebbe la circolazione di quell’immagine. E’ un software che lavora bene sui fatti di base, sui riferimenti precisi e sui dati numerici, come quelli economici. L’importante è che tutto questo processo di verifica sia fatto in modo trasparente, cioè vengono spiegate le fonti utilizzate, il metodo di lavoro adottato per ottenere il risultato e che questo strumento resti un sopporto. La testa dobbiamo metterla sempre noi”. E aggiunge: “Questo strumento, ancora in fase embrionale, è stato pensato per i giornalisti, anche perché il giornalista è quello che finisce molto spesso con l’essere il principale responsabile, involontario o volontario, della diffusione di notizie giuste o sbagliate. Ma è uno strumento universale. Quindi, se si riesce a intervenire alla fonte, è un grosso vantaggio per tutti. Naturalmente l’utilizzo del software dipende sempre dalla professionalità e dall’etica del giornalista”. Il programma è stato sviluppato grazie a 500mila dollari di finanziamenti, elargiti da due miliardari: l’imprenditore George Soros e il fondatore di eBay, Pierre Morad Omidyar. E sul commento di un radioascoltatore che definisce “una truffa” il software per via del contributo economico di Soros, Attivissimo osserva: “E’ un’accusa prevedibile. Proprio per questo motivo è molto importante che tutto il procedimento sia trasparente e verificabile anche da terzi. Non importa da dove arrivano i soldi, ma che il metodo utilizzato sia valido”