In una cavità della 'Secca delle Formiche' è stata ritrovata la giovane, poco distante anche il materiale di respirazione di Antonio Emanato, 44 anni, ora posto sotto sequestro. Il comandante della Guardia Costiera: "Le indagini vanno avanti. Stando alle testimonianze raccolte sono rimasti intrappolati a causa della scarsa visibilità"
È stato recuperato il corpo di Lara, la 13enne morta domenica mattina insieme all’istruttore di sub Antonio Emanato, 44 anni, nelle acque di Ischia nel corso di un’immersione. Lo ha annunciato il comandante della guardia costiera, il tenente di vascello Alessio De Angelis. Sono state ritrovate anche le bombole d’ossigeno dell’istruttore, a metà tra il punto dove si trovava il corpo del 44enne e quello dove è stata ritrovata la tredicenne Lara. “L’attrezzatura è sotto sequestro per accertamenti. Le indagini vanno avanti. Siamo soltanto all’inizio”, ha commentato De Angelis. Al momento l’ipotesi è che il fango abbia intrappolato i due sub: “Stando alle testimonianze raccolte – spiega il comandante – parrebbe i due si siano introdotti in una cavità senza riuscire ad uscirne a causa della scarsa visibilità, dovuta alle movimentazioni di sedimenti sul fondale”.
Il corpo della giovane era rimasto bloccato a 12 metri di profondità sul fondale di una cavità della ‘secca delle Formiche‘ tra le isole di Ischia e Vivara. Il ritrovamento è stata ripreso dalle squadre degli speleosub giunti da Roma che da domenica fino a stamattina, a recupero avvenuto del corpo della 13enne, hanno lavorato con la Guardia costiera di Ischia che ha coordinato le operazioni di soccorso e recupero. Il pm De Renzis della Procura della Repubblica di Napoli ha aperto un’inchiesta per stabilire le cause della morte dei due sub. Non è ancora chiaro come mai il corpo di Emanato, titolare di un diving center a Baia, frazione di Bacoli in provincia di Napoli, sia stato ritrovato senza il materiale di respirazione.
I due si erano immersi insieme nel mare di Ischia che, nonostante la differenza d’età, entrambi conoscevano bene. Dovevano esplorare una piccola grotta in località ‘Secca delle formiche’, dove l’acqua è profonda non più di venti metri ma è particolarmente torbida a causa delle cattive condizioni meteo degli scorsi giorni. A chiamare la guardia costiera verso mezzogiorno è stata una terza persona presente, anche lui del mestiere, notando che i tempi di risalita si erano allungati troppo rispetto alla capacità delle bombole d’ossigeno dei due.
Il primo ad essere estratto dai vigili del fuoco era stato l’istruttore della scuola subacquea. De Angelis ha provato a ricostruire la dinamica dell’accaduto: “Solo i dati tecnici e gli accertamenti sulle attrezzature stabiliranno le cause del decesso.”. L’ipotesi è quindi che il fango abbia intrappolato i sub, mentre cercavano una via d’uscita, fino all’esaurimento delle bombole. “Da quello che risulta, l’allieva e il suo maestro erano partiti insieme dallo stesso punto”, ha concluso il comandante.