Cronaca

Bordo, il borgo abbandonato nel cuore del Piemonte rinato grazie al buddismo e alla meditazione

Una vita assai diversa da quella a cui siamo abituati. A Bordo, piccolo borgo arroccato sulla montagna, in Valle Atrona, una ventina di chilometri da Domodossola, 35 anni fa si è insediata una comunità buddista. Una vita fatta di meditazione per buona parte della giornata, lavoro nei campi e in cucina, aiuto reciproco.Le prime famiglie si insediarono all’inizio degli anni ’80, così nacque il ritiro e il borgo cominciò a rinascere dopo essere stato abbandonato per anni. Un tempo c’erano un asilo per bambini e una scuola.

Oggi è più difficile vivere a Bordo tutto l’anno. “C’è poco lavoro in valle – racconta Tengye, la guida spirituale, francese – e non è più possibile, come accadeva in passato, lavorare due mesi è poi passare il resto dell’anno qui”. I membri della comunità – italiani, inglesi, spagnoli, svizzeri, sudamericani, giapponesi, nordeuropei – che negli anni si sono avvicendati per tempi più o meno lunghi, si mantengono con il lavoro comune. Chi cura gli orti, chi taglia la legna per l’inverno.

Tuttavia pochi rimangono qui l’intero anno. Felice, uno dei fondatori della comunità, è uno di questi. Molti invece vi trascorrono la primavera e l’estate. I viveri, essendo possibile raggiungere Bordo solo tramite un’antica mulattiera, vengono portati per mezzo di una teleferica. “Ci sono persone – afferma Tengye – che decidono di vivere isolate senza elettricità, né benzina. Con pochi soldi, quelli dei turisti che lasciano offerte e dei volontari che aiutano a mandare avanti il borgo. Vogliono sperimentare una vita semplice, spirituale, di riflessione e pace a contatto con la natura”.

E dove il cibo è rappresentato dal raccolto quotidiano (frutta, verdura, legumi soprattutto). Le prospettive della comunità? Tengye è realista: “Dipende da quanto rimarrà forte l’interesse delle persone, volontari in modo speciale, a contribuire a mantenere in vita questo luogo”.