Che il totalizzatore degli emolumenti pubblici per Giancarlo Galan continuasse a correre anche durante il periodo di carcere e di arresti domiciliari non è una novità. Ma finora non erano stati fatti i conti su quanto avesse guadagnato il parlamentare della Repubblica, nonché presidente della Commissione cultura della Camera dei Deputati, nel periodo in cui è rimasto in carcere ad Opera e quindi agli arresti domiciliari per le accuse di corruzione legate allo scandalo Mose. Ovvero per i soldi ricevuti da Giovanni Mazzacurati, presidente del Consorzio Venezia Nuova, che per anni aveva distribuito prebende a politici e funzionari dello Stato per ottenere un trattamento di favore per il progetto di sbarrare le bocche di porto con dighe mobili, così da contrastare il fenomeno delle acque alte.
La lacuna è stata colmata dal Mattino di Padova che ha spulciato le dichiarazioni dei redditi presentate alla segreteria della Camera dei Deputati dall’ex ministro padovano, a lungo governatore del Veneto: complessivamente Galan ha incamerato 208.897 euro nel 2014 e 2015. Proprio gli anni in cui i guai con la giustizia gli hanno impedito di lavorare. L’arresto, alquanto tormentato nell’iter, risale al luglio 2014, dopo che il deputato aveva cercato di opporsi in tutti i modi alla concessione del via libera da parte dei colleghi parlamentari. A ordinare l’arresto era stato il gip di Venezia che aveva firmato l’ordinanza con cui erano finiti in galera o ai domiciliari una trentina di persone, coinvolte nello scandalo. Galan era finito nel reparto medico del carcere di Opera a Milano. Poi aveva deciso di patteggiare la pena e quindi la misura era stata sostituita con gli arresti domiciliari. Ma al posto di parlamentare non aveva rinunciato finché non era stata decretata la sua decadenza dall’incarico. Ma intanto era trascorso un bel po’ di tempo.
Ed ecco le dichiarazioni dei redditi. Nel documento presentato nel 2015 e sottoscritto nel marzo 2016, ma riferito ai redditi percepiti nel 2014, risulta un di imponibile di 111.944 euro. Nella parte dedicata alla situazione patrimoniale Galan annota la “confisca dell’immobile sito in Cinto Euganeo”, ovvero di Villa Rodella, finita allo Stato per pagare i danni. Inoltre l’ex ministro è proprietario del 33,33% di un immobile a Padova (ereditato dopo la morte dei genitori e condiviso con i fratelli). Dai documenti risulta la donazione dell’1,92% della proprietà di Villa Rodella da parte della moglie, procedura necessaria per consentire la confisca del bene (del valore di alcuni milioni di euro) da parte del Demanio.
La dichiarazione riguardante i redditi 2015 indica un imponibile di 96.953 euro. Nella parte patrimoniale viene indicato che la Corte dei Conti ha ottenuto un atto di sequestro preventivo sulla quota-parte di proprietà dell’immobile di Padova, su un bosco a Rovolon (Colli Euganei), sulle quote (il 50%) della società Margherita srl e sulle azioni di Veneto Banca. Queste ultime ormai sono carta straccia dopo il tracollo di Montebelluna. Ma non finisce qui. Lo stipendio di Galan è stato pagato fino al 27 aprile 2016, giorno in cui ne è stata dichiarata la decadenza da deputato. Per gli aggiornamenti economici, quindi, bisogna attendere la prossima dichiarazione dei redditi.