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Il pappagallo muore di paura per una pallonata. L’allevatore chiede 150mila euro di risarcimento alla polisportiva

Succede a Vailate, in provincia di Cremona. La protesta: "Io vivo coi pappagalli, non posso trovarmeli morti ogni due per tre. Per me son tutto". La recinzione? "Il Comune ha detto che avrei dovuto farla a mie spese". La società: "Se perdiamo la causa dobbiamo chiudere"

di Simone Bacchetta

Quattro piccoli all’anno, al prezzo di 2000/2500 euro l’uno. Considerando che i pappagalli covano anche per 30/40 anni, si fa presto, facendo i conti della serva, ad arrivare a 300mila euro di mancato guadagno. E i conti della serva Antonio Pirovano, che a Vailate (Cremona) alleva a “crocchette e macedonia” la specie Ara Chloroptera, li ha fatti mettere nero su bianco dal suo avvocato. Il quale, convinto dal giudice, ha tuttavia dimezzato la richiesta di risarcimento. 150mila. “Due anni fa mi hanno ucciso un maschio – racconta Pirovano a ilfattoquotidiano.it -. Non ne posso più di quei palloni che da laggiù, dal quel campetto da calcio della Polisportiva finiscono nelle mie voliere”.

Già, perché l’animale è morto di spavento per una pallonata. L’ennesimo episodio. “L’anno prima la stessa sorte è toccata ad un rarissimo esemplare”. E in passato, “da una vita faccio questo mestiere e sono l’unico in Italia a farlo con partita Iva”, altri pappagalli hanno perso la vita nelle medesime circostanze. I tornei di calcio in notturna. “Maledizione a quelle partite. Decine e decine di palle che finiscono da qua e gli animali a quell’ora dormono. Pensi se lei venisse svegliato di soprassalto nel cuore della notte. Le piglierebbe un colpo, e così succede a loro”. A Pirovano spiace aver portato in tribunale una associazione di volontari che fa giocare al pallone 180 ragazzi. “Ma che ci posso fare? Mi hanno esasperato. Io vivo coi pappagalli, non posso trovarmeli morti ogni due per tre. Per me son tutto”. Prima di citare in giudizio la onlus si è rivolto al Comune, proprietario del terreno. Pirovano ha scritto una lettera all’amministrazione, ma niente da fare.

“Porta in faccia. Dovevo pensarci io a sistemare la recinzione“. Ma nemmeno per sogno, afferma. “Il pallone é un gioco, qui si tratta di lavoro, con cui devo mantenere moglie e due figli”. I pappagalli sono la sua vita, lui geometra che si é reinventato coltivatore di fiori e poi allevatore di uccelli con le penne rosse e il becco e gli ‘occhiali’ bianchi. “Ne ho quasi 400”. Non li commercia, ma li alleva e vende solo i nuovi nati, non le coppie. La sera in cui la femmina di Ara Chloroptera é divenuta ‘vedova’ la ricorda come fosse ieri. Era buio, lei stava covando e lui era a terra. Esanime. Poco distante un pallone. “Non ci ho più visto”. Il signor Antonio chiama vigili e carabinieri. “Venite, é successo di nuovo”.

La coppia di pennuti si ‘amava’ da oltre dieci anni. Per questi uccelli, monogami a vita, vale davvero il detto che il primo amore non si scorda mai. E i pappagalli non solo non lo scordano mai: una volta scelto il partner, rimangono con lui per sempre. Ci mettono un po’ a venire al dunque (“Dieci anni devono stare assieme prima di riprodursi”), ma poi recuperano: fanno i piccoli anche per 50 anni e campano anche fino a 100. Ma se il maschio muore, la femmina non cova più. “Smette di fare le uova”. Quella coppia stava generando piccoli da tre/quattro anni. E l’avrebbe continuato a fare ancora a lungo. Per questo motivo dei 3500 euro che gli ha offerto la assicurazione Pirovano non sa che farsene. “Non hanno idea del danno che ho subito. E’ una presa in giro”.

Dall’altra parte c’è Ivan Colombo, che ha “il calcio nel sangue”, da poco presidente della Polisportiva Ac Vailate. I due non si sono mai parlati. Meno che mai adesso. Qualche minuto prima di intrattenersi al telefono con ilfattoquotidiano.it. Colombo racconta di aver visto il “signor Pirovano. L’ho salutato con un cenno del capo”. Come fate a pagare se vi capitasse di perdere la causa? “Per noi è una cifra insostenbile. Chiuderemo e lasceremo a casa i bambini”.

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