Wolfgang Schäuble difende Mario Draghi. Una mossa inedita, quella del ministro delle Finanze tedesco, che arriva nel momento in cui il presidente Bce finisce sotto attacco della Corte costituzionale tedesca per il programma di acquisto di titoli di Stato (quantitative easing). Il piano, lanciato nel 2015 dall’Eurotower per sostenere la zona euro e soprattutto i Paesi più deboli, incontra da sempre la strenua opposizione di Berlino, secondo cui la politica monetaria molto espansiva danneggia i contribuenti tedeschi. “Non condivido questo parere. Credo che il mandato sia stato rispettato”, ha detto Schäuble come riportato da Handelsblatt on line, che dà conto delle dichiarazioni fatte durante una conferenza economica organizzata dal giornale.
Schaeuble ha poi spiegato che la Bce ha esaurito tutte le possibilità a sua disposizione per esercitare il “compito infernale” di realizzare una politica monetaria per molti diversi Paesi. Martedì la corte costituzionale di Karlsruhe aveva deciso di chiedere alla Corte di giustizia europea di pronunciarsi sulla legittimità del programma di quantitative easing, mirato a far risalire l’inflazione nell’Eurozona. I giudici tedeschi ritengono che vi “siano importanti ragioni” per ritenere che l’acquisto di titoli di Stato violi la proibizione di finanziare direttamente gli Stati, superando i limiti del mandato della Bce. L’iniziativa della Corte tedesca di Karslruhe è stata sollecitata dal cofondatore del Partito populista Afd, Bernd Lucke, dall’esponente dei conservatori bavaresi della Csu, Peter Gauweiler, e dal professore di diritto, Markus Kerber, il cui obiettivo è di proibire alla Bundesbank di partecipare al quantitative easing.
Dal canto suo la Commissione europea si è detta “convinta che la Bce stia attuando sulle basi e nei limiti dei Trattati, con l’acquisto di bond di stato sul mercato secondario, nell’ambito delle proprie operazioni di politica monetaria” e “interverrà in questo senso nel procedimento”, come ha fatto sapere la portavoce della Annika Breidthardt. Anche il presidente del parlamento europeo Antonio Tajani parlando a Radio Radicale ha detto che “la Bce ha rispettato i limiti imposti dal Trattato, dunque credo che la posizione della Corte Costituzionale tedesca sia, da un punto di vista giuridico, infondata”. “Detto questo – ha aggiunto Tajani -, io condivido anche nella sostanza quanto fatto dalla Banca Centrale Europea, che ha permesso di contrastare una situazione di Pil molto difficile iniettando denaro sui mercati per far crescere l’inflazione e quindi contribuire all’uscita dalla crisi”.