Sia chiaro, la Juventus rimane la favorita per la vittoria dello scudetto. Ma finalmente, dopo sei anni di dominio dei bianconeri, la Serie A si presenta ai blocchi di partenza con più incertezze che certezze. C’è innanzitutto il Napoli, che ha puntato tutto sui meccanismi rodati di Maurizio Sarri: nessun acquisto, nessuna cessione, più il ritrovato Arkadiusz Milik. Poi c’è l’entusiasmo del Milan cinese, re del calciomercato e reo di aver sottratto alla Juventus il suo pilastro difensivo, Leonardo Bonucci. L’Inter risponde con Luciano Spalletti e con un pre-campionato praticamente perfetto, nonostante la sfiducia dei tifosi per un mercato ritenuto sottotono. Le due milanesi puntano soprattutto al ritorno in Champions League, ma la lotta per le prime quattro posizioni è affollata. C’è la Lazio, fresca vincitrice della Supercoppa, c’è l’Atalanta che però dovrà affrontare la sua prima Europa League e rischia di crollare. E ovviamente c’è la Roma, al momento vittima di una rivoluzione interna che ha portato tanto scetticismo. Per i giallorossi, ma in realtà per tutto il calcio italiano, sarà anche la prima Serie A senza Francesco Totti dopo 25 anni. E sarà anche la stagione dell’esordio della moviola in campo, il tanto atteso Video Assistant Referee (VAR).
Il duello Juventus-Napoli – Si riparte alle 18 con Juventus-Cagliari. Poi alle 20.45 tocca al Napoli contro il Verona. Domenica sera tutte le altre. Sarà subito testa a testa quindi: da una parte i bianconeri, dall’altra gli azzurri. Massimiliano Allegri e i suoi sembrano ancora scossi dalla sconfitta in finale di Champions League a Cardiff. Una partita che ha lasciato più scorie del previsto, comprese le partenze di Bonucci e Dani Alves. Il mercato ha portato due bocche da fuoco offensive come Federico Bernardeschi e Douglas Costa, oltre al mediano Matuidi. La difesa rimane il punto di domanda, dove l’unico innesto è stato Mattia De Sciglio. Il vero problema però sembra essere soprattutto psicologico: la squadra rischia la crisi del settimo anno dopo un lungo dominio e tre finali consecutive perse: l’ultima in Supercoppa contro la Lazio il 13 agosto scorso. Discorso opposto per il Napoli, che ha scelto di fatto di riconfermare in blocco la rosa della scorsa stagione, sicura di una compattezza di gioco e di uomini finalmente compiuta. Sarri fa giocare i suoi a memoria e la scommessa potrebbe funzionare: i segnali arrivati dall’andata dei preliminari di Champions League sono positivi. Considerato che con la stessa formazione i partenopei hanno marciato a ritmi da scudetto per tutto la scorsa stagione di ritorno, ecco perché sono loro i rivali più accreditati.
Le milanesi alla finestra – A Milano è stata un’altra estate di grandi rivoluzioni. Un primo elemento controindicato per poter pensare di lottare per il vertice, almeno nei primi mesi. Il Milan ha confermato Vincenzo Montella ma cambiato tutti gli interpreti. Sono arrivati nell’ordine Musacchio, Rodriguez, Kessie, Conti, André Silva, Borini, Calhanoglu, Bonucci e Biglia: un calciomercato che i rossoneri non vedevano da tempo. I tifosi hanno subito riposto entusiasti, tanto che a metà agosto si contavano già quasi 30mila abbonati. Per dare un’idea, l’ultima volta che era stata superata questa quoto a correva la stagione 2011/12. Mentre bisogna tornare al 2008/09 per vedere superate le 40mila tessere, obiettivo oggi alla portata. Al di là dell’euforia dei tifosi, c’è però da mettere in campo da zero una squadra che ha certamente alzato il suo livello tecnico, ma è formata da gente che si conosce a malapena. Sensazione opposta in casa Inter, dove a cambiare è stato soprattutto il timone della società, con gli arrivi di Walter Sabatini e Spalletti. I tifosi interisti si aspettavano anche un mercato faraonico, invece sono arrivati pochi giocatori e funzionali al nuovo progetto: Borja Valero, Vecino, Dalbert, Skriniar. Il pre-campionato sembra dare ragione di queste scelte, ma ora si comincerà a fare sul serio. L’Inter finì settima nello scorso campionato, basteranno Spalletti e i nuovi innesti per arrivare almeno al quarto posto?
Euforia Lazio, nostalgia Roma – Quarto posto che è anche il grande obiettivo della Lazio. I biancocelesti ormai da anni partono sempre in sordina, per poi ritrovarsi puntualmente a lottare per i piani alti della classifica. Nonostante l’addio di Biglia e quello (quasi certo) di Keita, Simone Inzaghi sembra aver già ritrovato la brillantezza della scorsa stagione. La vittoria della Supercoppa è una bella iniezione di fiducia e conferma che i biancocelesti non possono essere sottovalutati da chi vuole conquistare un posto in Champions League. Se a Formello si respira quindi un misurato ottimismo, tutt’altro accade a Trigoria. La sconfitta in amichevole per 4-1 contro il Celta Vigo ha fatto scattare il campanello dall’allarme per Eusebio Di Francesco. Il neo-tecnico della Roma si è ritrovato una squadra privata delle sue fondamenta, da Antonio Rüdiger fino a Mohamed Salah. Non sono arrivati gli adeguati rinforzi e ora i giallorossi – lo scorso anno capaci di arrivare ad appena 4 punti dallo scudetto – sono un grande punto interrogativo. Manca anche la guida spirituale Totti: le sue 619 presenze condite da 250 gol mancheranno però a tutta la Serie A.
Atalanta europea, Fiorentina depressa e le altre – Poi ci sono tutte le altre, tra chi lotterà per non retrocedere e chi proverà a ripetere la splendida impresa dell’Atalanta nella scorsa stagione. A Bergamo l’attesa è tutta per l’esordio in Europa League, ma la squadra di Gianpiero Gasperini ha perso molti pezzi pregiati. L’impressione è che sarà difficile ripetersi, mentre l’avventura fuori dai confini nazionali è tutta da vivere. La sorpresa di questo campionato potrebbe essere invece il Torino di Mihajlovic e Cairo, ma anche la Sampdoria, dovesse in qualche modo tenere il gioiellino Patrik Schick. Difficile possa esserlo la Fiorentina, completamente depauperata da questo mercato. Appena arrivato, Stefano Pioli è stato salutato da tutto il suo centrocampo e attacco titolare, con l’eccezione del giovane Federico Chiesa. Gli abbonamenti sono ai minimi storici – gli ultimi dati parlano di poco più di 11mila tessere – e i tifosi invocano la cessione del club. Ritorna in Serie A dopo un anno sabbatico l’Hellas Verona, che punta ancora su Giampaolo Pazzini. Più duro sarà l’impatto con la massima serie invece per Benevento e Spal. I campani sono alla prima esperienza assoluta, per Ferrara invece è un ritorno dopo mezzo secolo di attesa. Entrambe rischiano di essere protagoniste di un’apparizione fugace, ma la favola del Crotone di Davide Nicola insegna che nulla è impossibile. Per la retrocessione, come per lo scudetto.