Dopo gli scontri con il governo degli ultimi mesi sulla convocazione di un'Assemblea Costituente, all'ex procuratrice erano stati congelati i beni
Luisa Ortega Diaz, ex procuratrice generale del Venezuela che nelle scorse settimane aveva provato a contrastare l’elezione di una Assemblea Costituente voluta dal presidente Nicolas Maduro, è riuscita a fuggire dal paese latinoamericano, assieme al marito, il deputato chavista German Ferrer, e a due collaboratori, tutti ricercati dalle autorità venezuelane. Ortega Diaz, Ferrer hanno prima raggiunto la costa caraibica del Venezuela e poi, in barca, l’isola Aruba. Da qui, in aereo, sono finalmente arrivati in Colombia, dove hanno chiesto asilo alle autorità locali. All’ex procuratrice generale era stato vietato di lasciare il Venezuela, dopo gli scontri degli ultimi mesi con il governo di Caracas.
Il primo maggio, il presidente Maduro aveva annunciato la convocazione delle elezioni per scegliere una assemblea costituente e la Ortega si era rivolta agli organi giudiziari e costituzionali per annullare l’iniziativa presidenziale, che a suo giudizio violava quattro articoli della Costituzione venezuelana ma la Corte Suprema aveva rigettato i suoi ricorsi dando ragione al governo. I veri guai per Luisa Ortega Diaz erano iniziati quando un deputato “oficialista” filogovernativo l’aveva denunciata alla Corte Suprema per “attentato e minaccia all’etica pubblica e alla morale amministrativa” e “violazione e minaccia ai principi fondamentali stabiliti dalla Costituzione”. La Corte aveva dato ragione alla denuncia, proibendo alla Ortega Diaz di lasciare il paese e congelando i suoi beni.