Mafie

Monreale, via il banco donato alla chiesa da Michele Navarra. Nessun inchino per il boss

Michele Pennisi è l’arcivescovo di Monreale, una delle diocesi più prestigiose della Sicilia e non solo.
Il suo nome, e non da oggi, è legato ad un forte impegno per la legalità e contro le mafie.
Papa Giovanni Paolo II lo volle vescovo di Piazza Armerina nel 2002 e quella terra diventò un laboratorio di impegno civile e di contrasto quotidiano alla presenza mafiosa.
La nomina ad arcivescovo di Monreale fu decisa, nel febbraio del 2013, da Benedetto XVI.

Dal 2008 è costretto a vivere “sotto scorta” perché si è rifiutato di celebrare in Chiesa i funerali di Daniele Emmanuello, ucciso dalla polizia durante un conflitto a fuoco.
Ora ha deciso di far levare da uno dei banchi della cattedrale il nome di Michele Navarra, uno dei capi della mafia di Corleone che quel banco, e non solo quello, aveva regalato alla chiesa, segno della sua fede, del suo singolare “inchino” davanti al “Re dei Re”. Gesù, che, tuttavia, aveva scelto di morire in croce per salvare gli altri e non di “mettere in croce” i magistrati, i poliziotti, i sindacalisti (tra loro Placido Rizzotto) che avevano scelto di stare dalla parte dello Stato e della Costituzione.

L’arcivescovo Michele Pennisi, confortato anche dalle parole di scomunica scagliate contro la mafia da Papa Francesco, ha deciso che quel nome non può e non deve stare nella chiesa e, tanto meno, può restare su quel banco dove, ogni giorno, qualcuno si inchina a pregare e a chiedere pietà, misericordia, pace e giustizia.
Poteva e doveva essere fatto prima? Sicuramente sì, ma è importante che questa scelta sia stata fatta e che da ogni Chiesa, ma anche da ogni Comune, siano cancellati gli “omaggi” che mafia e mafiosi hanno spesso donato ai loro “devoti” di ogni natura e colore.

“Bisogna rimuovere quei simboli mafiosi che riportano ad una religiosità fasulla” parole di Michele Pennisi, riportate sulla Repubblica di oggi da Salvo Palazzolo, uno dei giornalisti più attenti e sensibili alla lotta contro le infiltrazioni mafiose e ai comportamenti che le favoriscono.
Finalmente anche nella chiesa di Morreale nessuno dovrà più “inchinarsi” davanti al nome del boss Michele Navarra.
La bestemmia è stata espulsa dal Tempio.