Il rappresentante laico ha chiesto un intervento del Consiglio superiore della magistratura dopo le polemiche per la decisione del giudice Giovanni Ghini. I domiciliari sono stati revocati il 16 agosto scorso per "lo straordinario senso di autodisciplina dimostrato dall’indagato". La sostituta procuratrice di Reggio Emilia Maria Rita Pantani ha annunciato ricorso al tribunale del riesame
E’ arrivata fino al Consiglio superiore della magistratura la polemica per la scarcerazione a Reggio Emilia di un richiedente asilo pachistano di 21 anni, reo confesso di violenza carnale ai danni di un tredicenne disabile. Il consigliere laico Pierantonio Zanettin (Fi) ha infatti chiesto l’apertura di una pratica in prima commissione “per valutare eventuali profili di incompatibilità ambientale o funzionale a carico del gip del Tribunale Giovanni Ghini.
I domiciliari erano stati revocati al 21enne pakistano il 16 agosto scorso. Durante l’interrogatorio di garanzia, secondo quanto riportato dall’agenzia Ansa, l’indagato ha confessato di aver avuto un rapporto con il minorenne lo scorso 10 luglio, sostenendo però che il giovane fosse consenziente. L’indagato deve sottostare all’obbligo di firma ed è stato disposto anche l’allontanamento dalla vittima della violenza e il divieto di espatrio. Ghini ha deciso di revocare la misura cautelare degli arresti domiciliari, alla luce “dello straordinario senso di autodisciplina dimostrato dall’indagato”. La sostituta procuratrice di Reggio Emilia Maria Rita Pantani, titolare dell’inchiesta sull’abuso condotta dai carabinieri, aveva chiesto la custodia cautelare in carcere per il 21enne e ha annunciato il ricorso al Riesame contro la decisione del Gip.
Sul tema si è espressa anche la presidente vicaria del tribunale Cristina Beretti, specificando che, pur “non potendo in alcun modo scendere nel merito della vicenda né sindacare la decisione che il giudice, nella sua piena e riconosciuta autonomia”, “posso solo ricordare che il procedimento non è concluso, che ci si trova nella fase cautelare e che l’indagato, in forza della misura cautelare e provvisoria adottata nei suoi confronti, è e sarà sottoposto ai controlli delle forze dell’ordine”. Quindi ha aggiunto: “Ogni provvedimento giudiziario è criticabile e ogni decisione può essere discussa con modi civili e non esasperati che mai devono trascendere nell’insulto e nella minaccia nei confronti di chi quella decisione ha preso”.
La scelta ha infatti creato numerose polemiche a livello locale, ma non solo. I 5 stelle hanno annunciato un’interrogazione al governo e, la deputata Maria Edera Spadoni ha chiesto di “bloccare immediatamente l’iter di richiesta asilo e di avviare quanto prima la procedura di espulsione del richiedente che al momento risulta a piede libero”. Su Facebook il leader del Carroccio Matteo Salvini ha attaccato: “Il governo chiacchiera di ‘lotta al terrorismo’, mentre un pedofilo finto profugo è tranquillo a spasso per Reggio. Pazzesco. Questa non è giustizia, questo non è il Paese che voglio lasciare ai miei figli: andiamo a governare!”. Il deputato Elio Massimo Palmizio, presidente di Forza Italia dell’Emilia-Romagna, ha infine chiesto che il ministro della Giustizia “invii ispettori per le opportune verifiche con l’auspicio che ne consegua un deferimento al csm”.
Si è esposta anche la portavoce dell’Osservatorio nazionale bullismo e doping Paola Ferrari: “Non voglio commentare la sentenza o attaccare il magistrato che ha deciso in questo senso”, ha dichiarato, “perché le gogne mediatiche non servono a nessuno, ma certe notizie lasciano sbigottiti tutti noi che siamo impegnati giorno dopo giorno nella lotta al bullismo e nella tutela dei minori. Sapere che un pedofilo reo confesso possa ottenere la libertà in così poco tempo è inquietante e non aiuta quei bambini e quelle famiglie che faticosamente decidono di denunciare gli aguzzini. Se si tratta di un problema di norme, ben venga il cambiamento delle norme. La sicurezza e la serenità dei bambini deve stare al primo posto in assoluto e non è tollerabile alcuna forma di impunità verso un reato odioso come la pedofilia”. Intanto l’associazione “La caramella buona onlus” ha organizzato una manifestazione per giovedì 24 agosto alle 21 davanti al tribunale di Reggio Emilia. “La decisione del giudice”, ha scritto la onlus in una nota, “ha provocato nella cittadinanza reggiana sentimenti di stupore, sconcerto e indignazione. L’invito è di partecipare alla manifestazione senza bandiere e simboli di qualsiasi genere”.