Dal 9 al 13 agosto si è disputato il mondiale di categoria all’Amway Center di Orlando, Florida. Le migliori 32 squadre del globo si sono sfidate per il Call of Duty World League Championship: 16 qualificatisi dalla stagione regolare della Global Pro League, 8 dalle regionali nord americane, 6 da quelle europee e due da quelle asiatico-oceaniche. Un mondiale ricco di sorprese ma con una certezza: le squadre nord americane sono ancora un passo avanti rispetto a Europa e Australia. La prima non americana nella classifica finale si trova al settimo-ottavo posto: si tratta degli Splyce, finalista nel 2016 e vincitrice nel 2017 della prima tappa della coppa del mondo. Si attendeva molto da loro e fino al quarto di finale del tabellone principale le aspettative erano più che rispettate, prima di incontrare gli OpTic Gaming.
Il formato del mondiale è simile a molti altri utilizzati negli sport elettronici: una fase iniziale a gironi da quattro di cui solo le prime due sono inserite nel tabellone a doppia eliminazione. La differenza con un normale tabellone è che perdere una partita non comporta l’immediata esclusione dal torneo: è necessario perderne due per salutare definitivamente la competizione, permettendo quindi a ogni squadra di poter ancora sognare la vittoria finale nonostante arrivi una sconfitta intermedia, risalendo da quello che è chiamato Loser Bracket o tabellone secondario. Dove sono finiti, tra gli altri, anche i già citati Splyce, nonostante una prestazione di altissimo livello contro gli OpTic Gaming, favoriti numero uno dell’evento. Un 3-2 che ha premiato la squadra di casa ma che sembrava consegnare agli Splyce la consapevolezza di poter tornare agevolmente a giocare la Grand Final. Eppure, nel derby fratricida con gli Epsilon, altra formazione europea, gli Splyce hanno faticato non poco per conquistare tre mappe delle cinque disponibili. Perdendo, poi, al turno successivo contro i Luminosity Gaming, improvvisamente risvegliatisi dopo tre giorni di ibernazione. Giusto in tempo per far fuori l’ultima europea rimasta.
Il torneo, alla fine, è terminato come da pronostico. Gli OpTic Gaming hanno trionfato con merito spinti da un pubblico esemplare all’urlo di “Let’s go OpTic”: il Green Wall (verde è il colore delle maglie della squadra) ha fomentato con veri e propri cori da stadio le prestazioni dei quattro fenomeni che da tanto, troppo tempo attendevano di conquistare il mondiale. Seth “Scump” Abner, Matthew “Formal” Piper, Ian “Crimsix” Porter e Damon “Karma” Barlow (canadese) hanno ottenuto la vittoria più importante della loro carriera dopo anni di delusioni. Il mondiale era diventato quasi una maledizione, sicuramente un’ossessione per molti di loro. Che fosse il loro anno, però, lo si è visto da subito: hanno giocato ogni partita sopra la media, costringendo gli avversari a prestazioni impossibili per raggiungerli. Unici a riuscirci sono stati gli EnVy, guidati dalla grande esperienza di Jordan “JKap” Kaplan, vincitore degli ultimi due titoli mondiali e uno dei due soli giocatori al mondo, insieme al già citato Karma, a possedere due anelli.