Ideata dalla start up Lvl5, l'applicazione paga da uno a cinque centesimi di dollaro per ogni miglio percorso e ripreso dalla telecamera del proprio dispositivo portatile. I dati raccolti servono alla costruzione di mappe digitali per le auto a guida autonoma. Ma funziona solo negli Stati Uniti
La forza dello smartphone. Ci eravamo lasciati, poco tempo addietro, con la possibilità di impiegarlo nel tempo libero per contribuire – a pagamento – a migliorare la capacità di riconoscimento degli oggetti da parte dei computer che sviluppano intelligenza artificiale, ed ecco che un’ulteriore applicazione, Payver, si apre a nuovi sviluppi. Questa volta, sempre nell’ottica di racimolare qualche euro di credito, potremo puntare la fotocamera del nostro apparato verso la strada mentre si sta compiendo un tragitto in macchina, condividendo ciò che essa registra.
L’applicazione in questione è frutto della startup Lvl5 che si occupa della costruzione di mappe digitali ad uso delle future autovetture a guida autonoma. Tali mappe sono generalmente considerate un’aggiunta essenziale ai sensori che questi veicoli trasportano, fonte aggiuntiva di informazioni per integrare le telecamere, i radar e i lidar che scansionano la strada. Queste indicazioni topografiche, sottolinea il sito Wired che ne dà notizia, necessitano di un livello di dettaglio che va oltre quello che si può trovare attualmente a disposizione: non solo i nomi delle strade e quelle a senso unico, ma pure la posizione esatta di ogni sosta, semaforo, linee di corsia e frenata. Tutto dettagliato al centimetro.
Payver è il primo passo di un articolato piano della neo-società, ed in questa fase è così strutturata: chiunque può scaricare l’applicazione, puntare la fotocamera sul parabrezza e ricevere in pagamento tra uno e cinque centesimi (di dollaro, ndr) per ogni miglio che viene percorso. Un pò di più per le strade che altri conducenti non hanno ancora coperto. Il feed della fotocamera viene caricato sull’hub centrale di Lvl5 (via Wi-Fi per impostazione predefinita), dove il software analizza tutte le funzionalità chiave sopradescritte, integrandole nella costruzione della mappa. Ogni utente successivo che copre lo stesso tratto conferma i dettagli o fornisce aggiornamenti.
“Il nostro approccio, che combina software di visione informatica, sviluppo collettivo e hardware disponibile a prezzi contenuti, fa sì che la nostra sia una tecnologia accessibile”, afferma il CEO Andrew Kouri. Infatti, molte delle società che sviluppano tecnologia per guida autonoma hanno costruito sinora le proprie mappe inviando flotte di veicoli dotati di telecamere e lidar per eseguire la scansione dell’ambiente in anticipo. Questo funziona bene per eseguire prove sul campo, ma è difficile scalare questo sistema su aree più ampie, soprattutto perché queste mappe dovranno essere aggiornate con una frequenza altissima – anche ogni pochi giorni – per assicurare il corretto funzionamento dei robot di guida.
In soli 3 mesi, Payver ha permesso la copertura di 500mila miglia (circa 800mila km) di strade degli Stati Uniti. Ora la società sta eseguendo progetti pilota con alcuni produttori di automobili (che Kouri ha rifiutato di nominare) e si aspetta, una volta che abbia partnership ufficiali in atto, di poter impiegare le fotocamere incorporate nei veicoli per raccogliere più dati senza più doversi preoccupare degli utenti dell’app e dei relativi pagamenti ai singoli “giocatori”. Se vivete negli USA, potreste farci un pensierino, prima che taglino l’applicazione ed i relativi compensi…