6mila uova e 12mila animali in quarantena nel capoluogo marchigiano, mentre nella provincia laziale sono stati bloccati 32mila prodotti destinati all’alimentazione zootecnica, 53mila al quella umana e 15mila ovipare. 106 chili con implicazione penale. Cinque-sei persone denunciate. Ministero aggiorna i dati: "8 positività"
Si allarga il caso delle uova contaminate dall’insetticida moderatamente tossico e vietato sugli animali destinati al consumo alimentare. I carabinieri dei Nas hanno rilevato due nuovi casi di positività al fipronil in due allevamenti ad Ancona e Viterbo. Nelle ultime verifiche i carabinieri per la tutela della salute hanno sequestrato in totale 60 mila uova per consumo umano, 32.000 per alimentazione zootecnica, 3 capannoni per allevamento con 27 mila galline ovaiole e un centro di imballaggio uova. In particolare sono 6mila le uova sotto sequestro nel capoluogo marchigiano e 12mila galline. Mentre a Viterbo 32mila uova destinate all’alimentazione zootecnica e 53mila destinate all’alimentazione umana, e 15 mila animali. Inoltre 5 o 6 persone sono state denunciate ad oggi in Italia per 7 casi di contaminazione rilevati. Il comandante dei Nas, Adelmo Lusi ha specificato che ci sono “5 o 6 denunciati che corrispondono a 5 o 6 positività” e in aggiunta “una che riguarda le omelette”. Solo qualche giorno fa erano stati rilevati dei casi di contaminazione anche a Roma e due in Campania, contrariamente a quanto affermato inizialmente dal ministero della salute all’indomani dell’allarme Ue.
Sulla vicenda delle uova contaminate vengono pubblicati da parte dello stesso ministero i dati aggiornati al 23 agosto. In totale “sono state rilevate 8 positività: 5 in uova presso dei centri di imballaggio, 2 relative ad ovoprodotti e 1 relativa a prodotti di trasformazione, con conseguente segnalazione alle Regioni e Asl competenti sul territorio per ulteriori accertamenti sulla provenienza nazionale o estera delle uova o dei prodotti contaminati, sulle fonti di contaminazione e per l’adozione di eventuali provvedimenti restrittivi”. Nel computo sono incluse anche i casi di cui hanno informato i Nas.
I Carabinieri hanno spiegato in una nota: “Siamo in piena fase esecutiva sull’intero territorio nazionale”, i casi in questione si vanno ad aggiungere a quelli “già comunicati dal ministero della Salute”. Il Nucleo dei carabinieri della salute, insieme alle Asl, ha effettuato 253 ispezioni in allevamenti, centri di distribuzione e lavorazione delle uova, industrie e laboratori di prodotti dolciari, salse e paste all’uovo, sequestrando cautelativamente oltre 91mila chili di uova e ovoprodotti, di cui 106 chili con implicazione penale. Al momento si attendono le risposte per 107 campioni inviati agli Istituti zooprofilattici di Teramo e Roma.
Si sta indagando su due ipotesi sull’uso del fipronil rintracciato nelle uova in Italia. Una riguarda l’attività di disinfestazione del terreno in assenza di animali, mentre l’altra riguarda la presenza illegale del fipronil nei mangimi. “È plausibile – ha detto Lusi – l’ipotesi di una contaminazione accidentale“. Non è esclusa la possibilità che, in passato, una forma di disinfezione delle aree dove sono tenuti gli animali possa aver lasciato residui che oggi si ritrovano nell’ambiente. Si indaga anche sul sistema di alimentazione degli animali. “Si tratta di ipotesi – ha tenuto a puntualizzare Lusi – che non abbiamo ancora avuto occasione di verificare”. In ogni caso, “campionamenti dei terreni su cui vivono gli animali sono stati fatti. E vengono campionati anche i mangimi”.
Il comandante dei Nas, Adelmo Lusi, ha fatto il punto sui controlli eseguiti finora e “per quanto riguarda l’attuale contaminazione da fipronil le percentuali rilevate fino ad oggi sono bassissime, e il fatto stesso che siano state rilevate va al merito della eccellenza degli Istituti che eseguono questi controlli”. Ma tranquillizza sulle uova italiane che “sono sicure, ci si può fidare”. Queste vengono controllate inizialmente dallo “stesso produttore e successivamente dalle aziende”che le acquistano in vista dell’immissione nel commercio. Dunque “si può stare tranquilli quando si acquistano uova su cui sono impressi i dati di nazionalità, data di deposizione e addirittura dell’allevamento da cui l’uovo proviene. Direi che ci possiamo fidare”.
Nel comunicato che ha preceduto la conferenza stampa si legge che “gli esiti preliminari dell’attività dei Nas si innestano nel più ampio ad articolato piano di controllo disposto dal ministero della Salute, elaborato per monitorare i prodotti a base di uova sia di provenienza estera che di produzione nazionale”. I Nas, è stato spiegato, hanno partecipato a tutto il sistema integrato di controllo sia per rintracciare i flussi commerciali di prodotti esteri a base di uova indicati come contaminati (sequestrando ovoprodotti liquidi o in polvere nonché preparati per omelette e dolci destinati principalmente alla ristorazione etnica) sia nelle fasi di campionamento di prodotti nazionali. Inoltre, su disposizione della direzione generale della Sanità animale e dei farmaci veterinari del ministero della Salute, si stanno effettuando ispezioni in allevamenti per verificare la possibile detenzione illecita di farmaci o sostanze non autorizzate. Insieme alle Asl regionali si stanno campionando “matrici ambientali” cioè uova in guscio, pelle e grasso, mangimi e acque di abbeveraggio.
Il fipronil è utilizzato nella pratica veterinaria come insetticida di seconda generazione contro pulci, pidocchi, acari e zecche e parassiti in genere, ma ne è vietato l’uso negli animali destinati alla catena alimentare. L’esposizione all’insetticida può causare nausea, vomito, dolore addominale e crisi epilettiche. Se consumato in grandi quantità può causare danni ai reni, al fegato e alla tiroide.