La Regione ha approvato una direttiva per coloro che vogliano veder riconosciuta anche sul posto di lavoro la propria identità percepita: una norma non ancora prevista a livello statale, dove in generale viene riconosciuta una nuova identità solo a chi ha già completato il processo di transizione da un genere all'altro
Tutelare l’identità di genere dei propri dipendenti anche nel caso sia diversa da quella registrata in anagrafe, dando la possibilità ai transessuali di ottenere un’identità alias consona al sesso che si è scelto. La Regione Friuli Venezia Giulia ha approvato una direttiva amministrativa affinché eventuali dipendenti regionali che vogliano veder riconosciuta anche sul posto di lavoro la propria identità percepita, possano disporre di una procedura definita: una norma non ancora prevista a livello statale, dove in generale viene riconosciuta una nuova identità solo a chi ha già completato il processo di transizione da un genere all’altro. La governatrice Debora Serracchiani: “Una norma che colma un vuoto in questa disciplina specifica”.
L’identità alias comporterà l’adeguamento della documentazione identificativa, come il badge, e dei conseguenti dati informatici, compresa la possibilità di utilizzare questa identità anche nelle comunicazioni istituzionali all’esterno della Regione. Sono state previste poi delle procedure ad hoc per conformarsi al rispetto della privacy – la situazione di transessualismo è un dato sensibile – e per la necessità di non dichiarare il falso riguardo ai dati anagrafici del dipendente o della dipendente verso altri soggetti. “Rispettare i diritti fondamentali della persona favorisce anche un clima di lavoro sereno e produttivo”, commenta l’assessore alle pari opportunità, Loredana Panariti, aggiungendo che “semplici prassi utili ad aumentare il benessere dei lavoratori nei luoghi di lavoro costituiscono per ente e dipendenti un’occasione di crescita”.
“Vogliamo garantire – spiega Serracchiani – il pieno diritto all’identità personale quale espressione della dignità del soggetto e diritto a essere riconosciuto nell’ambito sociale, anche sul luogo di lavoro”. “Abbiamo ritenuto opportuno definire un procedimento che consenta agli uffici il riconoscimento all’utilizzo della propria identità personale, seppure diversa da quella sessuale – continua la presidente del Friuli – colmando il vuoto di una disciplina specifica che dettagli i comportamenti da tenere da parte delle amministrazioni pubbliche“. La giunta ha dato quindi mandato alla direzione generale di procedere ai necessari adeguamenti, anche informatici, per l’adozione dell’identità alias.