L’alleanza tra Angelino Alfano è il Partito democratico? “È una delle poche esperienze vincenti all’ultima tornata delle amministrative“. È una vera e propria benedizione quella che arriva da Davide Faraone all’ingresso del ministro degli Esteri nella coalizione di centrosinistra. In vista delle elezioni regionali in Sicilia, infatti, l’unione tra Alternativa popolare e il Pd sembra già cosa fatta. Il modello è quello della coalizione che a giugno ha appoggiato la rielezione di Leoluca Orlando a sindaco di Palermo, con il Pd e Ap fusi in un’unica lista.

Non si è ancora discusso di liste, invece, per la corsa a Palazzo d’Orleans che per Faraone è la prova generale delle elezioni politiche del 2018. “la Sicilia, così come è stato in passato, può diventare il laboratorio in vista delle prossime politiche”, dice in un’intervista al Corriere della Sera il sottosegretario alla Salute. Insomma se tutto va come pare il Pd e Ap andranno insieme anche alle prossime politiche, con i dem che cederanno una trentina di seggi agli alfaniani anche se per Faraone non c’è “assolutamente” un patto sin questo senso.

Un accordo c’è già invece sul nome del candidato governatore: Fabrizio Micari, rettore dell’università di Palermo, indicato da Leoluca Orlando. Che, però, essendo gradito anche ad Alfano si è alienato le simpatie di Mdp e Sinistra Italiana. “Dire no a Micari significa rafforzare in Sicilia i Cinquestelle e la destra”, dice Faraone che vorrebbe un’alleanza larga capace di includere sia gli alfaniani che i bersaniani  “Stiamo governando con Alfano e il suo partito dai tempi del governo Letta. Ecco, Bersani e Speranza hanno votato diversi provvedimenti. Si sta in sostanza facendo un accordo politico in sintonia con gli esecutivi nazionali degli ultimi quattro anni”. A sinistra, però, non ci sentono: nelle ultime ore è spuntata persino l’idea di ricandidare come presidente Claudio Fava, finito fuorigioco nel 2012 per un pasticcio burocratico. A spingere per Micari è soprattutto Leoluca Orlando.  “Credo ancora nel percorso di civismo politico, stamattina ho sentito Pisapia per 45 minuti al telefono e sono pronto a incontrare immediatamente Mdp e Sinistra italiana senza però che abbiano in tasca pronti i comunicati stampa”, dice il sindaco di Palermo invitando i bersaniani a tornare sui loro passi: “Vogliamo ricordare che Mdp sta nel governo nazionale con Alfano?”.

E se l’alleanza tra Ap e Pd sembra già cosa fatta (anche se mancano ufficializzazioni da parte degli alfaniani) a destra non riescono a sciogliere il nodo del candidato governatore. Fratelli d’Italia insiste per Nello MusumeciSilvio Berlusconi, invece, si è innamorato di Gaetano Armao, già assessore con Raffaele Lombardo, ma inviso ai ranghi siciliani di Forza Italia. Nelle ultime ore si è parlato persino dell’ipotesi ticket. Su Musumeci, poi, si registra il cortocircuito in casa Lega. “Mi spiace prendere atto che a distanza di mesi l’amico Nello Musumeci non è riuscito a portare a compimento il mandato di ricompattare il centrodestra siciliano. Adesso faccia un passo indietro lui per il bene del centrodestra in quanto ho appurato che non ci sono più le condizioni per una sua candidatura unitaria”, dice il deputato Angelo Attaguile, coordinatore di Noi con Salvini, costola meridionale del Carroccio. Una dichiarazione smentita nel giro di qualche ora dai piani alti della Lega.  “La questione della candidatura alla presidenza della regione Sicilia la sta seguendo direttamente Matteo Salvini nell’ottica di un centrodestra unito. In questo senso l’unica proposta presa in considerazione è Nello Musumeci, in grado di ripulire, rilanciare e dare un futuro migliore alla Sicilia. Posizioni diverse da queste sono espresse a titolo personale e non corrispondono alla posizione del movimento Noi con Salvini e Lega”, dice il vicesegretario del partito Giancarlo Giorgetti. Due posizioni, quella di Giorgetti e quella di Attaguile, completamente opposte e che confondono ancora di più le acque.

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