I magistrati di Napoli hanno aperto un'inchiesta sul terremoto che ha colpito l'isola la sera del 21 agosto. L’indagine è al momento a carico di ignoti con le ipotesi di omicidio plurimo colposo - in relazione alla morte delle due donne - e di crollo colposo. Sigilli alla palazzina crollata in località Maio, dalla quale sono stati estratti vivi i tre bambini
Il procuratore Giovanni Melillo l’aveva anticipato nel day after della tragedia. Adesso è arrivata la conferma ufficiale: la procura di Napoli ha aperto un’inchiesta sul terremoto che ha colpito l’isola di Ischia la sera del 21 agosto, provocando due morti, centinaia di sfollati e crollo di alcuni edifici. L’indagine è al momento a carico di ignoti con le ipotesi di omicidio plurimo colposo – in relazione alla morte delle due donne – e di crollo colposo. Il fascicolo è stato assegnato al procuratore aggiunto Giuseppe Borrelli e ai sostituti Michele Caroppoli e Maria Teresa Orlando, mentre le indagini sono state delegate ai carabinieri del nucleo investigativo di Napoli.
L’obiettivo numero uno dell’inchiesta è accertare i motivi per i quali i danni di maggiore entità siano tutti avvenuti in un’area limitata del comune di Casamicciola. Per questo motivo gli inquirenti dovrebbero nominare come consulente tecnico un esperto di geofisica. Il primo atto che sarà eseguito dai militari, invece, è il censimento di tutti i crolli avvenuti in seguito alla scossa di lunedì, per indirizzare l’attività investigativa e stabilire se vi siano state responsabilità legate a casi di abusivismo edilizio. Sotto la lente degli investigatori anche l’esecuzione di lavori di consolidamento antisismico in strutture che poi hanno ceduto, come la scuola Manzoni di Casamicciola.
Intanto, dopo il sequestro della chiesa di Santa Maria del Suffragio, sarà messa sotto sigillo anche la palazzina crollata in località Maio, dalla quale sono stati estratti vivi i tre bambini. Il decreto di sequestro è stato eseguito la mattina di venerdì 25 agosto. Nel mirino degli inquirenti le sopraelevazioni della palazzina eseguite negli anni Ottanta, per le quali – ha sostenuto uno dei proprietari – sarebbero state presentate due domande di condono, nel 1985 e nel 1994, rimaste inevase. Proprio per fare luce su questa vicenda – ma anche su altri presunti casi di abusivismo negli edifici colpiti dal sisma – i carabinieri hanno acquisito stamane una corposa documentazione nell’ufficio tecnico del comune di Casamicciola. Su ordine dei pm partenopei i militari sono quindi arrivati negli uffici del municipio, accompagnati dai vigili del fuoco visto che la sede del comune si trova all’interno della “zona rossa” del sisma.