Le questioni politiche dell'autonomia della Catalogna offuscano la giornata di "unità contro il terrorismo". In testa alla manifestazione 75 rappresentanti dei servizi di sicurezza e emergenza, i primi a intervenire in soccorso delle persone colpite sulle Ramblas
In testa un unico enorme striscione bianco con la scritta No Tinc Por, Non ho paura in catalano, portato da 75 rappresentanti dei servizi di sicurezza e di emergenza di Barcellona, i primi a intervenire in soccorso delle decine di persone colpite nell’attacco jihadista sulle Ramblas. Ma un altro striscione blu dice “Les vostres politiques, le nostres morts”, le vostre politiche, le nostre morti. Decine di migliaia di persone tra le quali sono mescolate le più alte cariche dello Stato e tutti i principali leader politici. Ma anche i fischi ripetuti nei confronti del Re Felipe VI, simbolo dell’unità spagnola, che però – al netto del corteo estemporaneo all’indomani dell’attentato – è il primo sovrano che partecipa a una manifestazione nella storia moderna della Spagna.
E’ questa la sintesi della manifestazione con cui Barcellona ricorda le vittime degli attentati delle Ramblas e di Cambrils. Lungo il Paseig de Gracia – sul quale si affacciano diverse case capolavoro di Antoni Gaudi – una folla enorme è sfilata, tra moltissime bandiere della Catalogna. Si contano decine di migliaia di partecipanti. Tra questi il capo dello Stato Felipe, il presidente del governo Mariano Rajoy, quello catalano Carles Puigdemont e tutti i segretari dei partiti. All’inizio della manifestazione ma anche a più riprese lungo il percorso Felipe di Borbone è stato fischiato dai catalani, alternati da “ululati” e grida “Fora! Fora!”, mentre Puigdemont ha ricevuto molti applausi.
La lotta al terrorismo non c’entra naturalmente. L’atmosfera è carica di tensione per via del referendum per l’indipendenza che la Catalogna ha annunciato per il primo ottobre. Tanto che gruppi della sinistra indipendentista catalana ha tenuto una manifestazione alternativa rispetto a quella ufficiale “unitaria”.
Al termine della manifestazione, in plaça de Catalunya, sono stati letti messaggi per la pace e per la convivenza. Non è stato invece pronunciato nessun discorso. Felipe, Rajoy e Puigdemont avevano in mano rose rosse, gialle o bianche, i colori di Barcellona. Per iniziativa del comune di Barcellona 70mila rose, bianche, gialle e rosse – raccolte dai fiorai di tutta la capitale catalana – sono state distribuite alle decine di manifestanti. La manifestazione si è conclusa con l’interpretazione del Canto degli Uccelli (El Cant dels ocells, in catalano) di Pau Casals. Poco prima l’attrice Rosa Maria Sartà e l’attivista Miriamj Habib, il capo coperto da un hijab, hanno letto due testi in catalano e in castigliano per la pace e la convivenza.