“Mi dispiace che no ne parli nessuno, in Italia, della situazione in Eritrea”. Abraham è un rifugiato e vive a Bologna da otto anni. A Roma per la manifestazione dei suoi connazionali dopo lo sgombero di via Curtatone e i fatti di piazza Indipendenza, parla del suo Paese. “Noi scappiamo da una situazione difficilissima. Il nostro paese viene chiamato la Corea del Nord dell’Africa, c’è un regime sanguinoso da più di 26 anni”, racconta. “Il servizio militare a vita è obbligatorio per tutti. A casa nostra non abbiamo una vita. Ecco perché scappiamo”

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Roma, rifugiati di via Curtatone respingono le accuse di racket: “Bugie, mai pagato nulla. Ricevute? Ci pagavamo le pulizie”

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Pistoia, l’arcivescovo: “Legami tra Casapound, Forza Nuova e certi ambienti ecclesiali? Non è una scoperta”

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