A Guardia Sanframondi lo storico rito che risale a quattro secoli fa. I penitenti, incappucciati e con i sai bianchi, si sono percossi il petto, fino a farlo sanguinare, con una spugna di sughero chiodata per circa otto ore
Cappucci bianchi e petti insanguinati. Sono circa mille i” battenti” che hanno partecipato alla processione conclusiva dei Riti Settennali di Penitenza a Guardia Sanframondi, in provincia di Benevento. Al grido di “Fratelli, forza e coraggio. In nome di Maria, battetevi!” proveniente dal Santuario della Madonna dell’Assunta i penitenti, con i sai bianchi, hanno iniziato a percuotersi il petto con una spugna di sughero chiodata. Altre 3mila persone hanno fatto da figuranti inscenando i Misteri, rappresentazioni sacre tratte dalla Bibbia, dalla vita dei Santi, dal catechismo e dalla storia della Chiesa, che hanno coinvolto giovani, anziani e bambini.
Figuranti e “battenti” hanno precorso vicoli e vicoletti del centro storico per circa otto ore. Ad aiutarli anche decine di ‘disciplinanti’, incaricati di far rispettare il regolare svolgimento della processione, muniti di bottiglie di vino bianco che serve a bagnare le spugne irte di spilli per non far coagulare il sangue. Secondo gli organizzatori, hanno assistito alla processione circa 100mila persone ripresa anche da reti televisive estere, e da migliaia di telefonini nonostante l’ordinanza del sindaco di una settimana fa ne vietava l’utilizzo “allo scopo di agevolare la partecipazione ai riti settennali di penitenza in onore dell’Assunta e consentire il dovuto raccoglimento e la preghiera personale e collettiva”.
Al termine dei riti la statua della Madonna dell’Assunta è stata riposta nel Santuario, dove sarà vegliata dai fedeli giorno e notte fino a quando verrà richiusa dietro una lastra di vetro per essere esposta nuovamente e portata in processione nel 2024. Il rito penitenziale risale a quattro secoli fa, quando l’ immagine della Madonna Assunta cominciò a essere portata in processione in occasione di eventi calamitosi, come guerre e carestie. Dopo la seconda guerra mondiale, i Riti hanno assunto una cadenza settennale. Così, da oltre mezzo secolo, ogni sette anni la manifestazione richiama nel Sannio anche migliaia di emigrati, soprattutto dagli Stati Uniti d’America, Australia e Germania.