Il presidente nazionale di Pax Christi a ilfattoquotidiano.it: "Non sapevo che oltre al Sant’Uffizio, oggi Congregazione per dottrina della fede, ci fosse anche Forza Nuova"
“Che ci sia un qualche legame tra Forza Nuova, Casa Pound e certi ambienti ecclesiali tradizionalisti? Non credo che sia la scoperta dell’America”. È il commento a ilfattoquotidiano.it dell’arcivescovo Giovanni Ricchiuti, presidente nazionale di Pax Christi, alle affermazioni di don Massimo Biancalani, parroco di Vicofaro, nel cuore di Pistoia. Il sacerdote è finito nel mirino di Forza Nuova per aver postato su Facebook le foto dei migranti portati a fare il bagno in piscina. Domenica non sarà solo sull’altare. Il vescovo di Pistoia, monsignor Fausto Tardelli, ha deciso, infatti, di inviare il suo vicario generale a concelebrare con il parroco visto che gli esponenti di Forza Nuova hanno annunciato che saranno presenti alla messa per “vigilare sull’effettiva dottrina” del sacerdote.
Eccellenza, don Biancalani ha sbagliato?
Personalmente non trovo nulla di così scandaloso nel gesto del parroco di Pistoia di portare a mare questi giovani rifugiati. Cosa c’è da protestare? Cosa c’è di strano? È un modo in cui i rifugiati possono sentirsi a casa loro, accolti. È creare un momento di distensione in delle esistenze che non sono per niente serene o che non sono state serene e semplici come quelle dei nostri giovani.
Don Biancalani dirà messa insieme con il vicario generale della sua diocesi. È una scelta saggia?
Non entro nel merito delle scelte pastorali che il vescovo di Pistoia ha preso, però, ancora una volta è da condannare fermamente questa reazione di Forza Nuova che non so a quale titolo protesta. Perché minaccia? C’è da domandarsi: ma noi in quale Paese viviamo? Esistono ancora questi rigurgiti di squadrismo nel nostro tessuto sociale? È mai possibile che non si possa oggi lasciare lo spazio a delle coscienze che si interroghino e che si lascino interrogare finalmente in Italia e in Europa su quali possono essere le strade per accogliere i migranti? Bisogna porsi queste questioni con grande lungimiranza e prendere consapevolezza che i tempi stanno cambiando.
In che modo?
Molti osservatori molti più competenti di me hanno da tempo sottolineato che coi rifugiati è inutile usare barriere, muri, fili spinati, centri di espulsione. Siamo davanti a un cambiamento storico che vede giovani africani alla prese coi loro problemi di fame, violenze, guerre, mancanza di prospettive. La terra non è di nessuno. Per noi che abbiamo un orizzonte religioso, trascendente, la terra ci è stata data. Ogni persona umana ha quindi gli stessi diritti, nel rispetto delle leggi che devono, però, avere delle maglie larghe quando si rivolgono a persone che scappano dalla guerra, dalla fame e dalla violenza. Non vedo perché non ci si renda conto di questo. Come ci stiamo abituando ai cambiamenti climatici e conosciamo le cause ma non siamo capaci di affrontarle, così quello dei rifugiati è un fenomeno di questa nostra epoca. Non possiamo negarlo. Io credo che tra 200-300 anni quando scriveranno la storia di questo secolo diranno che c’è stato questo fenomeno e che le società sono multietniche per questo motivo.
Forza Nuova non la pensa così e vuole “vigilare sull’effettiva dottrina” di don Biancalani. È il nuovo Sant’Uffizio?
Tutto ciò mi sembra davvero curioso, oltre che un’invadenza in campi che non competono certo a Forza Nuova. Quale sarebbe l’errore dottrinale del parroco di Pistoia? Aver portato i giovani migranti al mare? Qual è la deviazione? Qual è l’eresia? Io non la vedo. Non sapevo che oltre al Sant’Uffizio, oggi Congregazione per dottrina della fede, ci fosse anche Forza Nuova.
Don Biancalani punta però il dito su alcuni ambienti ecclesiali tradizionalisti e li accusa di avere legami con Forza Nuova e Casa Pound. Che ne pensa?
Il parroco non credo che abbia scoperto l’America. Sono appena tornato da San Salvador dove ho partecipato, con una numerosa delegazione di Pax Christi, alle celebrazioni per il centenario della nascita del beato Oscar Arnolfo Romero. Era l’arcivescovo della capitale e fu ucciso, il 24 marzo 1980, da un cecchino di estrema destra mentre celebrava la messa a causa del suo impegno contro le violenze della dittatura militare del suo Paese. Negli anni 70-80, prima che fosse assassinato, la destra cattolica cosa diceva di lui? Che incitava la lotta armata, che non era in armonia con gli altri vescovi del suo Paese e perciò che alimentava divisioni. Romero era stato semplicemente folgorato dalle istanze del Vangelo. Esso è drastico da questo punto di vista. Il Signore dice ‘sono io quell’affamato che vedi sulla strada. Sono io nudo, perseguitato, carcerato, ammalato, senza tetto’. È questa identificazione con il povero, il sofferente e il rifugiato che ci sfugge e riduciamo il tutto alla carità, all’assistenzialismo. Qui ci sono fatti di Vangelo davanti ai quali anche noi talvolta purtroppo chiudiamo gli occhi.
Qual è il suo appello?
Il mio auspicio è che anche in questa nostra Italia davvero prevalga quell’accoglienza che ci ha reso un popolo che non ha mai alzato barriere. Anzi in tempi diversi da quelli che stiamo vivendo la nostra gente ha preso altre strade ed è andata altrove. Ci sono oggi milioni e milioni di italiani ed europei che sono perfettamente integrati all’estero nei Paesi dove sono emigrati. Bisogna comprendere la storia. È quanto mai necessario leggere i segni tempi, come dice efficacemente il Concilio Vaticano II. È inutile cancellarli e voltare pagina. Mi auguro che ci sia questa sapienza. Non dobbiamo arrabbiarci. Non dobbiamo confliggere con la violenza verbale e dei gesti. Dobbiamo, invece, tessere un possibile dialogo con tutti per intenderci e comprenderci. Ed è necessario farlo al più presto.