“Vogliamo solo tornare in Polonia e metterci alle spalle prima possibile questo incubo. Aiutateci a tornare a casa“. La giovane polacca violentata dal branco in spiaggia a Rimini parla al Resto del Carlino dalla stanza d’ospedale dove è ricoverata da sabato. Lei e il suo amico, rapinato e picchiato fino a perdere i sensi dai quattro uomini a cui la polizia sta ancora dando la caccia, dovranno rimanere in ospedale ancora per qualche giorno. “Ci hanno rovinato la vita”, dice lui. Il quotidiano locale scrive che ha la faccia devastata dalle botte.
Intanto continua le indagini per trovare i colpevoli. Secondo una ricostruzione che si è andata via via facendo più chiara, i due stavano camminando lungo la spiaggia 130 di Miramare, quando sono stati aggrediti da quattro individui, che descrivono scuri di pelle ma non neri. Lui è stato picchiato ed svenuto a terra, lei è stata trascinata su un moscone dove è stata violentata a turno dai quattro e poi spinta in acqua. Il branco, secondo chi indaga, si è poi spostato verso la Statale e ha violentato un transessuale peruviano. Stando alla Polizia, si tratta di giovani che hanno agito “da ubriachi e drogati“, come ha riferito il questore di Rimini, Maurizio Improta. Secondo quanto riferito agli investigatori, gli aggressori parlavano un inglese stentato. Non è detto che siano stranieri di passaggio in Romagna, potrebbero anche essere ragazzi che la Riviera la frequentano spesso.
“Erano tutti studenti universitari“, raccontano dall’hotel in cui i giovani hanno alloggiato. “Era l’ultima sera e poi il gruppo è ripartito in pullman. I due ragazzi non erano fidanzati, ma amici e quello che è successo è davvero sconvolgente”. Le due vittime sabato mattina sarebbero dovute ripartire per la Polonia dopo la vacanza e avevano scelto di passare la loro ultima notte con una passeggiata in spiaggia. Ora vogliono solo tornare nel loro Paese, come ha riferito la giovane. “Anche se sarà impossibile dimenticare quello che ci è successo”, ha detto al Resto del Carlino. L’uomo proprio la settimana prossima avrebbe dovuto iniziare uno stage lavorativo. “Stavamo camminando, poi è successo l’inferno“, hanno raccontato i due ragazzi all’assessore alla Sicurezza, Jamil Sadegholvaad, andato in ospedale per incontrarli. “Volevo aiutarla, per impedire quello che è successo. Ma non ce l’ho fatta”, ha ripetuto più volte l’uomo, come riportato dal quotidiano locale.
L’assessore Sadegholvaad ha annunciato che il comune di Rimini è in contatto con le famiglie delle vittime e ha già individuato un hotel dove i giovani potranno alloggiare “a spese nostre per tutto il tempo necessario”. Sadegholvaad ha poi lanciato un appello “a chiunque possa aver visto qualcosa o fornire informazioni utili alla polizia. Chiedo ai riminesi di farsi avanti. Una città come la nostra deve fare di tutto perché queste quattro bestie, perché solo così si possono definire, vengano prese al più presto e assicurate alla giustizia”.