Lunedì la riunione tecnica al ministero degli Interni. Il sindaco piddino del comune del reatino che avrebbe dovuto ospitare alcuni profughi sgombrati: "Stiamo ancora aspettando una telefonata dal primo cittadino di Roma"
Mentre il comune di Forano formalizza, all’unanimità, il suo no all’accoglienza dei migranti sgombrati da Roma, il Viminale soppesa i beni confiscati alla mafia per risolvere il problema degli edifici occupati. E’ questa infatti, a quanto riferiscono le agenzie di stampa, una delle ipotesi più concrete allo studio per le linee guida sugli sgomberi degli edifici occupati di cui si discuterà lunedì 28 al Viminale in una riunione tecnica con il ministro Marco Minniti. All’ordine del giorno il tema degli sgomberi di edifici occupati e delle linee guida da approntare dopo la manifestazione romana di sabato seguita alle polemiche per l’intervento delle forze dell’ordine in via Curtatone a Roma. In quest’occasione Minniti indicherà ed esaminerà con i suoi collaboratori come definire le stesse linee guida. Non è ancora deciso, invece, sottolineano fonti del ministero, quando la circolare del ministro, che deve ancora essere messa a punto, verrà emanata.
Al centro anche, ma non solo, il tema dei migranti che sarà solo uno dei punti all’ordine del giorno all’interno di una più ampia discussione sugli edifici occupati e sulle relative linee guida, perché in realtà le occupazioni non riguardano affatto i soli stranieri. Il panorama delle case e degli stabili occupati riguarda anche edifici e aree in cui si sono insediati cittadini italiani, centri sociali, nomadi. Le situazioni, in particolare quelle più consistenti anche da un punto di vista numerico, sono note e censite dalle prefetture, ma anche abbastanza circoscritte in particolare – si fa notare da fonti del Viminale – ad alcuni grossi centri: Roma, Milano, Napoli (dove c’è soprattutto un problema legato a occupazioni dei rom), Torino, Bologna.
La direttiva punta a coinvolgere e responsabilizzare prefetti e sindaci, ma si valuta anche di coinvolgere il sociale, non solo attraverso gli organi delle amministrazioni comunali deputati a questo settore, ma anche tramite associazione qualificate. L’ipotesi di usare i beni confiscati potrebbe venire incontro anche alle osservazioni e alle critiche che spesso, in passato, sono state mosse in merito al mancato riutilizzo o a un utilizzo non virtuoso dei beni confiscati alle mafie. Il patrimonio ammonterebbe ad oltre 17mila, tra immobili e aziende a livello nazionale in base ai dati aggiornati al 30 settembre 2015 censiti dall’Agenzia nazionale beni sequestrati e confiscati. Di questi 9.310 risultavano – alla data della rilevazione – destinati; 7.955 in gestione e 312 usciti dalla gestione. Alcuni organi di stampa avevano invece fatto riferimento all’ipotesi che il ministero dell’Interno procedesse a far requisire edifici pubblici vuoti. Ipotesi che appare però – spiegano fonti del Viminale – non praticabile anche da un punti di vista giuridico. Proprio mentre Forano, il Comune del reatino che avrebbe dovuto ospitare alcuni profughi sgomberati dall’edificio di via Curtatone a Roma, ha confermato con un voto unanime il suo no al trasferimento degli stranieri. Il consiglio Comunale straordinario era stato convocato per domenica mattina alle 9. “Questo Comune – si legge nel documento – è già al limite della possibilità oggettiva per poter fornire quei servizi necessari alla vita di qualsivoglia cittadino, residente o non”. “Noi stiamo ancora aspettando una telefonata dal primo cittadino di Roma”, ha detto il sindaco di Forano, Marco Cortella del Partito Democratico.