“Nella guerriglia per gli sgomberi a Roma abbiamo perso tutti: la politica, il Paese, i migranti stessi”. Emma Bonino, ex ministro degli Esteri e leader radicale, in un’intervista a Repubblica ha commentato i fatti della Capitale e l’intervento delle forze dell’ordine. Commentando le parole dei rappresentanti politici, ha definito “Salvini e Di Maio, imprenditori della paura”. Sugli sgomberi, “mi pare di avere capito dalle dichiarazioni del ministro Minniti che si eviteranno d’ora in poi. E questo è di per sé un giudizio chiaro. Una ammissione netta che non è questa la strada”, ha aggiunto.
La Bonino poi, commentando le barricate per non ospitare un gruppetto di minori non accompagnati, ha detto che gli italiani sono diventati razzisti “in parte, ma certamente sono intolleranti verso chiunque sia altro e diverso. In particolare se povero. Si veda il cartello contro l’handicappato nel centro commerciale di Carugate nel milanese, che nulla ha a che vedere con i colori della pelle, eppure coperto di insulti comunque”.
In merito agli accordi con la Libia, “è evidente che meno ne scappano più ne rimangono nei lager libici. L’avevo detto già alla convention di Renzi al Lingotto: attenti, più ne tappiamo in Libia più aumenterà il numero delle persone sottoposte a torture, ricatti, stupri”, ha detto Bonino. “Questa cosa che sta avvenendo, testimoniata da reportage non solo italiani, ma internazionali e dalle Nazioni Unite. Senza dimenticare che a parte i centri visitabili e gestiti dal Dipartimento del governo libico, ce ne sono decine, in particolare a sud della Libia, affidati alle milizie. Terribili e senza testimoni”.
“Il ministro Minniti nella conferenza stampa di Ferragosto ha detto che questo è il suo ‘assillo’, usando un eufemismo, perché tutti sono a conoscenza della situazione e bisogna ammetterlo per onestà intellettuale”. Tuttavia, conclude Bonino, “noi continuiamo a fare finta di non sapere, magari nella speranza che arrivi l’Unhcr o le Ong umanitarie a tentare di alleviare questi drammi indicibili”.