Si è trasformata in tragedia una scalata in cordata su un ghiacciaio in Trentino di due famiglie bresciane e di due amici, tutti residenti della zona del lago d’Iseo. Sono saliti in nove sulla Presanella e sono precipitati: due i morti, tra cui il meccanico privato di Max Biaggi , e sette i feriti, due dei quali gravi. L’incidente si è verificato, poco dopo le 9.30, a oltre 3.000 metri di quota nel Trentino nordoccidentale. Gli alpinisti erano partiti dal rifugio Denza, a 2.298 metri di altitudine, appena sotto la morena del ghiacciaio. Ben attrezzati, si erano incamminati per la via normale in tre cordate, a corda distesa e senza chiodi. Qualcosa però è andato storto per la cordata più in alto, quando erano ormai a circa 3.200 metri di quota, nei dintorni della forcella Freshfield. Hanno perso l’equilibrio o sono scivolati, coinvolgendo nella caduta anche il resto del gruppo. Qualcuno è precipitato per quasi duecento metri.
Sul luogo dell’incidente è intervenuto il Soccorso alpino dei Trentino, coordinato dal presidente, Adriano Alimonta, con 15 uomini, tre medici e tre elicotteri, più quello dell’Aiut Alpin dell’Alto Adige, e altri mezzi. I carabinieri della stazione locale sino sono messi al lavoro per identificare le persone coinvolte, dal momento che non tutte avevano con sé dei documenti. Si tratta di Raffaella Zanotti, 41 anni, e Luciano Bertagna, 45. Quest’ultimo era conosciuto nel mondo della Moto Gp perché è stato meccanico Ducati e meccanico personale di Max Biaggi, ma era anche noto nella sua zona di residenza, perché gestiva un locale. Ricoverato agli Spedali civili di Brescia c’è il marito di Raffaella Zanotti, 55 anni, mentre i figli, di 14 anni ancora da compiere e 21 anni, si trovano a Trento. L’uomo e l’adolescente risultano entrambi in gravi condizioni. L’altra vittima, Luciano Bertagna, era un amico del gruppo, così come un altro uomo di 47 anni, ricoverato a Trento. Coinvolta nell’incidente una seconda famiglia di tre componenti: il marito, 45 anni, è all’ospedale di Bolzano, in condizioni serie, mentre la moglie, 37 anni, e il figlio, anche lui 14 anni ancora da compiere, sono a Trento.
Quello di oggi è solo l’ultimo di una serie di incidenti in montagna che hanno provocato morti e feriti. Sabato in Trentino c’era stata un’altra vittima, un escursionista del posto di 59 anni, Fabio Malfer, precipitato scendendo su un sentiero sul Vioz, sopra Peio. L’uomo stava percorrendo un sentiero in discesa, quando è caduto nel vuoto per una quarantina di metri: stava tornando dal rifugio Mantova. Il corpo dell’uomo è stato recuperato dall’elicottero del 118.E ancora ieri un altro bresciano, l’imprenditore di 51 anni Marcello Rosa, era morto travolto da dei massi sulla parete sud del Gavia, in Valtellina. Da ieri pomeriggio, poi, sono in corso le ricerche in Val d’Aosta di un escursionista, Claudio Bredy, 54 anni, ex sindaco di Gignod e dirigente regionale, che si era diretto sul Mont Seuc, nella valle di Cogne, e non è più rientrato a valle. Infine altri cinque alpinisti sono morti nella regione di Salisburgo. Lo riferisce l’agenzia di stampa austriaca Apa, spiegando che i fatti sono avvenuti stamattina nella Mannlkarscharte in Krimml, nella zona di Zell am See. Secondo le prime informazioni comunicate dalla Croce rossa, anche in questo caso sarebbe caduta una cordata di alpinisti. Le nazionalità delle vittime al momento non sono state rese note e la dinamica dell’incidente non è chiara. C’è anche un ferito grave, secondo quanto riporta la stampa locale, che è stato trasportato in elicottero all’ospedale di Schwarzach.