La vicenda delle “uova contaminate al Fipronil” è complessa e interessante. I mezzi d’informazione hanno riportato le notizie in modo sostanzialmente corretto, anche se frammentario. Ho raccolto qualche informazione che spero possa essere utile e fornire un quadro d’insieme.
L’uovo e la gallina. Le uova di gallina pesano circa da 50 a 70 grammi, di cui il guscio è la parte più leggera (10% in peso). Su ciascun uovo è indicato un codice che ne identifica l’origine. Il primo numero varia da 0 a 3, e indica come sono state allevate le galline, 3 significa “in gabbie”, 2 indica “a terra”, 1 e 0 invece “con vegetazione all’aperto”. Chiariamo che “a terra” vuole dire in allevamento intensivo, in capannoni dove ci sono 7-9 galline per mq, con la luce sempre accesa: un posto tutt’altro che rilassante. Le prime due lettere indicano la nazione di provenienza (per Italia: IT, per Paesi Bassi: NL) e il resto delle cifre indica lo stabilimento di produzione.
Personalmente, le uova le compro spesso dall’agriturismo vicino casa. Confronto subito un’obiezione di molti: ma se non ci fossero gli allevamenti intensivi (in gabbia le densità arrivano a 25 galline per mq), non ci sarebbero uova per tutti. La risposta è molto semplice: quando non ci sono uova nell’agriturismo, al posto della frittata di zucchine a casa si mangia altro, tipo le verdure di stagione. Attualmente, la stragrande maggioranza dei pulcini maschi è eliminata (spesso tritati vivi) poco dopo la nascita.
Mentre l’origine di ciascun uovo fresco è agevolmente tracciabile, non si può dire lo stesso degli ingredienti nei prodotti derivati, come ad esempio le fettuccine o i dolci. In questi casi, anche chi per motivi etici non comprerebbe mai le uova provenienti da galline in gabbia, potrebbe invece acquistarle in modo inconsapevole.
Il Fipronil. Negli allevamenti di tipo intensivo è più complesso controllare gli infestanti come ad esempio gli acari rossi, pulci o zecche. Per questo, si utilizzano gli insetticidi. Essendo sia la carne che le uova destinate al consumo umano, ci sono delle regole molto severe su cosa si possa e usare e cosa no. Lo scandalo delle uova contaminate dal Fipronil è iniziato nei Paesi Bassi. In questo caso, due compagnie che vendono prodotti per gli allevamenti di pollame (ChickFriend e Poultry Vision) hanno aggiunto illegalmente a un loro prodotto anche il Fipronil. Questo composto è molto stabile anche ad alte temperature: la cottura non lo degrada. Il suo assorbimento cutaneo è minimo; quindi quello che si ritrova nel corpo ci arriva tramite la dieta. Questa molecola si è accumulata nel pollame ed è stata quindi trovata nelle uova. Sembra che gli allevatori fossero all’oscuro di aver ricevuto un insetticida che violasse i regolamenti in materia.
Inizialmente, le informazioni che sono state divulgate a fine luglio riferivano che non c’erano uova fresche contaminate in Italia (vendute per lo più in Olanda e paesi limitrofi), semmai il problema poteva riguardare i derivati. Recentemente, sono state invece trovate anche nel nostro paese delle uova con un contenuto misurabile di Fipronil.
Questo insetticida è presente come principio attivo in numerosi prodotti. È difficile dire al momento se anche nel nostro paese il Fipronil sia stato impiegato illegalmente oppure la contaminazione sia avvenuta in modo accidentale.
È la dose che fa il veleno. In ogni caso, ha poco senso parlare di “sostanze tossiche” senza riferirsi alle quantità. La dose letale di Fipronil sui topi è di 97 mg per kg di peso corporeo. Questo significa per uccidere un uomo adulto ne servirebbe davvero tanto, diversi grammi. Ovviamente, non si possono eseguire test di tossicità direttamente sugli umani, (ironicamente, con la recente esposizione di un gran numero di persone potremmo acquisire dei dati scientificamente interessanti) ma nella letteratura scientifica abbiamo qualche dato indiretto, grazie agli studi su pazienti che hanno tentato il suicidio con questa sostanza. Con quantità ingerite dell’ordine di grammi una persona è effettivamente morta, mentre con dosi simili gli altri aspiranti suicidi se la sono cavata, nonostante vomito e convulsioni.
Sulla base degli studi sugli animali (ce ne sono moltissimi), la quantità che può essere considerata ancora senza effetti avversi negli umani è dell’ordine di 0.01 mg per kg di peso corporeo, (in totale 0.7 mg per un uomo adulto, meno per i bambini). La massima quantità ammessa di Fipronil nelle uova accettata nell’Unione Europea è però minore, cioè di 0.005 mg per kg di uovo (attenzione a non confondere il valore di tossicità, che è espresso in mg per kg di peso corporeo, con le quantità presenti nelle uova, espresse come mg per kg di uovo). Le uova olandesi (quelle più contaminate) avevano una concentrazione di 0.72 mg per kg, quindi ciascun uovo conteneva circa 0.03 mg di Fipronil.
Le uova italiane nelle quali è stato trovato il Fipronil, provenienti dallo stabilimento di Ostra Vetere in provincia di Ancona, ne avevano ancora di meno, 0.056 mg per kg. Si tratta di un valore che eccede di dieci volte il limite di legge, ma ancora molto inferiore a quella che potrebbe essere una dose con effetti tossici. Considerando che un uovo pesa circa 50 grammi (1/20 di kg) per arrivare a una dose potenzialmente dannosa bisognerebbe mangiarsi una ventina di uova olandesi e qualche centinaio di quelle italiane.
Attenzione agli effetti a lungo termine. I rischi per la salute, almeno per quella che è la tossicità acuta, sembrano essere modesti. Le quantità trovate nelle uova eccedono i limiti di legge, ma sono nettamente inferiori a quelli di tossicità acuta. Tuttavia, ricordiamo che il Fipronil non è mai stato autorizzato su animali destinati al consumo umano.
Contravvenire a questa disposizione rappresenta un’offesa criminale prima, ma anche una grave scorrettezza verso gli allevatori che rispettano le regole. Il problema principale è stato però l’esposizione dei consumatori a una sostanza chimica (il Fipronil) senza che essi ne fossero a conoscenza, e soprattutto con effetti sul lungo termine non studiati a fondo sugli uomini. Non bisogna preoccuparsi più di tanto delle ultime partite di uova ritirate (azione giusta e dovuta), ma di quelle contaminate che sono state consumate per un tempo indefinito prima che lo scandalo Fipronil esplodesse. Esistono molte sostanze con tossicità acuta minima ma che invece nel lungo periodo causano danni molto seri alla salute. Auguriamoci non sia questo il caso.