Il missile lanciato martedì dalla Corea del Nord che ha sorvolato il Giappone cadendo nel Pacifico dopo una traiettoria di 2.700 chilometri era solo il “preludio” per un attacco a Guam. E’ l’ennesima minaccia di Kim Jong-un agli Stati Uniti: un comunicato in inglese del giovane dittatore affidato alla tv di stato e riportato dalla Cnn. Kim ha presieduto di persona le operazioni di lancio del vettore Hawsong-12, disegnato da Pyongyang per trasportare una testata nucleare e lo stesso di un ipotetico attacco al territorio americano di Guam. Il leader nordcoreano ha espresso soddisfazione per la “piena riuscita” del test, mentre continuerà a osservare “il comportamento degli Usa” prima di prendere decisioni sulle azioni future. Intanto il Consiglio di Sicurezza dell’Onu all’unanimità “condanna fortemente” le azioni della Corea del Nord, ma ha deciso di non imporre ulteriori sanzioni.
Kim Jong-un, come riporta l’agenzia di stato Kcna, ha invitato a scegliere altri target per i prossimi test balistici nel Pacifico, chiarendo che il lancio di martedì è stato “il primo passo delle operazioni militari dell’Esercito popolare di Corea nel Pacifico e un significativo preludio per il contenimento di Guam”, oltre che una risposta alle manovre militari congiunte in corso tra Seul e Washington. “E’ necessario spingere positivamente in avanti il lavoro in modo da mettere le nostre forze strategiche su basi moderne”, ha detto il leader nel resoconto della Kcna.
Guam, distante poco più di 3mila chilometri da Pyongyang, è la sede di strategiche basi navali e aeree americane, pronte a supportare azioni Usa nella penisola coreana in caso di di emergenze. La scorsa settimana il segretario di Stato Rex Tillerson aveva accolto positivamente il proposito di accantonare le provocazioni, auspicando la speranza di un dialogo possibile “in un futuro vicino”. Dopo un mese di calma, da Pyongyang sono ripresi i lanci di missili a corto raggio, seguiti poi dal Hwasong-12. Il presidente Usa Donald Trump ha replicato ribadendo che ”tutte le opzioni sono sul tavolo”, incluse quelle militari.
Poi è arrivata anche la condanna dell’Onu che chiede a tutti gli Stati membri di “attuare pienamente, in modo rigoroso e veloce” le sanzioni imposte dalle Nazioni Unite. La dichiarazione, adottata all’unanimità, condanna Pyongyang “per le sue azioni oltraggiose e le minacce contro un altro Stato membro dell’Onu, chiedendo che tali atti cessino immediatamente”. Tuttavia, non si minacciano nuove sanzioni da parte del Consiglio di Sicurezza. “Ancora una volta i membri del Cds hanno parlato all’unisono, ha detto l’ambasciatrice americana al Palazzo di Vetro, Nikki Haley. “E’ il momento che il regime di Pyongyang capisca il rischio che sta correndo”, ha poi aggiunto.