Nel settore privato 5 giorni di malattia l'anno per ogni lavoratore: nel settore pubblico si arriva a 11. L'obiettivo del nuovo polo unico gestito dall'Inps - che entrerà in azione l'1 settembre - è garantire una "maggiore uniformità di trattamento e di gestione tra dipendenti pubblici e privati. Per questo faremo diverse centinaia di migliaia di controlli: più nel settore pubblico", ha detto il presidente dell'ente previdenziale
Allargare le fasce orarie di reperibilità nei giorni di malattia. È la richiesta avanzata dal presidente dell’Inps Tito Boeri. L’economista ha presentato oggi il nuovo polo unico per le visite fiscali, che partirà l’uno settembre: sarà l’ente previdenziale ad effettuare tutti i controlli sui dipendenti pubblici, prima affidati alle Asl. “Faremo diverse centinaia di migliaia di controlli , forse anche in percentuale più elevata del privato perché i dipendenti pubblici sono meno e abbiamo risorse elevate“, ha detto Boeri, spiegando che il numero delle visite dovrebbe comunque “superare quota 300mila, visti gli oltre sei milioni di certificati presentati nel 2015 dai dipendenti pubblici e la percentuale dei controlli per i dipendenti privati che si attesta sul 5% dei certificati presentati“. Secondo i dati disponibili, nel settore privato vengono effettuate 600mila visite l’anno su 12 milioni certificati. “Probabilmente ci manterremo su livelli simili. Nel pubblico invece partiamo da zero ma in percentuale faremo un numero di controlli più elevato: i dipendenti pubblici sono meno e abbiamo risorse elevate”.
La media dei giorni di malattia per ogni dipendente del settore privato è di 5 giorni: nel settore pubblico arriva a 11. L’obiettivo del nuovo maxi polo è garantire una “maggiore uniformità di trattamento e di gestione delle visite fiscali di dipendenti pubblici e privati”. Per questo motivo il numero uno dell’Inps ha chiesto di allargare le fasce di reperibilità nei giorni di malattia dei lavoratori privati passando da quattro a sette ore. “Partiremo tra 36 ore – ha detto Boeri – l’atto di indirizzo non è stato pubblicato in gazzetta ufficiale speriamo sia fatto nel minor tempo possibile e abbiamo anche bisogno del decreto per fissare le fasce di reperibilità. Se abbiamo fasce di reperibilità diverse la gestione delle visite non può essere davvero uniforme. Per questo auspichiamo fortemente che ci sia un’armonizzazione adottando le fasce attualmente presenti per il settore pubblico”. Al momento le fasce di reperibilità nel settore privato sono 10-12 e 17-19 mentre quelle del pubblico sono 9-13 e 15-18.
Le disparità di trattamento tra i vari tipi di dipendenti non si fermano qui. Perché le differenze maggiori sono quelle rivelate paragonando le statistiche su dipendenti pubblici di diverse Regioni. “Mentre nel privato le differenze sono contenute – ha detto Boeri nel caso del pubblico queste asimmetrie sono evidenti”. Un esempio? I giorni di malattia per i dipendenti del Nord Est sono in media 9,8 l’anno, nelle isole il numero sale a 13 con un incremento di quasi il 30% nell’ambito del settore pubblico. “Sul totale di giorni lavorati nel pubblico i giorni di malattia al Nord sono in percentuale intorno al 3% contro il 5% delle isole con un incremento del 66%, sempre all’interno della pubblica amministrazione. Per quanto riguarda il numero di certificati per dipendente nel sud e nelle isole la media è di 2,4- 2,8 l’anno, ovvero il 65 percento in più rispetto al Nord, dove la media è di 1,7-1,8 a testa”, ha detto il presidente dell’Inps. A cosa è legata quest’enorme differenza di numeri? “Probabilmente – dice l’economista – perché non esiste un’amministrazione unica che gestisce i controlli medici fiscali, che sono in capo alle Asl“.
Dal 1 settembre invece sarà l’Inps ad avere la competenza esclusiva per le visite mediche di controllo sia dei privati che dei dipendenti pubblici assenti, escluse le forze armate, la polizia e i vigili del fuoco. I controlli, spiega ancora il numero uno dell’istituto di previdenza non saranno organizzati in modo casuale ma saranno “mirati guardiamo ai fattori di rischio specifico, perché sappiamo che possono esserci dei casi di abusi e comportamento opportunistico e sappiamo che ci sono delle probabilità per tipologie di storie individuali o in prossimità dei giorni festivi”. Questo anche per ridurre al massimo i costi dei controlli anche se “non è vero che non abbiamo abbastanza risorse, per quest’anno abbiamo 17 milioni a regime ne avremo 50 e riteniamo sono sufficienti per affrontare questo compito”.