“Non è un pozzo, non è una sorgente: il lago di Bracciano è un sistema vivente. È la nostra grande bellezza, e sta marcendo. Senti l’odore?”. Flavio Mazzarini, vicepresidente del Comitato Difesa Lago di Bracciano, guarda allo specchio d’acqua e sospira. “Noi non ce l’abbiamo con Acea. Ma chiediamo all’azienda e agli azionisti una riflessione seria fatta con i comuni che circondano il lago: la gallina dalle uova d’oro sta morendo”, ovvero Trevignano Romano, Bracciano, Anguillara ma anche Manziana e Oriolo Romano. La secca è evidente a vista d’occhio. “Prima avevamo il problema contrario: spiagge troppo strette e poco spazio”, racconta Lorella Cozzatella. Vive qui da sempre, e ormai ogni giorno va a controllare l’abbassamento del livello dell’acqua. “Si sta prosciugando a vista d’occhio. Se vieni lunedì vedrai che il battello sarà arrivato a terra”. Quella stessa nave che ha smesso di percorrere il lago dal 2 agosto scorso, e che ora è parcheggiato accanto al misuratore del livello del lago. “Finirà che arriveremo da Bracciano a Trevignano a piedi”, chiosa. “Il massimo abbassamento per evaporazione è rappresentato da quattro millimetri al giorno”, aggiunge Fabio Musmeci, tecnico ambientale e attivista. “Il questo periodo, dato il caldo, saremmo a -80 sul livello del mare”, spiega ancora Mazzarini, che è anche presidente della commissione consigliare per la difesa del rischio idrogeologico del comune di Trevignano Romano. “Invece siamo a -180, ovvero il corrispettivo di un ragazzone alto quasi due metri”. Con tutto quello che ne consegue: i negozianti della zona lamentano più della metà dei turisti in meno per questa stagione e molti stabilimenti hanno chiuso. Non è solo a causa della siccità, assicura: “Abbiamo altri laghi in zona e non sono in queste condizioni”, aggiunge. “E non credo che c’entrino neppure gli allacci abusivi. Ci sono e la magistratura è giusto che indaghi, ma non credo sarebbero sufficienti a ridurre il lago in queste condizioni. Il punto, qui, sono le captazioni di Acea”.
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