Continuano le indagini intorno alla comunità magrebina: controllati 15 stranieri irregolari. Gli investigatori hanno i volti dei quattro aggressori, grazie alle immagini e alla testimonianza chiave della transessuale: due hanno la pelle chiara, gli altri più scura. La ragazza di Varese aggredita il 12 agosto: "Io palpeggiata, il mio ragazzo picchiato"
Continuano le indagini intorno alla comunità magrebina tra Rimini e Riccione da parte della polizia, che sta cercando senza sosta i quattro componenti del branco che nella notte tra venerdì e sabato prima ha stuprato sulla spiaggia di Miramare una turista polacca e picchiato e rapinato l’amico, e poi abusato di una trans peruviana. “Sappiamo chi sono”, ripetono gli inquirenti. Ci sono gli identikit dei quattro stupratori, ricavati grazie alle immagini degli impianti di videosorveglianza di diverse attività commerciali della zona. E c’è la testimonianza chiave della transessuale peruviana che ha visto in faccia i suoi aggressori, due con la pelle chiara e gli altri più scura, e li ha riconosciuti nei video mostrati dalla polizia scientifica. Chi indaga esclude invece, almeno per il momento, che lo stesso branco sia responsabile anche dell’aggressione alla coppia di Varese del 12 agosto scorso. “Il mio ragazzo è stato picchiato, io spinta al muro e palpeggiata“, ha raccontato la ragazza al Corriere delle Sera.
A differenza dei ragazzi polacchi, ancora sotto choc, nonostante quello che ha subito la transessuale peruviana è stata in grado di dare una descrizione dei componenti del branco e poi di riconoscerli nelle immagini di videosorveglianza. Ora gli investigatori dovranno associare i volti dei quattro del branco ad altrettanti nomi. La trans ha raccontato nei dettagli la loro carnagione, due hanno la pelle più chiari, gli altri più scura, e quali vestiti avevano addosso. Gli aggressori l’hanno presa alle spalle e trascinata da una parte all’altra della strada per nascondersi tra i cespugli. “Ho perso le scarpe tagliandomi i piedi”, ha detto agli inquirenti, come riporta il il Resto del Carlino.
“Erano brutali, ma ho cercato di mantenere la calma – ha spiegato la trans – e ho chiesto loro per favore di prendere almeno i preservativi che erano nella mia borsa: due l’hanno fatto, ma gli altri no“. E’ il suo racconto lucido di quei momenti, riportato dal quotidiano locale. Dopo lo stupro, il branco le ha rubato soldi e cellulare, prima di fuggire sulla Statale. Le sue parole sono molto utili alle indagini, che ora mirano ai controlli quotidiani di stabili in disuso, vecchie colonie e zone di bivacco. Si cerca di spingere a collaborare chi possa essere a conoscenza di elementi per rintracciare i quattro stupratori. Gli agenti hanno condotto in Questura sette stranieri irregolari: su uno di quelli pendeva un provvedimento di rintraccio che gli è stato immediatamente notificato. Altri otto irregolari sono stati trovati in uno stabile abbandonato in via Ugo Bassi. Al vaglio le posizioni di due, in possesso di cellulari rubati.
Con il passare delle ore si esclude invece che lo stesso branco abbia anche aggredito, il 12 agosto scorso, una coppia di Varese che alle quattro della notte stava rientrando nel proprio appartamento in affitto dopo una serata alla discoteca “Altromondo”. Potrebbe trattarsi di un altro caso, ma non per questo sarebbe meno grave, anche perché avvenuto nella stessa zona, Miramare, e con modalità simili al doppio stupro della settimana scorsa. “Abbiamo notato due soggetti che ci seguivano in maniera sospetta”, ha raccontato la ragazza ai carabinieri. “Ci siamo divisi e io ho iniziato a correre prendendo le vie limitrofe mentre il mio ragazzo mi seguiva a distanza. I due aggressori sono stati raggiunti da altre persone che provenivano dalla parte opposta – è il suo racconto riportato dal Corriere della Sera – uno di questi è venuto da me, minacciandomi con una bottiglia di vetro, e mi ha costretto contro un muro e ha iniziato a palpeggiarmi su tutto il corpo. Io continuavo a urlare e così lui ha smesso perché stavo attirando l’attenzione dei residenti”. La giovane ha evitato lo stupro grazie al fatto che si trovava alla luce e in una zona meno isolata rispetto alla spiaggia. Il suo ragazzo è stato picchiato, colpito con vari pugni al volto, e derubato di portafogli, orologio e cellulare.