Intervista al parroco del duomo della città toscana che è salito a intonare il canto partigiano sullo stesso monte su cui si era fatto ritrarre l'insegnante con la bandiera della Repubblica di Salò. "E' un inno di libertà, l'avrebbe cantato anche Dante. Io politicizzato? No: sono un cittadino"
A 80 anni è salito a 1700 metri di altezza, sul monte Sagro, sulle Alpi Apuane, per intonare Bella Ciao con i fedeli. Non è stata una messa partigiana quella di don Raffaello Piagentini, parroco di Carrara, ma un inno di fede e libertà in risposta al professore di Carrara che in vetta ha sventolato il labaro della Repubblica Sociale. Perché, come spiega il parroco a ilfattoquotidiano.it, “puoi non credere in Cristo e nel Vangelo, sei libero, ma devi credere alla Costituzione”, perché quella è “sacra”, dice.
Don Piagentini, perché ha cantato Bella Ciao?
E’ un canto che mi piace. E poi da lassù, a 1700 metri di altezza, spero che il nostro inno di libertà, di gioia, il nostro inno di fede in tutto ciò che è buono e bello, sia arrivato a quel paesino, Vinca, ai piedi del monte, massacrato dai nazisti nel 1944.
Voleva riscattare i morti oltraggiati da quel professore?
Sì, lo avrebbe fatto anche Dante.
Dante Alighieri avrebbe cantato Bella ciao?
Sì. Libertà vo cercando, ch’è sì cara, come sa chi per lei vita rifiuta, dice nel Purgatorio. Io lo so, sono una vittima della guerra. Non l’ho fatta ma l’ho subita. E stare in mezzo alla gente e cantare con loro un inno mi è sembrato necessario.
Lei è un prete politicizzato?
No. Sono un sacerdote, ma anche un cittadino. E quando vedo certe cose mi incavolo, forte forte. Non mi sento completamente di questo mondo bislacco e sbilenco. Ma sono nel mondo. E lo vorrei diverso.
Lei ha la stessa ribellione costruttiva di suo nipote, Marco Piagentini, simbolo della strage di Viareggio.
Certo, non possiamo stare zitti di fronte alle ingiustizie. Lui lotta contro la prescrizione, che cancellerà tutto. Perché poi non parlate del massacro delle Alpi Apuane ad opera di imprenditori del marmo satrapi e marpioni che non condividono nemmeno la ricchezza che deriva dalla devastazione del territorio? Abbiamo l’oro bianco e la nostra provincia è tra le più povere.
Torniamo a quel labaro fascista sul monte Sagro. Cosa pensa di quel professore di Carrara?
Va su a sbandierare un labaro nazifascista su un monte, e poi si fa bello su Facebook, è una cosa vergognosa. Oltretutto un insegnante, che magari dentro la scuola fa passare, stravolgendo i fatti, quella ideologia. Ma contra facta argumenta non valent. I fatti son fatti. Nelle nostre zone, da Sant’Anna di Stazzema, fino a Pontremoli, sono state fatte decine e decine di massacri, come fa a parlare di nazismo e fascismo in quel modo?
Cosa pensa della foto scandalo che ritrae Italo Castellani?
Castellani chi?
Come chi? L’arcivescovo di Lucca.
Non ne so niente, quale foto?
In uno scatto con gli ultras della Lucchese, l’arcivescovo sorride, mentre loro, intorno, fanno il saluto romano. Ilfattoquotidiano.it voleva sentire la sua versione dei fatti, non l’abbiamo mai trovato.
Conosco Italo, lui non c’entra niente. Se sono in una piazza e c’è un cretino accanto a me che fa quel gesto, che c’entro io? Lo conosco da 50 anni, è nato da una famiglia di contadini, è una persona dolce, mite.
Per lei cosa rappresenta la Costituzione?
La Costituzione è un testo sacro, sacer in latino, che deve essere rispettato. Puoi non credere in Cristo e nel Vangelo, sei libero, ma devi credere alla Costituzione. Se sei cittadino, devi crederci. Altrimenti sei tutto eccetto che cittadino.
In troppi oggi non credono più alla Costituzione?
A partire dallo Stato italiano, che mette sotto i piedi la Costituzione, la tradisce, la distrugge. I 14 miliardi di euro di fatturato sulle armi dell’anno scorso da parte dello Stato italiano, non solo vanno contro Cristo e contro il Vangelo, ma vanno contro la Costituzione. L’Italia ripudia la guerra. Dobbiamo credere nella Costituzione.