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Cronache pechinesi, il muro

Immaginiamo che abbiate a che fare con un affittuario moroso, oppure uno a cui è terminato il contratto e non lo avete rinnovato perché vi servono i locali. Lui però non ne vuole sapere di andarsene. Ovviamente ricorrerete a vie legali. Prima una cortese lettera di sollecito, poi una su carta intestata dell’avvocato di turno. Segue avvio di iter burocratico per sfrattare il suddetto soggetto. Con rara puntualità arriva lettera della controparte che afferma di non avere nulla in contrario ad andarsene, ma chiede indennizzo causa cessazione di attività commerciale, contributo alla ricollocazione della suddetta, altri danni materiali e morali. Il che fa partire un lungo, lungo procedimento di cui si conosce la data ufficiale di avvio e si ricorre all’allibratore, più o meno clandestino, per scommettere sulla possibile, comunque molto futura data di conclusione. Questo accade nella nostra democratica e capitalistica società occidentale.

Si potrebbe pensare che le cose debbano essere diverse se si ha a che fare con economie a pianificazione centralizzata, ispirate dai sani principi marxisti, dove il popolo è sovrano. In tali economie, poiché la proprietà privata non esiste in quanto tale, al privato viene dato in uso per un tempo limitato- 80 anni più o meno- un definito bene materiale che rimane sempre e comunque del popolo, le garanzie dell’appartenente al popolo dovrebbero essere solide e intoccabili. Giusto?

Sbagliato. Qui le cose sono molto, molto più semplici ed efficaci. Senza dubbio sono efficaci. Avverte quattro esercenti che svolgono una loro attività commerciale in spazi fisici di vostra proprietà fronte strada e non ne vogliono sapere di andarsene?

Méi wèntí, huǒbàn (没问,伙伴) ovvero “Nessun problema, compagno”. Basta tirare su un muro. Letteralmente. Nel giro di non più di mezz’ora, grazie al lavoro di una squadra esagerata di manovali e muratori, una quindicina di persone, viene tirato su un muro. Sembra che abbiano quasi una fissazione storica nel costruire muri e muraglie. Soprattutto se grandi. Comunque sia, si materializza un muro. Bello dritto, rifinito con tanto di intonaco. Come se ci fosse sempre stato (vedi foto). Da notare come da dietro al muro si vedono ancora le merci appese, esposte per la vendita. Ovviamente, nessuno può più accedere ai locali. Qualunque cosa ci sia dentro è persa per sempre.

Morale della storia: la Cina è una Repubblica popolare, dove il potere è esercitato dal solo Partito comunista cinese, basato sull’ideologia del marxismo-leninismo, “adattata” nel corso degli anni alle condizioni politiche, economiche, sociali e storiche del paese, divenendo di fatto qualcosa di molto diverso da quel che si potrebbe considerare un’ideologia marxista ortodossa. A partire dal 1978-1979, dopo la morte di Mao Zedong, il cambiamento è stato particolarmente veloce e profondo. Oggi l’ideologia di stato è ufficialmente un “socialismo con caratteristiche cinesi“, capace di conciliare gli obiettivi politici comunisti con le esigenze economiche di un sistema di libero mercato.

Per il socialismo con caratteristiche cinesi la proprietà privata, anche se assegnata a tempo, è sacra.

Qualcuno può chiedersi cosa sia stato degli sfrattati murati. Semplice: evaporati. Mai più visti.