Niente numero chiuso nelle facoltà umanistiche dell’Università degli studi di Milano. A stabilirlo è il Tar del Lazio che ha accolto il ricorso inoltrato a fine luglio dall’associazione degli studenti Udu (Unione degli studenti) contro la decisione della Statale di fissare delle quote per le iscrizioni a lettere, filosofia, storia, beni culturali e geografia.
Tar: “No al numero chiuso nelle facoltà per carenza di insegnanti” – “Ora che il Tar del Lazio ci ha dato ragione (si legge nella nota dell’Udu) possiamo dirci estremamente soddisfatti per una vittoria storica che ha riflessi nell’immediato sul futuro di tutti coloro che avrebbero dovuto sostenere il test nei prossimi giorni e sulle decisioni presenti e future prese da quegli atenei che hanno introdotto programmazioni dell’accesso illecite”. Gli studenti ricordano di aver denunciato “sin da subito come la delibera adottata dagli organi accademici contenesse vizi formali e sostanziali mancando di fatto sia una maggioranza vera che il rispetto della normativa nazionale, prima su tutte la legge 264/99” che garantisce il diritto allo studio. L’assenza di un numero sufficiente di docenti non rientra tra le cause previste dalla legge n.264 del 1999 per introdurre il numero chiuso e le facoltà umanistiche non sono tra quelle elencate nella stessa legge che possono avere gli accessi regolamentati. Il pronunciamento rischia di creare un precedente per le facoltà che non rientrano nella direttiva ministeriale. L’Università degli studi di Milano con sede centrale in via Festa del Perdono sarebbe stata l’unico ateneo italiano a prevedere un tetto per gli studenti su quelle specifiche facoltà. “Avevamo denunciato – sostengono gli studenti dell’Udu – come la sordità dimostrata da chi doveva rappresentare tutta la comunità accademica aveva segnato un pericoloso precedente, oltre che un danno per il diritto allo studio di migliaia di studenti che volevano scegliere liberamente il corso del loro futuro”.
Studenti: “Su numero chiuso avevamo ragione noi. Pronti a nuove mobilitazioni” – Mostra soddisfazione per la decisione del Tar laziale anche Link Coordinamento Universitario: “Dopo una grande mobilitazione che ha visto docenti e studenti insieme per una università libera e aperta a tutti, il pronunciamento del Tar ci dà ragione”, ha affermato Andrea Torti del gruppo studentesco per cui “deve essere un primo passo per abolire il numero chiuso in tutti i corsi di laurea”. La protesta era nata dopo che a fine marzo la Facoltà di Studi Umanistici della Statale aveva deciso di mettere il numero chiuso in tutti i corsi, incontrando l’opposizione degli studenti e di molti dipartimenti interessati dalla novità inedita. Il rettore, Gianluca Vago, aveva poi ottenuto il voto positivo da parte del Senato accademico. Pronunciamento che oggi i giudici del tribunale amministrativo del Lazio hanno giudicato irregolare. “La lotta però non si ferma qui – dicono i rappresentanti degli studenti – Dopo aver invaso l’ateneo con il nostro no ad un’università elitaria e a porte chiuse continueremo ad organizzarci con assemblee e mobilitazioni. Il numero chiuso scompare ma i problemi denunciati restano”. A partire dal prossimo 5 settembre, data dei test di medicina, gli studenti annunciano mobilitazioni contro i numeri chiusi per ottenere la loro abolizione in ogni università.