La provincia di Bolzano dice basta a orsi e lupi: giovedì ha annunciato l’uscita dall’accordo con Life Ursus e dal progetto WolfAlps per il ripopolamento di questi animali in Alto Adige. L’assessore provinciale Arnold Schuler ha festeggiato con un post su Facebook: “Ora passiamo all’attacco“, ha scritto. La Provincia autonoma, in sostanza, chiede un tetto massimo per i lupi e catture o abbattimenti più facili. La decisione è stata accolta con favore anche dal presidente della Provincia di Trento, Ugo Rossi, finito al centro delle polemiche appena qualche settimana fa dopo l’abbattimento dell’orsa Kj2 in Trentino. “Sono d’accordo se si parla delle difficoltà che s’incontrano nella gestione della loro presenza – ha detto il governatore – ad esempio per la salvaguardia degli allevamenti, in particolare per la presenza dei lupi”.
Il clima in Alto Adige, in particolare nei confronti dei lupi, è cambiato proprio nell’ultimo anno con l’aumentare del numero di pecore e vitelli sbranati. Un danno notevole per gli allevatori che sono così passati ai fatti e hanno ritirato 400 pecore dall’Alpe di Siusi per portarle a valle. Per oltre un secolo l’animale era scomparso dalla provincia di Bolzano: l’ultimo esemplare era stato abbattuto nel 1896 in val di Funes. Da pochi anni, con migrazioni da sud e da est, è invece tornato. Così l’assessore Schuler ha annunciato che, assieme al governatore Arno Kompatscher, farà pressione a Roma e Bruxelles “per introdurre un tetto massimo per i lupi”.
Schuler ha inoltre comunicato la revoca dell’accordo con Life Ursus, che riportò alla fine degli anni Novanta l’orso in Trentino. Ora gli esemplari sono tra i cinquanta e i sessanta. Inoltre, Bolzano farà pressione sul Parco nazionale dello Stelvio per interrompere la collaborazione anche con il progetto per il ripopolamento dei lupi, WolfAlps. L’uscita dai due progetti è da considerare soprattutto un segnale politico. A livello pratico, la Provincia autonoma mira a una riduzione del livello di tutela dei lupi, che – secondo Schuler – non sono più a rischio estinzione. Per esempio, la marmotta in Alto Adige può essere abbattuta in certe circostanze, anche se sotto tutela. Su questo fronte, da anni gli animalisti sfidano la Provincia nelle aule giudiziarie. “Non sarà facile, ma proseguiamo su questa strada con convinzione”, ha ribadito Schuler.
Il Wwf austriaco definisce invece “assurda” la richiesta di bandire il lupo dalle Alpi orientali. “Gli abbattimenti non mettono in sicurezza i greggi, anzi, potrebbero addirittura aumentare il numero delle incursioni”, afferma l’esperto Christian Pichler, come riporta il quotidiano Alto Adige. Pichler cita studi negli Usa e in Europa che avrebbero dimostrato come l’abbattimento di un lupo possa scomporre la struttura sociale del branco. “Di conseguenza giovani lupi inesperti tendono ad attaccare animali meno protetti, portando addirittura ad un aumento degli sbranamenti“, spiega l’esperto del Wwf all’Alto Adige. L’unico metodo efficace di tutela delle pecore – secondo il Wwf – è la messa in sicurezza del gregge.
Si dice invece d’accordo con l’iniziativa intrapresa da Bolzano il governatore Rossi, accusato dalle associazioni animaliste di essere “il mandante” dell’uccisione dell’orsa Kj2. Il Trentino e l’Alto Adige sono unite “sia nella richiesta avanzata nei confronti del Governo per la norma di attuazione per la gestione della materia, sia nell’intenzione di andare in Europa, con l’onorevole Herbert Dorfmann, per discutere dello stesso argomento”, ha detto presidente della Provincia di Trento. Orsi e lupi – ha puntualizzato intanto Rossi – “sono comunque specie protette dalla direttiva Habitat”. “È evidente però che se degli animali diventassero pericolosi, il governatore dell’Alto Adige potrebbe emettere delle ordinanze in proposito, com’è accaduto in Trentino”, ha concluso il governatore.