“Oggi il dibattito sulla mafia è post datato, si continua a guardare la mafia di oggi con gli occhi della Prima Repubblica”. Lo ha spiegato il procuratore generale della Corte d’appello di Palermo Roberto Scarpinato, durante l’incontro dedicato alla corruzione e al 25esimo anniversario di Tangentopoli della Festa del Fatto Quotidiano della Versiliana. “La mafia è inevitabilmente cambiata perché quel sistema non c’è più. Si continuano a fare dibattiti su Riina e Provenzano, che però appartengono a una mafia che è in fase terminale. Il discorso dell’antimafia comincia a non essere più percepito come prima. Prima la legalità era l’affermazione e la garanzia dei diritti, al lavoro, al salute, alla pensione. Nella Seconda Repubblica la legalità è diventata legalità sostenibile, nel senso che le leggi invece che darti diritti te li tolgono. Basti pensare a quello che è successo nel campo del lavoro”. Un ragionamento, quello del magistrato, che arriva fino alla Costituzione. “Hanno cercato di cambiarla ma non ci sono riusciti, e siccome non ci sono riusciti la stanno svuotando dall’interno”.
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