L'ultima sfida di Kim Jong-un rappresenta "una nuova dimensione di provocazione" hanno dichiarato il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel: "Oltre al Consiglio di sicurezza Onu, anche l’Unione europea deve agire"
Russia, Cina, Ue e non solo. Il test nucleare condotto dalla Corea del Nord spaventa e provoca le reazioni non solo di Stati Uniti (Trump ha convocato d’urgenza il Consiglio di Sicurezza Nazionale), Giappone e Corea del Sud. L’ultima sfida di Kim Jong-un rappresenta “una nuova dimensione di provocazione” hanno concordato il presidente francese, Emmanuel Macron, e la cancelliera tedesca, Angela Merkel: “Oltre al Consiglio di sicurezza Onu, anche l’Unione europea deve agire”. La cancelliera e il presidente hanno espresso il loro appoggio a un rafforzamento delle sanzioni dell’Ue. L’Italia e la Germania “condividono la posizione della Francia sulla necessità di una reazione internazionale forte di fronte al potenziale ulteriore sviluppo del programma nucleare nordcoreano. Tale reazione deve concretizzarsi soprattutto al Consiglio di Sicurezza dell’Onu e all’Ue, che dovrà adottare nuove sanzioni nei confronti di Pyongyang”. La Gran Bretagna condanna come “irresponsabile” e “sconsiderato” l’ultimo test e avverte, tramite il ministro degli Esteri Boris Johnson, che “tutte le opzioni sono sul tavolo“.
Il presidente cinese Xi Jinping e quello russo Vladimir Putin – che aveva avvertito: “Siamo sull’orlo di un conflitto di vasta scala – hanno concordato sulla necessità di “affrontare appropriatamente” l’ultimo test nucleare. Secondo l’agenzia Nuova Cina i due leader, incontratisi a Xiamen per il summit Brics, hanno anche convenuto sulla necessità di “perseguire l’obiettivo della denuclearizzazione della penisola” e di mantenere comunicazioni e coordinamento molto stretti “per affrontare la nuova situazione”. Per Putin, comunque per la Corea del Nord serve una soluzione “esclusivamente politica e diplomatica” come ha detto in una conversazione telefonica con il premier giapponese Shinzo Abe.
“La Corea del Nord ha effettuato un altro test nucleare. Questa è, ancora una volta, una violazione diretta e inaccettabile degli obblighi internazionali sulle armi nucleari stabilite da diverse risoluzioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu – dice l’Alto Rappresentante della politica estera europea, Federica Mogherini – si tratta di una grave provocazione, una seria minaccia alla sicurezza regionale e internazionale e una imponente sfida al sistema mondiale di non proliferazione. Il messaggio dell’Ue è chiaro: la Corea del Nord deve abbandonare i suoi programmi nucleari, missilistici e per la produzioni di armi di distruzioni di massa in un modo totale, irreversibile e verificabile”, ha concluso Mogherini.
Il ministro degli Esteri russo Serghei Lavrov si è detto “estremamente preoccupato” per il nuovo test che merita la “condanna più forte”. La leadership nordcoreana sta creando una “grave minaccia” per la regione, ha aggiunto Lavrov mettendo in guardia sul fatto che proseguire su questa linea porterà a “gravi conseguenze“. “In questo momento è un imperativo restare calmi e astenersi da qualsivoglia azione che porti ad un’ulteriore escalation della tensione”, si legge ancora nella dichiarazione di Lavorv sul sito del ministero degli Esteri russo. Quindi, l’invito di Lavrov alle parti al ritorno immediato al dialogo e ai negoziati come unica via possibile per una soluzione globale dei problemi della penisola coreana. Condanna con forza anche da parte di Pechino.
L’India ha deplorato definendolo “molto preoccupante”, il nuovo test “in violazione dei suoi impegni internazionali”. In un comunicato il governo indiano sostiene che “questo va contro l’obiettivo della denuclearizzazione della penisola coreana, accolto dalla stessa Repubblica democratica popolare di Corea”. Rivolgiamo un appello alla Corea del Nord, si dice ancora, “ad astenersi da simili azioni che hanno un impatto negativo sulla pace nella regione ed oltre”. L’India, conclude la dichiarazione, “conferma anche di essere preoccupata per la proliferazione delle tecnologie nucleari e missilistiche che ha avuto un impatto negativo sulla sua sicurezza nazionale”.
Anche la “Nato è preoccupata dalle azioni destabilizzanti di Pyongyang, che rappresentano una minaccia alla sicurezza regionale e internazionale. La Corea del Nord – si legge in una nota il segretario generale della Nato, Jens Stoltenberg – cessi immediatamente tutte le attività nucleari e balistiche esistenti, in modo completo, verificabile e irreversibile, e riprenda il dialogo con la comunità internazionale”.
Anche la Danimarca dichiara “illegale” il test di Pyongyang e convoca l’ambasciatore nordcoreano – che esercita il suo mandato a partire dalla Svezia – per fargli parte delle preoccupazioni del paese. La Corea del nord – si legge in un tweet del ministro degli Esteri danese, Anders Samuelsen – “deve smetterla con il suo comportamento destabilizzante e le violazioni del Consiglio di Sicurezza dell’Onu“. La Danimarca è favorevole ad esercitare “il massimo della pressione per ottenere che la Corea del nord fermi il suo programma missilistico e ritorni al tavolo negoziale”.